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Via libera all'ammissibilità della legge popolare sul suicidio medicalmente assistito: raccolte 4.801 firme di cittadini umbri

L'Ufficio di Presidenza dell'Assemblea legislativa regionale ha dichiarato ammissibile il progetto “Procedure e tempi per l'assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito", promosso dall'Associazione Luca Coscioni nell’ambito della campagna nazionale "Liberi Subito"

Claudia Boccucci

27 Novembre 2025, 16:13

Via libera all'ammissibilità della legge popolare sul suicidio medicalmente assistito: raccolte 4.801 firme di cittadini umbri

Con 4.801 firme di cittadini umbri raccolte e depositate, la proposta di legge di iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito ha superato il primo ostacolo. L'Ufficio di Presidenza dell'Assemblea legislativa dell'Umbria ha infatti deliberato l'ammissibilità del testo, che ora potrà avviare formalmente il suo iter nella competente Commissione consiliare. I delegati dei promotori saranno convocati per illustrare il progetto e depositare documenti e relazioni. Al termine dell'esame, la Commissione trasmetterà una relazione finale al Consiglio regionale. Qualora entro sei mesi dalla presentazione il Consiglio non si sia pronunciato, il progetto verrà automaticamente iscritto come primo punto all'ordine del giorno della prima seduta utile, con priorità assoluta. Il testo dovrà quindi approdare in Aula entro la seconda metà di marzo 2026.

La proposta umbra è identica a quelle già approvate in Toscana e in Sardegna e si inserisce nella campagna "Liberi Subito" dell'Associazione Luca Coscioni, che chiede alle Regioni di definire procedure e tempi certi per l'accesso al suicidio medicalmente assistito, in attuazione della sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale.

"Questa è una battaglia iniziata con Laura Santi, quindi il pensiero va a lei e al marito Stefano Massoli, che ne ha raccolto il testimone – hanno dichiarato Filomena Gallo e Marco Cappato. – In Italia esiste già, grazie alla Corte Costituzionale, il diritto a essere aiutati a morire quando ricorrono determinate condizioni. Questa legge regionale non aggiunge nuovi diritti, ma definisce tempi certi per esercitare un diritto già riconosciuto, affinché le persone che soffrono non siano costrette ad attendere mesi o anni senza una risposta, come accaduto a Laura Santi per 2 anni e 8 mesi. Si tratta di una competenza del servizio sanitario, e quindi della Regione. Salutiamo positivamente la decisione di ammissibilità dell’Ufficio di Presidenza di Regione Umbria e attendiamo l’avvio a breve della discussione".

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