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Mosca e caldo torrido hanno quasi dimezzato la produzione di olio extra vergine d'oliva. Con le operazioni di raccolta delle olive che in Umbria si avviano alla conclusione, in controtendenza con le previsioni a livello nazionale, trovano conferma le stime di un calo produttivo che si attesterà, rispetto allo scorso anno, intorno al 40%, con una situazione però “a macchia di leopardo” per i diversi territori.
Una stagione che ha subìto gli effetti sfavorevoli causati soprattutto dalla mosca olearia e dal clima. “Come Aprol - ricorda Giulio Mannelli, presidente Aprol Umbria e Vicepresidente Coldiretti Perugia - ne abbiamo monitorato l'andamento in tutta l'Umbria, riscontrando come essa abbia colpito in vari territori della regione, favorita anche dal ritorno di importanti piogge estive che hanno agevolato quella condizione di umidità ideale al suo sviluppo. Ad influire sul calo produttivo - prosegue Mannelli - pure il noto fenomeno dell'alternanza produttiva, che fa si che dopo un'ottima stagione a livello quantitativo, ne segua di solito una cosiddetta di ‘scarica’.
Nonostante le difficoltà di questa campagna - sottolinea Mannelli - gli olivicoltori umbri hanno dimostrato ancora una volta competenza e resilienza. Il calo produttivo era prevedibile, in una stagione confermatasi complessa ma comunque dignitosa, con una qualità a buoni livelli e rese in ascesa rispetto alla scorsa campagna.
La complessità di questa stagione e lo sforzo di tante aziende - precisa Mannelli - ci ricordano quanto sia indispensabile investire in prevenzione, ricerca e tecnologie di monitoraggio. Per questo stiamo lavorando per offrire strumenti sempre più efficaci agli imprenditori, perché solo con un approccio integrato e moderno possiamo garantire stabilità produttiva e valorizzare il nostro olio nel tempo.
Anche in un'annata di minori quantità l'Umbria - conclude Mannelli - riesce a produrre un olio di grande carattere, riconoscibile e apprezzato. È la prova che la cura dell'oliveto e la professionalità dei nostri frantoiani fanno davvero la differenza. La riduzione dei volumi non deve scoraggiare: è piuttosto uno stimolo a rafforzare la filiera, a puntare su aggregazione, promozione e valorizzazione dell'origine umbra. L'olio della nostra regione continua a essere sinonimo di qualità e autenticità, e su questo dobbiamo continuare a costruire il futuro del comparto, fondamentale anche per la tutela dell'ambiente”.
In Umbria, secondo elaborazioni Coldiretti, si trovano quasi 7,5 milioni di piante di olivo che coprono circa 30.000 ettari e permettono di produrre mediamente circa 65.000 quintali di olio l'anno. La Dop dell'olio extravergine di oliva Umbria, è estesa all'intero territorio regionale, che è stato suddiviso in cinque sottozone (Colli Assisi-Spoleto, Colli Martani, Colli del Trasimeno, Colli Amerini e Colli Orvietani). Snodo essenziale della qualità dell'olio umbro, è il numero dei frantoi: circa 200, che, con una presenza così capillare sul territorio, permettono la frangitura immediata delle olive, senza che queste si deteriorino per una presenza troppo lunga in magazzino prima della lavorazione.
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