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Ritocco all'insù per i vitalizi: 4,5 milioni nel 2028

Crescita continua: nel 2012 erano 2,6 milioni. Calo solo per il 2026 e poi nuova impennata

Alessandro Antonini

02 Dicembre 2025, 10:14

Ritocco all'insù per i vitalizi: 4,5 milioni nel 2028

Palazzo Cesaroni

Come un fiume carsico il monte complessivo della spesa per i vitalizi degli ex consiglieri regionali, dopo un lieve ribasso, riemerge e torna a crescere. A fronte di diminuzioni reali - giusto per un anno - o annunciate, nel prospetto previsionale del bilancio di Palazzo Cesaroni dal 2027 riaffiorano inesorabili gli aumenti. E non da poco. Elencando per ordine temporale: quest’anno gli uffici tecnici dell’assemblea legislativa preconizzano un esborso di 4.466.134 euro alla voce vitalizi. La discesa è prevista per il 2026, quando dimagriscono di circa 400 mila euro, arrivando a quota 4.165.000 euro. Peccato però che nel 2027 si torna in ascensore, con 4.358.000 euro per poi arrivare al 2028 a 4.575.000 euro. Un incremento di 100 mila euro rispetto alla soglia di quest’anno: ritocchino niente male. Nel 2024 erano 4 milioni secchi.

Si tratta di “previsioni” come è scritto nelle 147 pagine del bilancio pluriennale dell’assemblea legislativa, ma le annunciate sforbiciate sul ricalcolo automatico al 100% dell’inflazione su base Istat non appaiono. Ma a quanto ammonta un singolo assegno di vitalizio: escluse le reversibilità si va da un minimo di 2.100.000 euro a un massimo di 7.749,84 euro. Netti, al mese.

Raddoppio in 12 anni

Nel medio periodo il dato è clamoroso: dal 2012 al 2024 le spese del consiglio regionale per la voce specifica sono quasi raddoppiate, passando dal 2,6 milioni l’anno a oltre 4 milioni. Nonostante tagli e annunciate riduzioni, le pensioni maturate in pochi anni di presenza tra i banchi dell’assemblea regionale, cumulabili con le altre voci pensionistiche - ci sono casi anche di tre assegni sommati - sono da anni in progressiva crescita. Inarrestabile a dispetto di tutto: nel 2012 il governo Monti abolì i vitalizi regionali. Lo stop effettivo è poi scattato dal 2015 e si è passati al contributivo per chi continuava (e continuerà) a percepirli. Con la norma della rivalutazione dell'inflazione su indicatore Istat è iniziata la galoppata verso l’alto. Che, complici gli ingressi di nuovi assegnatari (oggi sono circa 80 in tutto), fa impennare la spesa complessiva dell’assemblea legislativa dell’Umbria. Gli annunci di tagli, si diceva. La riduzione di queste “indennità differite” stando a quanto annunciato da esponenti dell’amministrazione, insieme alla diminuzione delle indennità dei consiglieri andrebbe a rimpinguare il previsto fondo taglia tasse per ridurre in prospettiva le aliquote Irpef aumentate con l’ultima manovra fiscale (184 milioni in 3 anni) i cui effetti scatteranno da gennaio. Con tanto di arretrati. Eppure la soluzione per attenuare il peso dei vitalizi è dietro l’angolo.

Basta guardare alla vicina Toscana: già nel 2022 ha approvato una norma dal titolo “Disposizioni per la riduzione temporanea del meccanismo di indicizzazione degli assegni vitalizi dei consiglieri regionali in carica fino alla nona legislatura”, valida per il triennio 2023-2024-2025, in cui si disinnesca l’automatismo della rivalutazione del 100% sull’inflazione. Tornando all’Umbria, l’aumento dei vitalizi si inserisce in una diminuzione complessiva degli oneri assembleari.

Il previsionale

Gli uffici dell’assemblea legislativa, illustrando il bilancio previsionale, hanno sottolineato come il triennio 2026-2028 sarà il primo con un trasferimento da parte della giunta inferiore di un milione di euro rispetto al passato, il più basso degli ultimi 12 anni. “Dei 18 milioni di entrate, 17 milioni 600 mila euro sono i trasferimenti della giunta, alle quali si aggiungono i trasferimenti Agcom per il Corecom, gli interessi attivi, i rimborsi, i recuperi, gli indennizzi. Le spese, quindi, prevedono tagli su alcuni settori e riconsiderazioni in altri. La maggior parte delle spese di Palazzo Cesaroni previste per il 2026 sono vincolate: 9 milioni destinati a competenze di organi e assegni vitalizi, 6,3 milioni alle spese per il personale. In particolare per le competenze degli organi circa 4,1 milioni di euro sono destinati agli assegni vitalizi, quasi 3 milioni per l’indennità degli amministratori regionali, poco meno di 1 milione di euro a fondi per il contributo al personale dei gruppi consiliari”, fa sapere Palazzo Cesaroni. Mentre la maggior parte della spesa libera è destinata, per circa 2 milioni, all’acquisizione di beni e servizi: 916 mila euro per gare e appalti, 420 mila euro ad economato e provveditorato, 281 mila euro al servizio informatico. Oltre 372 mila euro sono per trasferimenti di fondi a vari organi, tra cui 120 mila euro per il funzionamento dell’Isuc, 88 mila al Corecom per funzioni delegate e 77 mila per funzioni proprie. Per le attività istituzionali si prevedono 234 mila euro, di cui 150 mila per patrocini e 44 mila per adesione a organismi nazionali e internazionali e quote associative.

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