SANITÀ
Le liste d’attesa dimagriscono. Un calo non secondario, di oltre un quarto, nel giro di cinque mesi. È quanto risulta dagli ultimi dati attinti dal Corriere dell’Umbria dai flussi delle prenotazioni di visite ed esami sospesi. L’ultima rilevazione, di pochi giorni fa, fa riferimento a 62 mila casi. Mentre a giugno erano a oltre 87 mila. Meno 25 mila. C’è ancora tanto da fare ma le azioni messe in campo dall’amministrazione regionale stanno sortendo effetti tangibili. È stato istituito un osservatorio per monitorare giornalmente il fenomeno. È stato ricontrattato l’accordo con i privati, con una rivoluzione copernicana rispetto al passato: ora è la Regione a indicare la priorità degli esami da smaltire in base alle esigenze stabilite dal servizio sanitario e non viceversa.
Palazzo Donini sta anche lavorando con tutte le categorie dei medici sul fronte dell’appropriatezza delle prescrizioni che influisce, e non poco, sull’incremento delle domande. E ancora, è stato ricalibrato il sistema di prenotazione. Tante liste d’attesa erano rappresentate da appuntamenti a cui poi, anche a causa dei tempi lunghi, i pazienti non sono andati. Sono stati oltre 23.000 i cosiddetti “no show”, cioè le persone che non si sono presentate a visite o prestazioni prenotate nei primi quattro mesi dell’anno 2024.
Per comprendere meglio il fenomeno delle liste d’attesa ecco alcuni dati forniti dalla Regione: da dicembre 2024–aprile 2025 ci sono state 36.328 prenotazioni in più rispetto allo stesso periodo di riferimento, e cioè dicembre 2023–aprile 2024. Nel 2025 sono state ampliate le disponibilità per recuperare le prestazioni degli anni 2024 e precedenti, al 1° gennaio 2025, pari a 71.237, mentre al 1° gennaio 2024 le prestazioni residuali rispetto agli anni precedenti erano pari a 45.931. Ovvero al 1° gennaio 2025 si registravano 25.306 prestazioni residuali in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
La domanda aggiuntiva di prestazioni nel 2025, rispetto al 2024, ha inciso sul numero di percorsi di tutela al 3 giugno 2025 pari a 87.557. Adesso con gli interventi applicati siamo a quota 62 mila. Con il nuovo piano socio sanitario regionale in fase di elaborazione l’obiettivo è arrivare a una soglia “fisiologica” di 40 mila prestazioni in attesa. Posto che la media delle altre regioni, stando ai dati Agenas, è più alta (in negativo) rispetto a quella del Cuore verde nelle principali prestazioni monitorate.
Intanto sul fronte del centrodestra non si placa la polemica. I consiglieri regionali hanno chiesto i numeri ufficiali. È intervenuto sul tema l’onorevole Riccardo Augusto Marchetti, segretario della Lega Umbria. Che legge i dati da un’altra angolazione, mettendoli a confronto col passato. L’interpretazione è decisamente negativa. “È inaccettabile - scrive Marchetti - che la giunta Proietti continui a sottrarsi al dovere di trasparenza, occultando i numeri reali delle liste d’attesa in Umbria. Da quasi due mesi la direzione salute omette di fornire i dati aggiornati, nonostante una formale richiesta di accesso agli atti presentata il 17 settembre dai consiglieri regionali della Lega. Dopo tre solleciti ufficiali, nessuna risposta.
Quando si sceglie il silenzio, è perché non si vogliono rendere noti dati evidentemente scomodi. Le cifre disponibili sono eloquenti: a settembre 2024, sotto la guida del centrodestra, le prestazioni in attesa erano circa 44 mila, a febbraio 2025, con la nuova giunta, sono salite a 77 mila, a giugno hanno oltrepassato le 87.500. Un incremento vertiginoso che testimonia il fallimento delle politiche sanitarie dell’attuale esecutivo regionale, che tenta ora di celare la realtà dietro un muro di opacità amministrativa. La presidente Proietti, in campagna elettorale, aveva promesso di azzerare le liste d’attesa in tre mesi.
A quasi un anno dal voto, non solo quell’impegno è stato disatteso, ma si è scelto di negare perfino la verità ai cittadini. Si tratta di un comportamento grave, indice di una gestione confusa e autoreferenziale, che tradisce la fiducia degli umbri e calpesta il principio di responsabilità istituzionale. La trasparenza non è un atto di cortesia, ma un dovere imprescindibile di ogni amministrazione pubblica”. La giunta Proietti, esorta Marchetti nel finale, “esca dall’omertà e renda finalmente conto ai cittadini del proprio operato: è tempo che chi governa questa Regione si assuma fino in fondo la responsabilità del proprio fallimento”.
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