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La presentazione del progetto
Un gruppo di cinquanta giovani entra nel vivo di un’esperienza che, per la prima volta in Italia, intreccia alimenti agricoli, sport dilettantistico e impegno sociale. È il Servizio civile agricolo, progetto sperimentale presentato alla Scuola di arti e mestieri “G.O. Bufalini”, capofila dell’iniziativa e punto di riferimento per un percorso che abbraccia tre regioni – Umbria, Marche e Toscana – e oltre trenta sedi ospitanti. Il programma, dal titolo “Alimenti Biologici del Made in Italy + sport dilettantistico = gioventù sana e felice”, coinvolgerà i volontari per dodici mesi in attività dirette nel tessuto sociale dell’Altotevere e non solo. L’obiettivo è duplice: promuovere stili di vita corretti ed educazione alimentare, e allo stesso tempo valorizzare le produzioni biologiche del territorio, collegandole al mondo dello sport dilettantistico. La rete che accoglierà i giovani è ampia e diversificata: associazioni sportive, cooperative sociali, scuole, fondazioni e realtà culturali. Un insieme eterogeneo che permette ai ragazzi di operare in contesti diversi, mettendo in relazione competenze, interessi e bisogni delle comunità locali. Il progetto nasce dalla coprogettazione tra Scuola Bufalini, Altromercato, Bottega Solidale e Università di Genova, realtà che hanno unito visioni e competenze per costruire un modello innovativo di servizio civile.
Per la Scuola Bufalini, storica istituzione con una lunga esperienza nel servizio civile regionale e, da due anni, anche nella gestione dei progetti nazionali, si tratta di un nuovo passo in avanti. Il territorio altotiberino diventa così il centro di un’azione sperimentale che punta a consolidare legami e opportunità per i giovani. È il primo progetto avviato nell’ambito del Servizio civile agricolo, mentre un secondo è già in attesa di approvazione, con esito previsto per gennaio 2026. La presentazione dei volontari è stata aperta agli enti partner e alla cittadinanza, per dare il via a un percorso che la scuola definisce “collettivo, partecipato e orientato al valore sociale del servizio”. Un messaggio ribadito dal presidente Giovanni Granci, che ha sottolineato come il progetto sia “un investimento vero sui giovani e sulla loro capacità di essere motore di cambiamento”. “Mettere i ragazzi al centro di una rete che unisce territori diversi, realtà sportive, educative e sociali – ha aggiunto Granci – significa rafforzare la cittadinanza attiva e costruire comunità più coese e aperte al futuro. Con questa nuova generazione di volontari, il servizio civile ritrova la sua funzione più autentica: far crescere i giovani attraverso l’impegno e, allo stesso tempo, dare nuova linfa alle comunità che li accolgono”.
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