ORVIETO
A quasi due anni dalla scadenza del contratto nazionale di lavoro 2021-2023, dopo mesi di trattative e una procedura di conciliazione conclusasi con il mancato accordo a causa dell’indisponibilità dell’associazione datoriale a compiere i necessari passi avanti, i lavoratori delle fabbricerie, compresi quindi i lavoratori dell’Opera del duomo di Orvieto, si riuniranno in un'assemblea nazionale per un grande momento di partecipazione.
A darne notizia Andrea Pitoni, segretario generale di Fp Cgil Terni, annunciando la mobilitazione, che proseguirà il 3 dicembre con un flashmob ai piedi della cattedrale, a cui parteciperanno gli stessi lavoratori, e sottolineando l’urgenza di una riapertura del negoziato con proposte adeguate.
"L'Associazione nazionale delle fabbricerie – prosegue Pitoni – deve tornare al tavolo con una proposta economica rispondente alle aspettative di chi, ogni giorno, garantisce l’accesso e la tutela di opere che rappresentano un patrimonio dell’umanità."
"La proposta di incremento del 6,4% non è sufficiente. Non tutela il potere d’acquisto eroso dall’inflazione e non risponde alle richieste contenute nella piattaforma unitaria, sostenute in tutte le assemblee svolte a ottobre. Questo contratto – conclude – deve recuperare anche parte dello scostamento registrato nel triennio precedente, come previsto dalla clausola contrattuale."
"Basta con risposte elusive ed insufficienti: servono aumenti tabellari adeguati per tutelare realmente i salari e dare risposte concrete a chi lavora ogni giorno nelle fabbricerie."
Per quanto riguarda quella di Orvieto la deputata del M5s Emma Pavanelli, intanto, ha presentato un’interrogazione ai ministri dell’Interno e della Cultura relativa alla chiusura, avvenuta il primo settembre 2024 e prolungata ormai da oltre un anno, senza una data di riapertura, né informazioni chiare sullo stato dei lavori, del Museo dell’Opera del duomo.
"Una ferita aperta per l’intera città", stigmatizza la deputata chiarendo che "il punto non è soltanto la chiusura prolungata, ma l’assoluta mancanza di trasparenza."
"I cittadini non conoscono i progetti, non conoscono le opere, non conoscono le tempistiche. Un luogo simbolo per la comunità è stato sottratto al pubblico senza alcuna chiarezza e senza coinvolgere chi, più di ogni altro, ha diritto di sapere."
"È paradossale che un ente di interesse pubblico come l’Opera del duomo, chiamato a valorizzare e conservare un patrimonio comune, proceda senza un percorso trasparente e partecipato."
Di qui la richiesta di intervento urgente ai ministeri competenti per chiarire quali siano i progetti in corso, quali interventi stiano interessando gli spazi museali, quale sia lo stato di avanzamento dei lavori e quali siano le tempistiche per la riapertura. Sollecitate informazione pubblica, accessibilità ai dati progettuali e coinvolgimento della comunità locale.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy