Attualità
Cresce del 9,6% la quota degli arrivi turistici in Umbria, nel periodo gennaio-ottobre, rispetto allo stesso lasso di tempo dell’anno precedente. In numeri assoluti 2.649.139 persone. Le presenze fanno ancora meglio: +9,7%. Che equivale al superamento dei 7 milioni di visitatori. Per la precisione 7.054.747. La notizia nella notizia è che a trainare è la quota degli stranieri, che sfiora il milione (928.259) di arrivi registrando un +22%. Le presenze sono quasi tre milioni, 2.919.231 per l’esattezza. Una crescita del 16,8%. Il mercato turistico interno continua ad essere comunque lo zoccolo duro. Gli arrivi di turisti italiani toccano un +3,9% (1.720.880) le presenze salgono a +5,1% (4.135.516).

Aumentano i flussi e si incrementa anche la capacità di ospitare turisti. La quota di ricettività tocca la vetta di 8.598 strutture, facendo registrare +16,8%. Altro dato da sottolineare l’incremento della permanenza media: una crescita non netta come le precedenti, certo, pari al +0,1%, ma che fa quasi toccare i tre giorni netti. Siamo a 2,7. L’indice di utilizzo medio è a +2,7% con una percentuale del 22,8%. I dati sono forniti dalla Regione Umbria.
Il turismo nel Defr
Nel biennio 2024–2025 “il comparto turistico umbro ha consolidato la fase di crescita avviata dopo la pandemia, registrando nel 2024 un incremento del 6,4% delle presenze complessive e del 11,6% di quelle straniere”, è scritto nel Documento di economia e finanza regionale (Defr). I flussi hanno interessato in modo diffuso “l’intero territorio regionale, con un aumento particolarmente marcato nelle aree del Ternano, del Tuderte e dell’Alta Valle del Tevere. Le strutture extralberghiere hanno superato del 30% i livelli pre-pandemici, confermando l’attrattività del turismo esperienziale e diffuso. Il settore contribuisce in media per circa il 6% al valore aggiunto regionale e rappresenta un comparto strategico per l’occupazione e la vitalità economica delle aree interne (Banca d’Italia, Economie regionali – L’economia dell’Umbria, giugno 2025)”.
Pur in un quadro di ripresa, il turismo umbro “necessita di azioni di consolidamento e misure pensate per aumentarne il suo potenziale competitivo attraverso il superamento di alcuni limiti”. Le politiche regionali saranno pensate per “sostenere l’aumento della permanenza media dei visitatori, dato che, nonostante la sensibile crescita ottenuta nell’ultima annualità, risulta ancora inferiore rispetto alle principali regioni italiane. Così come è necessario incentivare la presenza diffusa su base regionale evitando la concentrazione dei flussi in periodi e aree limitate del territorio che ingenera una distribuzione disomogenea dei benefici economici. L’obiettivo è quello di potenziare la capacità del sistema di tradurre i volumi turistici in un valore aggiunto stabile e ben distribuito”.
Obiettivo integrare
Quest’analisi impone di indirizzare le politiche regionali verso un “rafforzamento qualitativo di un’offerta sempre esperienziale, data dall’integrazione tra turismo, agricoltura, sport, ambiente, cultura e artigianato e una promozione della destinazione Umbria che torna ad orientarsi anche sui mercati internazionali”, è riportato nel documento strategico.
“Il turismo lento, sostenibile e di qualità è uno dei principali fattori di crescita regionale oltre che di valorizzazione delle identità locali, e il sistema deve essere sempre più in grado di soddisfare sia chi desidera un'esperienza informale sia chi cerca servizi di alta gamma. L’obiettivo è passare dall’idea ‘di visitare’ a quella ‘di vivere’ l’Umbria in tutti i sensi”, termina il Defr.
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