Attualità
L'Umbria rientra tra le regioni italiane in cui il rischio di povertà alimentare e l'insicurezza percepita si collocano al di sotto della media nazionale. A rivelare il dato è stata l'analisi condotta da Azione Contro la Fame e riportata nell'Atlante della Fame in Italia 2025, nel quale l'Umbria è stata inserita tra l'elenco delle regioni incluse nel "cluster più favorevole", accanto a Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Piemonte, Toscana e Lazio.
Una buona notizia arriva anche dalle percentuali riguardanti l'occupazione: la regione infatti registra un tasso di disoccupazione pari al 4,9%, con il 28,5% di inattivi e il 61,5% di occupazione femminile. Dati incoraggianti provengono infine dalla disponibilità di servizi essenziali per l'infanzia, indispensabile per promuovere un'adeguata conciliazione tra vita familiare e lavorativa. In questo ambito, la percentuale di edifici scolastici statali dotati di mense scolastiche in Umbria nell'anno scolastico 2023/2024 è del 40,9%, dato che - tradotto nella media nazionale - vede un incremento di 1,8 punti percentuali rispetto al resto del Paese.
Meno incoraggiante è il dato nazionale relativo al 2024, da cui emerge che 4,2 milioni di famiglie hanno manifestato almeno un sintomo di deprivazione alimentare. Andando ad approfondire questo macro dato emerge che 2,9 milioni di famiglie non possono permettersi di consumare un pasto proteico almeno una volta ogni due giorni e il 2,6% del totale (681 mila famiglie) non ha denaro sufficiente per comprare il cibo necessario.
A riportare le percentuali più alte in termini di rischio di povertà alimentare e insicurezza percepita sono Calabria, Sardegna, Molise e Marche, in cui si rileva da un lato una capacità di spesa per consumi alimentari compromessa e dall'altro una difficoltà per le famiglie di accedere a un'alimentazione adeguata.
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