Città di Castello
"Se c'è una regione dove portare il libro e la storia di Francesco è l'Umbria", niente di più vero nelle parole di Aldo Cazzullo - rilasciate durante in un'intervista all'ufficio stampa del Comune di Città di Castello - a pochi giorni dalla sua visita nella località tifernate per la presentazione del libro "Francesco. Il Primo Italiano", scritto in occasione dell'ottavo centenario della morte del santo. Non sarà la prima volta in Umbria per l'illustre firma del Corriere della Sera, il giornalista infatti ricorda con affetto il palco del Teatro degli Illuminati, dove sabato 13 dicembre alle ore 21.00 incontrerà la platea: "Sono felicissimo di tornare in un teatro che ho sempre trovato pieno, accogliente, attento e caloroso".
Il libro, uscito lo scorso settembre, ha già venduto oltre 2 milioni di copie e con l'avvicinarsi delle celebrazioni dell'800enario e il 4 ottobre quale festa nazionale di San Francesco patrono d'Italia, l'Umbria non può che essere il palcoscenico perfetto su cui ripercorrere la storia del santo: "La storia di Francesco è l'Umbria, perché San Francesco è più che umbro: nasce, passa la maggior parte della sua vita e riposa in Umbria - spiega Cazzullo .- Appartiene prima di tutto agli umbri, agli Italiani e all'umanità, anche se poi viaggiò moltissimo però il cuore della sua vita è incastonato in Umbria che è l'ombelico d'Italia. Anche questo è uno dei motivi per cui Francesco è il primo italiano, che scrive la prima poesia in Italiano, Il Cantico delle Creature, perché inventa il presepe, reinventa il teatro, la pittura, ispira gli artisti, è il vero precursore dell'Umanesimo con l'uomo al centro dell'universo ed è profondamente umbro legato a questa terra meravigliosa che io amo molto".
In un precario equilibrio geopolitico come quello che sta attraversando la nostra epoca, il giornalista ricorda quanto ora - più che mai - si debba tenere a mente la lezione di San Francesco, che ancora oggi esige di essere ascoltata: "Lui era un uomo di pace e noi facciamo le guerre. Lui ci ha insegnato ad amare tutte le creature, il sole, la luna, le stelle, i quattro elementi, acqua, aria, terra e fuoco, le piante gli alberi, gli animali, e noi la creazione stiamo distruggendo. Lui ci ha insegnato a rispettare la dignità di ogni uomo e ogni donna perché trattava le donne da pari a pari, un fatto rivoluzionario al suo tempo: e noi la dignità umana molto spesso la calpestiamo. Dovremo assolutamente riscoprire il messaggio di Francesco a otto secoli dalla sua morte".
Una lezione che grazie all'iniziativa curata dal Comune di Città di Castello, insieme alla Caritas diocesana (a cui andrà l'intero ricavato della serata), verrà portata all'attenzione di tutti i presenti: "Il lavoro che fa la Caritas è straordinario. Quelli che dicono che la chiesa quando si prende cura dei poveri dimentica il vangelo, diventa una Ong non conoscono gli insegnamenti di Francesco. Quando la Chiesa si prende cura dei poveri incarna il Vangelo. Francesco è il Vangelo calato nella storia e nella vita. Questa cosa ovviamente la dirò ai tifernati".
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