CITTÀ DI CASTELLO
Ascesa e caduta. Ambizione, sete di potere, gloria e rovina. Tutto questo è Macbeth, la più tragica delle opere shakespeariane straordinariamente rivisitata da un grandissimo attore che ne firma anche la regia.
Daniele Pecci regala al pubblico del Teatro degli Illuminati una prova memorabile accompagnato sul palco da una compagnia di grandi attori, interpreti di assoluto livello.
Tutto esaurito per uno spettacolo, inserito nel cartellone di prosa e danza in collaborazione con il Teatro Stabile dell'Umbria, che in un unico atto riesce a condensare la tragedia di un uomo, archetipo per eccellenza della cupidigia di potere sfrenato e dei suoi pericoli.
Accanto a Daniele Pecci una straordinaria Sandra Toffolatti, perfetta incarnazione di Lady Macbeth, spietata ed ambiziosa, e Mauro Racanati (Banquo) vittima designata della follia di Macbeth.
Oltre l’ottima regia, firmata dallo stesso Pecci, e le splendide scenografie create da Carmelo Giammello non può non essere sottolineata l’importanza delle musiche originali composte da Patrizio Maria D’artista che per tutto lo spettacolo riescono a trasmettere il clima cupo e drammatico dell’opera.
Nelle sue note di regia Daniele Pecci, alla sua seconda avventura shakespeariana dopo Amleto, racconta il suo pensiero: “Ciò che è fatto, non si può disfare”, perché l’atto stabilisce un punto di non ritorno.
Questo accade nel Macbeth: una volta entrati nel sangue bisogna per forza proseguire in una spirale omicidiaria che non può avere fine. È un incubo dal quale ci si vorrebbe svegliare, ma ad un certo punto diventa difficile districarsi fra stato di veglia e sonno. Nella più esoterica delle tragedie shakespeariane il “viaggio” non può che essere all’interno della mente, dell’inconscio, del sogno del protagonista. Desolate lande metafisiche, tramonti surreali di sangue, paesaggi distorti, deformati dal sogno, saranno il tentativo di un’indagine sulla natura omicida dell’uomo.
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