IL REPORT
Perugia è la 37esima provincia d'Italia per qualità della vita. Terni si conferma 48esima. Il Sole 24 Ore ha pubblicato l'edizione 2025 dello studio che fotografa il benessere nei territori dello Stivale. Se a trionfare è Trento, laureandosi regina e guida della delegazione del Nord, che occupa 9 delle prime 10 posizioni della graduatoria (con la sola Bologna, rappresentante del centro Italia), il sud si conferma fanalino di coda (con Reggio Calabria che si conferma all'ultima posizione). Le città metropolitane registrano un miglioramento diffuso rispetto all’edizione 2024: solo due su 14, Bari e Catania, calano di posizione rispetto all’indagine dell’anno scorso, con Roma che comanda la risaluta (+14 posizioni per il 46esimo posto). Ecco la situazione nelle due province dell'Umbria.
Perugia guadagna 3 posizioni rispetto all'anno precedente e si classifica 37esima su 107 province. Sono sei gli indicatori in base ai quali viene costruita la classifica finale delle province: ricchezza e consumi; affari e lavoro; giustizia e sicurezza; demografia e società, ambiente e servizi; cultura e tempo libero. Tra queste categorie Perugia conquista una sola medaglia, posizionandosi al terzo posto nella graduatoria che riguarda la qualità della vita delle donne (un indice sintetico basato su 14 parametri - tra cui tasso di occupazione, imprese femminili, amministratrici donne di imprese e di entri locali, quota di laureate, gap retributivo e occupazionale, competenza numerica e alfabetica non adeguata): la performance migliore in assoluto della provincia. Il risultato peggiore Perugia lo regista nella macro-area giustizia e sicurezza, con un 102esimo posto in classifica in "furti in abitazione" (denunce ogni 100mila abitanti, elaborati su dati Pubblica sicurezza - Ministero dell'Interno, 2024).
Tornando alla classifica generale della provincia di Perugia per ogni indicatore, spicca la grande risalita nell'area "affari e lavoro" con un incremento di 30 posizioni (ora è 48esima) rispetto al 2024. Il miglior piazzamento è in "demografia e società" (13esima) grazie - anche in questo caso - a una super rimonta di 20 posizioni: in particolare, Perugia rientra in top 10 in 4 diverse voci (Persone con almeno il diploma; Mortalità per tumore; Qualità della vita delle donne; Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione).
La provincia di Perugia peggiora in "giustizia e sicurezza", dove perde 14 posizioni: male in "truffe e frodi informatiche" (79esima); "percezione di insicurezza" (79esima); "indice di litigiosità" (80esima); "quota cause pendenti ultratriennali" (78esima); "furti in abitazione" (102esima). Calo di 8 posizioni anche nell'indicatore "ricchezza e consumi": qui i dati che fanno preoccupare sono quelli inerenti all'assorbimento del settore residenziale (% mq compravenduti su mq offerti sul mercato) con un 95esimo posto su 107, e alla disuguaglianza del reddito netto (95esima). Stabili i punteggi sulle categorie "ambiente e servizi" e "cultura e tempo libero".
Per quanto riguarda l'indice del clima, la provincia di Perugia registra 7,9 ore di sole al giorno (44esima in classifica); 63,4 notti tropicali (temperatura media oltre i 20 gradi nella fascia oraria 00-06) per il 36esimo posto; infine, sulle ondate di calore si posiziona 41esima. Tra i dati salienti che emergono dall'indagine, da segnalare anche: un incremento del 4,1% sull'occupazione femminile; un aumento del 19,7% del valore aggiunto pro capite. Sul fronte demografia e società: sotto la media nazionale il tasso di natalità; sopra la media invece l'indice di vecchiaia; in calo del 7,9% anche il tasso di laureati.
Terni rimane stabile rispetto all'anno precedente e si conferma 48esima su 107 province. Sono sei gli indicatori in base ai quali viene costruita la classifica finale delle province: ricchezza e consumi; affari e lavoro; giustizia e sicurezza; demografia e società, ambiente e servizi; cultura e tempo libero. Tra queste categorie Terni non collezione nemmeno una medaglia. La performance migliore della provincia è il quinto posto in "startup innovative" (ogni mille società di capitale, Infocamere, Al 30 settembre 2025). Malissimo invece sull'indice del clima, dove risulta penultima (106esima) per la media dei punteggi in base a 15 parametri climatici (elaborazione Sole 24 Ore su dati 3Bmeteo, 2014-2024).
Tornando alla classifica generale della provincia di Terni per ogni indicatore, brilla il +27 - rispetto al 2024 - nella categoria "demografia e società", posizionandosi al 32esimo posto. Rientra infatti nella top 10 in tre diverse voci: "anni di studio"; iscritti all'Aire; "persone con almeno il diploma". La provincia è in crescita anche in "affari e lavoro" guadagnando 12 posizioni e stabilendosi al 47esimo scalino, grazie all'ottimo risultato in top 5 nel parametro delle startup.
La provincia peggiora però nelle tre aree "ricchezza e consumi", "giustizia e sicurezza" e "cultura e tempo libero". Nella prima segna un -17, scivolando al 57esimo posto: ombre sul trend del Pil pro capite (80esima), sull'assorbimento del settore residenziale (89esima) e sui depositi bancari delle famiglie consumatrici (73esima). In merito al secondo indicatore, Terni peggiora di 18 posizioni (59esima): male in danneggiamenti (89esima), furti in abitazione (88esima) e reati legati agli stupefacenti (85esima). Stesso decremento anche in "cultura e tempo libero" dove, in particolare, non ingranano i dati sugli ingressi agli spettacoli (numero medio di biglietti per spettacolo o manifestazione, 97esima). Stabile (-1) la performance in "ambiente e servizi".
Per quanto riguarda l'indice del clima, la provincia di Terni registra 8,0 ore di sole al giorno (38esima in classifica); 67,2 notti tropicali (temperatura media oltre i 20 gradi nella fascia oraria 00-06) per il 44esimo posto; infine, sulle ondate di calore si posiziona ultima. Tra i dati salienti che emergono dall'indagine, da segnalare anche: un incremento del 7,3% sull'occupazione femminile; un aumento del 12,9% del valore aggiunto pro capite. Sul fronte demografia e società: sotto la media nazionale il tasso di natalità; sopra la media invece l'indice di vecchiaia; mentre aumenta del 2,0% il tasso di laureati.
Milano vince in Ricchezza e consumi; Milano mantiene la sua leadership in Affari e Lavoro; Brescia mantiene la leadership in Ambiente e servizi; Bologna è leader in Demografia, salute e società; Oristano guida la classifica di Giustizia e sicurezza; Trieste si conferma la migliore per Cultura e tempo libero.
Una menzione a parte va a Siena che vince la quinta edizione della Qualità della vita delle donne, un indice sintetico basato su 14 parametri (tra cui tasso di occupazione, imprese femminili, amministratrici donne di imprese e di enti locali, quota di laureate, gap retributivo e occupazionale, competenza numerica e alfabetica non adeguata) che va poi a confluire nella classifica generale, nella categoria Demografia, salute e società.
Mettendo a confronto le medie nazionali di alcuni parametri presenti sia nell’indagine 2025 sia nell’edizione precedente, emerge un Paese che ha saputo andare oltre lo stallo post Covid, ma dove, tuttavia, i nodi strutturali rimangono da sciogliere. Nel giro di un anno sono migliorati alcuni degli indici legati alla ricchezza e al benessere economico degli italiani, tra cui le retribuzioni medie dei lavoratori dipendenti che sono salite in media di 703 euro, ed è calato il numero delle famiglie più povere (-7,5% quelle con Isee entro i 7mila euro). Gli indicatori economici e industriali, tuttavia, non raccontano una storia completamente positiva complice il momento complicato: pur a fronte di un lieve aumento dell'occupazione, le ore di cassa integrazione autorizzata sono salite del +22,8% rispetto a quanto rilevato un anno prima ed è calato leggermente (-0,6 ogni 1000 società di capitali) il numero delle start up innovative. L'Italia, poi, rimane un "paese per vecchi" con la natalità ferma (i nuovi nati ogni mille abitanti sono a -0,2 con cali più severi al Nord) e il rapporto tra anziani e giovani, decisivo per comprendere l'insostenibilità del modello Italia, è in continuo aumento.
Domina il nord Italia, in un mix tra grandi città come Bologna (4ª) e Milano (8ª), e province di piccola taglia come Bergamo (5ª, vincitrice nel 2024), Treviso (6ª, con il record di posizioni risalite: +18), Verona (7ª), Padova (9ª, che ritorna tra le prime 10 dopo 30 anni di assenza: era nona nel 1994) e Parma (10ª). A trionfare, come già in passato, è in particolare il versante nord-orientale della penisola.
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