Attualità
Quando il campanile della Cattedrale batte le una, il termometro segna 18 gradi. A metà novembre. La gente di Eurochocolate festeggia e balla in piazza tra i saltimbanchi sfoggiando maniche corte e canottiere (forse nordeuropei, però), mentre i partecipanti al convegno organizzato alla Sala della Vaccara da Perugia Meteo e Linea Meteo per fare il punto sul clima cittadino negli ultimi 50 anni, hanno l’aria di quelli che l’hanno appena detto, sfogliando e analizzando un vecchio diario meteorologico nato per caso mezzo secolo fa.
Il tempo di registrare i saluti istituzionali di David Grohmann, mai come stavolta assessore al ramo, e di Eugenio Guarducci (“per chi come noi organizza eventi all’aperto controllare il meteo è fondamentale, dunque investiremo risorse su questi vettori così importanti per chi programma di arrivare a Perugia”) che il mistero del diario scritto a penna da un giovane di Ponte Valleceppi e diventato la base fondativa di Perugia Meteo è stato svelato.
Michele Cavallucci, responsabile comunicazione dell’associazione, che ha coordinato gli interventi, ha passato il microfono a Gianfranco Angeloni, fondatore e ora presidente di Perugia Meteo.
“Il diario? Ho cominciato a scriverlo quando avevo 10 anni, ma poi l’ho compilato assiduamente dal 1976, giorno per giorno, segnando temperature, venti, pressione. Poi ho conosciuto famosi meteorologi come Baroni, Caroselli e infine Mario Giuliacci che mi ha spinto a pubblicare questi dati. Perugia Meteo, con l’aiuto di Cavallucci, è partito da lì. Fondamentale per studiare i cambiamenti climatici degli ultimi 50 anni”.

Gianfranco Angeloni, presidente di Perugia Meteo, mostra il suo diario meteorologico di 50 anni fa
Già, che cosa è successo qui da noi, perché siamo assillati da un caldo sempre più anomalo? Cavallucci: “Abbiamo fatto delle comparazioni sulle temperature medie dal ’76 a oggi prendendo come modello tutti i mesi di giugno ed esaminando quante volte si è andati sopra i 30 gradi. Il risultato ci dice che la salita esponenziale si è avuta dal 1995. Praticamente da allora il range 30-35 gradi a giugno è stato raggiunto sempre e più volte nel corso del mese”.
Riassumendo? Microfono stavolta a Francesco Giglietti e Andrea Covarelli di LineaMeteo, il portale che ha una rete di monitoraggio meteorologico, con dati che arrivano in tempo reale da oltre 2.800 stazioni amatoriali e 700 webcam in tutta Italia: “La temperatura media sia di Perugia centro che della pianura, tra il 2013 e il 2024 è aumentata di due gradi”. Che detta così sembrano una inezia, ma tecnicamente sono una enormità, considerando quello che dirà poi Andrea Giuliacci: “Entro il 2040, nel mondo, si prevedono temperature in aumento tra 0,4 e lo 0,5%”.
Nel flusso di notizie e informazioni fornite dai relatori si è anche parlato dell’ormai cronica assenza di neve. E qui i dati li ha snocciolati Matteo Fiorucci, vice presidente Perugia Meteo: “Penso che difficilmente la rivedremo con queste temperature e con l’assenza dei venti da nord-est e nord-ovest. E del resto l’ultima grande nevicata, con 50 centimetri, risale al 29 dicembre 1996. Il mese più nevoso è febbraio, la precipitazione più tardiva è del 21 aprile 1980”.
Andrea Giuliacci ha raccontato la storia di un pressoché inarrestabile cambiamento climatico: “L’Artide perde ogni anno un’area ghiacciata pari a tre volte la Puglia, i mari si stanno gonfiando con aumenti di volume che poi evaporando provocano i temporali intensi che abbiamo conosciuto negli ultimi anni. Non a caso le temperature più alte di tutta la storia della climatologia si sono avute in Italia negli ultimi 5 anni consecutivi”.
Come venirne fuori? “Combattendo la deforestazione”, ha spiegato Antonio Brunori, dottore forestale e segretario generale per l’Italia della Pefc di Ginevra. “Purtroppo – ha proseguito Brunori – molti stati come il Brasile in Amazzonia incoraggiano questa pratica per inserire produzioni di caffè, soia, gomma, cacao, bovini. Invece, come dice un adagio cinese, il miglior momento per piantare un albero era 20 anni fa; il secondo momento è ora. Lei mi chiede se Perugia può piantare decine di migliaia di alberi come hanno fatto a Parigi? Purtroppo ci vogliono tanti milioni di euro e ora la cosa più importante è di mantenere quello che abbiamo già”.
Quasi l’avesse sentito, David Grohmann all’inizio aveva parlato delle difficoltà di gestire il verde di un comune che misura 450 kmq. Giusto quattro volte Parigi.
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