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L'evasione fiscale aumenta e tocca quota 1,5 miliardi 330 milioni in più in un anno

Umbria settima in Italia per incidenza, sul podio nazionale ci sono Calabria, Puglia e Campania

Catia Turrioni

16 Novembre 2025, 08:12

L'evasione fiscale aumenta e tocca quota 1,5 miliardi 330 milioni in più in un anno

La propensione al sommerso in Umbria corre più veloce della media nazionale. Lo conferma uno studio della Cgia di Mestre, elaborato su dati Istat e del ministero dell'Economia e delle Finanze, che quantifica in oltre un miliardo e mezzo di euro le imposte evase: 1.583 milioni, 330 in più rispetto all'anno precedente.

Se si considera la propensione all'evasione - gli euro sottratti al fisco ogni 100 effettivamente incassati - la regione arriva al 15,4 per cento, ben al di sopra della media italiana del 12,3. Il quadro nazionale mostra distanze altrettanto marcate. La Calabria guida la classifica con una quota di sommerso pari al 20,9 per cento, che si traduce in 3,1 miliardi di euro evasi. La Puglia segue con il 18,9 per cento e 6,8 miliardi di mancato gettito, mentre la Campania si ferma al 18,5 con 9,4 miliardi sottratti all'erario.


Sul fronte opposto, la Provincia autonoma di Trento registra un tasso del 9,7 per cento, la Lombardia dell'8,8 e la Provincia autonoma di Bolzano l'incidenza più bassa del Paese, appena l'8,4. Ma se si passa ai valori assoluti, la geografia dell'evasione cambia: guidano le regioni più ricche e popolose, con la Lombardia in testa e un buco da 16,7 miliardi, seguita dal Lazio con 11,4 miliardi, dalla Campania con 9,4 e da Veneto ed Emilia-Romagna, entrambe a 7,8 miliardi. I dati sono quelli in assoluto più recenti e si riferiscono al 2022.


La relazione sull'economia sommersa diffusa anche dal Mef nelle scorse settimane sottolinea il ruolo potenziale delle amministrazioni locali nella lotta all'evasione, grazie anche a un incentivo che riconosce loro il 50 per cento delle somme recuperate. Nonostante questo, solo una piccola parte dei Comuni italiani si attiva per segnalare irregolarità al fisco. L'Umbria non fa eccezione, anche se alcuni enti locali si distinguono per partecipazione. Tra i Comuni che nel 2023 hanno ricevuto un contributo figurano Monte Santa Maria Tiberina, che incassa 18.955,47 euro e si piazza al trentesimo posto a livello nazionale; Citerna, con 15.301,14 euro al 36esimo posto; San Giustino, che riceve 3.235,08 euro e si colloca al 103esimo; e infine Narni, con 620,95 euro al 181esimo posto. Cifre modeste ma indicative di una collaborazione che, pur limitata, mostra margini di crescita.


A livello nazionale dal report del Mef emerge il ritorno dell'evasione sugli affitti, che dopo il calo registrato nel biennio pandemico risale a 875 milioni, ben sopra i 625 del 2021. In controtendenza gli evasori del canone Rai, scesi a 1,56 milioni dagli 1,7 dell'anno precedente. L'inserimento del canone nella bolletta elettrica, introdotto nel 2016, ha infatti ridotto drasticamente il fenomeno: da oltre 7 milioni di evasori nel periodo 2011-2015 si è precipitati intorno a quota 1,7 milioni.


Nel complesso, il valore aggiunto generato dall'economia sommersa nel 2022 raggiunge i 182,6 miliardi, avvicinandosi ai livelli pre-pandemia e segnando un aumento del 10,4 per cento rispetto al 2021. L'incidenza sul Pil rimane sostanzialmente stabile, passando dal 9 al 9,1 per cento. A crescere è soprattutto il peso delle sotto-dichiarazioni, che salgono al 55,6 per cento del totale, mentre il lavoro irregolare retrocede al 38 per cento rispetto al 42 del 2019. Restano marginali le altre componenti- mance, fitti non dichiarati, integrazioni tra domanda e offerta - che complessivamente si attestano al 6,4 per cento.


Lo studio della Cgia di Mestre evidenzia che nel 2024 il gettito delle patrimoniali applicate in Italia ha garantito all'erario 51,2 miliardi di euro. “La voce che pesa di più sulle nostre tasche - evidenzia il report - è l'Imposta municipale unica (Imu) che viene applicata sulle prime case di lusso, sulle seconde e terze case, sui capannoni, sugli uffici, i negozi e i terreni fabbricabili. L'anno scorso il prelievo è stato pari a 23 miliardi di euro. Un importo che costituisce il 45 per cento del gettito totale delle patrimoniali applicate nel nostro Paese. Seguono l'imposta di bollo che grava obbligatoriamente sui conti correnti, sui conti deposito, sulle fatture e sulle ricevute e che ha consentito allo Stato di incassare 8,9 miliardi. Il bollo auto, tassa di possesso applicata dalle Regioni, è costato agli italiani 7,5 miliardi, mentre l'imposta di registro ci è costata 6,1 miliardi di euro”.

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