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La Scuola Paritaria Primaria Sacro Cuore compie 115 anni: da Carlo Liviero a oggi, una storia di educazione e valori

Annalisa Ercolani

05 Novembre 2025, 09:57

La Scuola Paritaria Primaria Sacro Cuore compie 115 anni: da Carlo Liviero a oggi, una storia di educazione e valori

La Scuola Paritaria Primaria Sacro Cuore

Oggi, mercoledì 5 novembre, la Scuola Paritaria Primaria Sacro Cuore festeggia un traguardo che parla di storia e di futuro: 115 anni di vita e di educazioneUn anniversario che rende omaggio alla visione lungimirante di Monsignor Carlo Liviero, vescovo di Città di Castello dal 1910, uomo di fede e di azione che fece della scuola uno strumento di riscatto sociale e di crescita culturale per i più poveri.

Le origini: la scuola come risposta alla povertà educativa

Correva il 1910 quando Carlo Liviero, appena nominato vescovo, arrivò a Città di Castello trovando una realtà in cui la maggior parte degli adulti era analfabeta e molti bambini non frequentavano la scuola. Sensibile alle difficoltà del territorio e convinto che la cultura fosse una via di emancipazione, Liviero non tardò a fondare una scuola elementare maschile gratuita nei locali del Palazzo Vescovile, puntando a offrire un’occasione di riscatto soprattutto ai più poveri e ai figli degli operai.

La notizia dei lavori per ristrutturare gli ambienti che serviranno per la scuola privata maschile (da "Voce di Popolo", 17 settembre e 15 ottobre 1910)

Il 5 novembre 1910 il Regio Provveditorato agli Studi autorizzò ufficialmente l’apertura della Scuola Vescovile, affidata a insegnanti formati e appoggiata da tutta la comunità che fu coinvolta, fin dai primi giorni, con raccolte fondi e iniziative di sostegno.

I primi alunni della scuola con i maestri e alcuni sacerdoti. Evidenziato dalla freccia, Don Luigi Desiderà, segretario e cugino di Carlo Liviero

Carlo Liviero: il cuore dell’opera educativa

Carlo Liviero, sacerdote di forti doti umane e spirituali, ha lasciato un segno indelebile nella storia della Scuola Paritaria Sacro Cuore grazie alla sua pedagogia pionieristica e inclusiva. Portò in Umbria idee innovative: coinvolgimento diretto dei genitori nell’educazione dei figli, ai quali raccomandava: "Insegnate con l'esempio più che con le parole", attenzione alle difficoltà sociali ed economiche degli studenti, apertura di scuole serali e corsi di lingue per adulti. Liviero era convinto che il compito della scuola dovesse essere duplice: istruire ed educare, affinché la conoscenza servisse realmente a migliorare la persona e la società.​

Carlo Liviero

Il suo approccio didattico era all’avanguardia: considerava il dialogo e l’amore strumenti educativi più efficaci della semplice disciplina e ripeteva spesso che l’apprendimento dovesse essere un’esperienza viva, una conversazione familiare in grado di stimolare curiosità e interesse nei bambini. Introdusse molte innovazioni per l’epoca, come il coinvolgimento attivo dei genitori nel processo educativo e la promozione di una pedagogia basata sull’amore, la fiducia e l’esempio pratico.​
Al centro del suo metodo si trovavano il rispetto dei talenti di ciascun alunno, il valore della collaborazione e il ruolo della comunità scolastica come spazio di partecipazione responsabile delle famiglie. Questi valori, assieme alla formazione integrale della persona, continuano a essere i pilastri che ispirano la Scuola Paritaria Primaria Sacro Cuore e la sua missione educativa ancora oggi.

1932: un momento di crisi e di rinascita

Nel 1932 la comunità educativa della Scuola Vescovile affrontò il momento di crisi più profondo della sua storia: la morte improvvisa di Carlo Liviero, il fondatore e anima dell’istituto. La sua figura era stata per oltre vent’anni il riferimento educativo, spirituale e operativo dell’intera struttura. Con la scomparsa del vescovo molti temettero per la tenuta e la continuità del progetto.

Nonostante il senso di vuoto e una fase di comprensibile incertezza, la scuola trovò la forza di proseguire nell’eredità lasciata dal fondatore. La sua attenzione ai poveri, la promozione della cultura come riscatto sociale e l’impegno per una formazione umana integrale rimasero impressi nelle pratiche quotidiane e nel modello educativo dell’istituto, che seppe superare la crisi e continuare il percorso di crescita, accoglienza e innovazione.​ Quell’esperienza di difficoltà cementò ulteriormente lo spirito di comunità e di servizio che ancora oggi caratterizza la scuola.

Gli anni difficili: la scuola durante la Seconda guerra mondiale

Gli anni della guerra rappresentarono una prova durissima. Durante i bombardamenti del 1944, molti alunni furono costretti a rifugiarsi nelle campagne e le lezioni furono sospese più volte per motivi di sicurezza. In una cronaca di quei giorni, suor Redenta Dominici racconta: "Lo spavento causato dal bombardamento di ieri ha disperso tutti gli allievi. Due alunni soltanto sono venuti questa mattina che ho poi rimandato a casa". Quando, dopo una lunga interruzione, le lezioni ripresero a giorni alterni, la maestra annotò una frase indimenticabile, pronunciata dall'alunno Capecci: "Suora, se detto che dobbiamo morire dietro un bombardamento, non è meglio che la morte ci colga compiendo il nostro dovere?". Un vero esempio di coraggio e senso civico nel cuore della tragedia.​ 

Gli alunni coltivano un piccolo orto di guerra

Il periodo di svolta e rinnovamento nella scuola

Nel 1965, la scuola trovò sede in un nuovo edificio, progettato per accogliere al meglio alunni e attività didattiche. Nel 1971 un’altra importante svolta: l’ammissione delle bambine e l’ampliamento dei servizi per venire incontro alle esigenze delle famiglie numerose e ai cambiamenti della società locale. Gli anni Ottanta segnarono poi il definitivo passaggio alla gestione delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore con innovazione didattica, nuove attività e una crescente attenzione all’accoglienza e all’inclusione.

Oggi: una scuola viva, tra educazione, dialogo e comunità

Dal 2001 la scuola ha ottenuto la parità scolastica e oggi è un punto di riferimento per tutto il territorio: luogo di dialogo tra culture, di promozione di valori civili e cristiani e di attenzione alle necessità di studenti e famiglie di ogni provenienza. Il progetto educativo pone la persona al centro, valorizzandone intelligenza, creatività, volontà, dignità e vocazione, in un clima familiare e di corresponsabilità tra insegnanti, alunni e genitori.​ 

Il logo della scuola

Nei corridoi si respira un’aria di serenità e gioia autentica: i bambini ridono, giocano e imparano insieme. Alcuni di loro, prendendo in mano il microfono, tra emozione e timidezza, hanno raccontato con entusiasmo la loro esperienza: "Questa scuola è bella perché se entri triste, esci felice". Per loro come: "Una casa piena di amici, con maestre sempre pronte ad ascoltare e ad aiutare", creando in questo modo una realtà educativa che continua a coniugare istruzione e umanità. Non a caso, il logo della scuola rappresenta due figure stilizzate che si abbracciano, simbolo dell’amore educativo e dell’unione tra le diverse componenti della comunità scolastica, su un fondo azzurro che richiama la serenità e la pace che si respirano ogni giorno tra le sue mura.

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