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Cultura, la grande riforma: "Pronto il testo unico. Sono raddoppiati i fondi"

Un gremito salone d'onore di Palazzo Donini ha accompagnato la presentazione del provvedimento da parte del vicepresidente Bori

Sabrina Busiri Vici

15 Novembre 2025, 12:08

Cultura, la grande riforma: "Pronto il testo unico. Sono raddoppiati i fondi"

Una sala gremita di operatori culturali, amministratori, rappresentanti di fondazioni e istituzioni, attori, registi, attori, promoter. È questo il colpo d'occhio con cui si è aperto, a Palazzo Donini, l'incontro dedicato alla presentazione del nuovo Testo unico per la Cultura della Regione Umbria: un provvedimento che il vicepresidente e assessore regionale alla Cultura Tommaso Bori ha definito “non solo una legge, ma l'avvio di un metodo nuovo”, fondato sulla partecipazione e sulla ricostruzione organica di un sistema culturale frammentato da norme datate e sottofinanziate.

Bori ha rivendicato come il processo non sia stato “calato dall'alto”, ma costruito a partire dal confronto con territori, enti strumentali, amministrazioni comunali e operatori. “Ringrazio chi in questi mesi ha collaborato - ha detto - perché questa non è una legge scritta in qualche stanza, ma un percorso collettivo. Abbiamo preadottato il testo, ma non lo approveremo prima di aver ascoltato chi lo dovrà far vivere: voi”. Si prevede l'adozione durante il prossimo mese.

Proprio in quest'ottica, il vicepresidente ha annunciato una “chiamata alle arti”, un grande evento partecipativo che inaugurerà la prossima edizione di Umbria Libri a Terni, il 28 novembre, dove la legge verrà discussa insieme agli operatori culturali regionali e nazionali. “Quando tutti fanno chiamate alle armi - ha aggiunto con un sorriso - noi preferiamo farne una alle arti”.

Il cuore della riforma sta nella volontà di superare le oltre dieci norme sparse che, negli anni, hanno regolato musei, biblioteche, archivi, teatri, danza, bande, cori, eventi e spettacolo dal vivo. “Mettiamo ordine - ha sottolineato Bori - e costruiamo un unico impianto innovativo, capace di semplificare e dare una direzione chiara”.

Il vicepresidente ha ricordato anche i dati sulla resa degli investimenti culturali: “Ogni euro in cultura genera tre euro di ricaduta economica, oltre a benefici immateriali incalcolabili. Per questo abbiamo deciso di raddoppiare i fondi regionali per la cultura, che oggi ammontano a 1,46 milioni, portandoli a 3 milioni. È un'inversione di tendenza rispetto a un Paese in cui la cultura è spesso l'ultima delega e il primo capitolo da tagliare”. Perciò il finanziamento delle attività è garantito dall'istituzione del Fondo regionale per la cultura”, con un accantonamento di 1 milione 500 mila euro per ciascuno degli esercizi 2026 e 2027, che si aggiunge ai fondi già stanziati (circa 1 milione 460 mila). A queste concorrono inoltre le risorse comunitarie e statali assegnate alla Regione Umbria per programmi, interventi, azioni.

Tra le novità, un sistema di finanziamento triennale, stabile e programmato, che consentirà progettazione, continuità e sostenibilità lavorativa per chi opera nel settore. “Vogliamo dare prospettive - ha aggiunto - non costringere le realtà culturali a inseguire bandi ogni anno”. Da qui l'elemento della triennalità.

Il Testo unico, inoltre, introduce per la prima volta l'Art Bonus regionale, che verrà avviato a partire da opere simboliche come gli affreschi di Dottori nella Cappella di Monteluce o il ciclo di Salvatore Fiumi, custodito proprio a Palazzo Donini.

Nasce poi l'Osservatorio regionale della Cultura, uno strumento che permetterà di misurare, analizzare e orientare le politiche culturali, superando anni di richieste inevase. Accanto all'osservatorio sarà istituita anche una banca dati regionale, in collaborazione con le Camere di Commercio, per mappare realtà, operatori e attività sul territorio. Importante l'introduzione di un laboratorio permanente.

Grande attenzione sarà rivolta alle aree interne, considerate luoghi strategici per la rigenerazione culturale e sociale, anche attraverso progetti di arte pubblica e residenze artistiche.

A illustrare nel dettaglio l'impianto culturale e filosofico della riforma è stata Linda Di Pietro, manager culturale in taff all'assessorato, che ha ricordato come l'obiettivo non fosse produrre una legge chiusa, ma avviare un processo condiviso: “Questa è una legge alta, di principi, che costruiremo insieme nei suoi strumenti operativi: accordo di programma, piano triennale, piani attuativi. Lavoreremo dal macro al micro”.

Tra gli elementi più innovativi, ha sottolineato, c'è il principio dell'accessibilità universale, “un articolo autonomo che non esiste in nessuna altra legge regionale o nazionale”, e che mira a ridurre le disuguaglianze culturali e sociali.

Di Pietro ha elencato i nuovi strumenti: una funzione interna di supporto ai progetti culturali, un laboratorio permanente di confronto internazionale, risorse dedicate alla produzione editoriale e alle librerie indipendenti, nuove politiche per le arti visive e contemporanee, un capitolo specifico per il welfare culturale e uno dedicato alla formazione e all'orientamento professionale degli artisti e dei giovani talenti.

Il capitolo più strutturale - e quello su cui si investirà di più - riguarda le imprese culturali e creative, riconosciute come motore di sviluppo. La Regione prevede misure per le start up, accompagnamento imprenditoriale, sostegni annuali e triennali per le realtà già attive, incentivi alla contaminazione tra arti e nuove tecnologie.

“Crediamo nella transdisciplinarità - ha spiegato Di Pietro - e nella capacità dell'arte di generare valore economico, sociale e comunitario”.

Bori ha infine ricordato il lavoro della Regione sulla scena nazionale e internazionale: dalla candidatura dell'Umbria come regione ospite al Salone del Libro a Torino, al sostegno alle realtà che portano il nome dell'Umbria fuori dai confini regionali, fino agli investimenti per il centenario del Nobel a Dario Fo, attraverso la Fondazione Fo Rame.

L'incontro si è chiuso con un invito alla collaborazione: “Inauguriamo una fase nuova - hanno detto Bori e Di Pietro - e lo facciamo dal basso. Il 28, a Terni, speriamo di ritrovarci tutti per continuare questo percorso. La cultura non è un privilegio: è un diritto. E costruirlo insieme è la sfida che abbiamo davanti”.

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