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Alunno: "Ho superato la paura del giudizio. Sanremo Giovani? Ho mandato tutto a due giorni dalla scadenza, avere Carlo Conti davanti è impattante. Alfa mi ha scoperto su Tik Tok"

Reduce della prima selezione della Commissione Musicale del Festival, il giovane cantautore eugubino ripercorre i retroscena delle sue esperienze più intense

Claudia Boccucci

04 Novembre 2025, 10:38

Alunno: "Ho superato la paura del giudizio.  Sanremo  Giovani? Ho mandato tutto a due giorni dalla scadenza, avere Carlo Conti davanti è impattante. Alfa mi ha scoperto su Tik Tok"

"Siamo qui per fare ciò che ci piace e fregarcene del giudizio non costruttivo". Quella che per molti è una lezione mai imparata, per Mattia Alunno è la chiave per conquistare, un passo alla volta, l'attenzione dell'industria musicale. In arte semplicemente Alunno, il cantautore eugubino ha solo 23 anni ma le idee chiarissime: tra la finale del prestigioso Premio Lunezia, la vittoria del contest Music Searcher di Radio Number One, la selezione a Sanremo Giovani e le aperture di concerti nazionali, ripercorre i retroscena di una carriera ancora agli esordi.

Finalista al Premio Lunezia, vincitore del contest di Music Searcher e selezionato a Sanremo Giovani. Te lo aspettavi?

"Per il Premio Lunezia, l'anno scorso avevo presentato una candidatura che non era passata. Ci ho riprovato con 'Rosa Gialla' e sono arrivato in finale. Non ho vinto, ma è stata un'esperienza bellissima. Essere lì, in un premio così prestigioso, è stato un onore. Per Sanremo Giovani, inizialmente non ci pensavo nemmeno: ho mandato tutto due giorni prima della scadenza delle iscrizioni. È stata una grande soddisfazione, un riscontro importante. Il brano l'ho prodotto interamente da solo, mentre per il testo mi ha aiutato un ragazzo di Milano. C'è ancora tanto da fare, so cosa devo migliorare. Magari riproverò l'anno prossimo, o forse non ce ne sarà bisogno. Per partecipare serve un'etichetta, e non è sempre facile. Mi ha confermato che quello che faccio è valido, anche senza bisogno di riconoscimenti esterni".

Che effetto fa esibirsi nella storica Sala A di via Asiago a Roma?

"Ero teso, non lo nego: aspettare lì, poi ritrovarti Carlo Conti davanti... è impattante. L'ansia da prestazione ha sicuramente influito. Ma andando avanti con le esperienze, impari a gestirla meglio. All'inizio ti blocca, poi ti alimenta".

Di cosa parla 'Bonnie & Clyde', il brano che hai presentato a Sanremo Giovani?

"È una metafora che riprende un amore caotico, confusionario, fatto di cose non dette e problemi che si creano dal nulla. Ho preso spunto da Bonnie & Clyde, quel loro legame turbolento, e l'ho trasposto in ambito artistico. La base musicale l'ho prodotta nella mia cameretta, partendo da una ricerca sui suoni. Quello che ha colpito a Sanremo, credo sia stato proprio questo: è rimasta tale e quale, senza ritocchi in studio".

Anche Nicolò Filippucci è stato selezionato per Sanremo Giovani. Lo hai conosciuto?

"Nicolò lo conoscevo già prima di Amici. Ci siamo incontrati a un concorso, il 'Tour Music Fest'".

Come lui, hai mai pensato alla scuola di Maria De Filippi come trampolino di lancio?

"Mentirei se dicessi di no. Ho fatto i provini quest'anno, ma non sono passato. È stata comunque un'esperienza nuova, con insegnanti validi. È un'opportunità da cogliere, ma devi avere un'idea chiara del tuo stile e di cosa vuoi dire al pubblico. Altrimenti rischi di perderti".

Parlando di trampolini, hai aperto il concerto di Alfa a Sabaudia, davanti a 5mila persone. Com'è nata questa collaborazione?

"Con Alfa è stata un'occasione grandissima. Pubblicavo cover su TikTok, e lui ha iniziato a seguirmi. Non capita spesso che un artista segua un emergente. La mia manager ha mosso i fili, contattandolo, e da lì ho aperto il suo concerto. Alfa è una persona fantastica, gentilissimo. Avevo paura sul palco, ma poi non volevo più scendere: il pubblico era super caloroso". 

Si può dire lo stesso per gli Earth, Wind & Fire e per Piotta?

"Degli Earth, Wind & Fire Experience c'erano alcuni della formazione originale e altri nuovi, è stata la mia manager a propormi come opener. Essendo stato nello stesso periodo di Alfa, è stato faticoso, ma impagabile e assurdo. L'ansia lascia spazio al divertimento. La gavetta ti insegna a gestirla. E sai, davanti a tanta gente ti senti meno giudicato che davanti a poche persone, fa meno soggezione".

Quali sono i prossimi progetti?

"Sto preparando diverse canzoni, tutto è in movimento. Le opportunità si creano strada facendo, come si dice si chiude una porta e si apre un portone. Non so nemmeno io cosa potrò fare, ma ci sono molte cose in ballo".

Uno dei tuoi brani di punta è "Rosa Gialla", vincitrice del contest radiofonico Music Searcher e candidata al Lunezia. Parla di un'esperienza personale?

"Assolutamente sì, è la mia preferita. La rosa gialla è simbolo di amicizia ma anche di lontananza, e il brano racconta la paura del pregiudizio quando ti esponi come artista. Da piccolo avevo questa vocazione, ma in adolescenza subivo prese in giro sarcastiche. Ero timido e riservato, e questo mi frenava. Non è una città come Gubbio il problema in sé – queste dinamiche ci sono ovunque – ma io le subivo di più a causa del mio carattere. Col tempo acquisisci consapevolezza".  

Quando è nata questa passione per la musica?

"Canto da quando ne ho memoria. Crescendo mi sono avvicinato alla chitarra, poi al violino a scuola – mi piaceva, ma non troppo – e all'orchestra. Imparo velocemente gli strumenti, ma serve studio costante. L'ultimo è il pianoforte, fondamentale per la produzione, che ho scoperto essere una grande passione. Avevo le idee chiare fin da piccolo, la fiamma era sempre accesa. Guardavo altro per paura, ma col Covid ho capito che è questo che voglio. Il parere degli altri non conta. Siamo qui per fare ciò che ci piace e fregarcene del giudizio non costruttivo".

E i tuoi genitori? Come hanno reagito?

"L'hanno sempre saputo, ho i genitori migliori del mondo. Mi hanno sostenuto da subito, capendo che era questo il mio talento. Durante il Covid mi sono messo a produrre da autodidatta, anche per non chiedere soldi a loro. Ho fatto quattro demo e le ho mandate in giro".

Quindi, il cantante a tempo pieno? O hai un piano B?

"La mia strada è la musica, la direzione è quella. Ho altre idee, magari a livello culinario: chissà, un giorno potrei aprire un'attività parallela. Ma la priorità è la musica".

Qual è la difficoltà più grande per emergenti come te?

"Con i social, tutti fanno musica. La sfida è distinguerti, strutturare un'identità coerente. Lavorare per farti notare all'inizio è durissimo. Pubblicando sui social ti fai conoscere e costruisci il team, senza il quale non vai da nessuna parte. Sono difficoltà iniziali: una volta che incontri un'etichetta interessata, sali di livello".

Un consiglio che daresti ai tuoi coetanei?

"Fate, provate, sbagliate e buttatevi. Non aspettate il momento perfetto o la perfezione. Insistete, rompete le scatole a chi ha più voce nel mondo della musica. Muovetevi, non restate fermi".

Cosa ti auguri per il futuro?

"Di arrivare a più persone possibili, che possano cogliere nella mia musica lo stesso conforto ed emozione che provo io ascoltando i miei artisti preferiti. Trasmettere, canzone dopo canzone, sarebbe questo il goal più grande". 

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