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Sisma 2016, ora la ricostruzione è arrivata al rush finale: rientrate a casa 6.600 persone su 7.800

Complessivamente la sistemazione è arrivata all'89%

Alessandro Antonini

29 Ottobre 2025, 11:51

Sisma 2016, ora la ricostruzione è arrivata al rush finale: rientrate a casa 6.600 persone su 7.800

La ricostruzione post sisma 2016 è al rush finale. Sono rientrati a casa circa 2.650 nuclei familiari per un totale di 6.600 persone. I dati sono forniti dalla struttura commissariale capitanata da Guido Castelli e riguardano l’intero cratere. Nel 2016 erano 7.800 i residenti rimasti senza casa per un totale di 3.380 nuclei familiari assistiti. Ad oggi ammontano a 1.200 persone che devono ancora rientrare (730 nuclei assistiti).

L’accelerazione è stata evidente negli ultimi anni, grazie alla spinta sulla ricostruzione privata. Il commissario Castelli lunedì a Norcia ha annunciato che sono stati erogati quasi 7 miliardi di euro per la ricostruzione privata, di cui il 65% erogati negli ultimi tre anni.

Ora sono in arrivo per le opere pubbliche 50 milioni che dovranno interessare i territori meno colpiti dal sisma 2016, anche fuori dal cratere, affinché l’intervento nel suo complesso risulti omogeneo.

Dal 2016 — dati ufficiali aggiornati al 15 agosto — l’Ufficio speciale ricostruzione Umbria ha avviato 3.694 cantieri per la ricostruzione privata, di cui 2.235 già conclusi, “permettendo il ritorno delle famiglie per la maggior parte nelle proprie abitazioni e delle attività economiche nei loro luoghi di lavoro”. A fronte di 5.248 istanze presentate, 3.699 sono state concesse, mentre 988 sono state rigettate o archiviate. La ricostruzione leggera è quasi completata, con una percentuale di evasione pari al 93%, mentre quella pesante prosegue con un ritmo sostenuto, raggiungendo l’84%. Complessivamente, lo stato di attuazione della ricostruzione privata si attesta all’89%.

Quanto agli importi richiesti con le istanze di contributo, in Umbria, al 14 agosto 2025, sono pari a 1.924.666.058,27 € di cui 1.328.469.212,04 € concessi e 807.105.267,85 € liquidati.

Ma il piano di ricostruzione va oltre i numeri. L’obiettivo delle istituzioni è trasformare quello che oggi è il cratere sismico in un legame tra le regioni del Centro Italia (Umbria, Marche, Abruzzo, Lazio) che possa diventare strutturale e potenziare così infrastrutture e servizi. Non sono secondari gli sforzi rivolti alla prevenzione: in tutti gli interventi messi in campo sono state utilizzate “tecniche innovative e soluzioni tecnologiche più avanzate ed ecosostenibili, da Castelluccio alla basilica di San Benedetto, dalle scuole agli ospedali”, per fare del cratere l’alfiere nazionale della prevenzione più spinta, perché le aree interne possano convivere con la fragilità e la sismicità garantendo la maggiore sicurezza e i minori rischi per i cittadini.

C’è stata anche un altro tipo di prevenzione. L’Usr Umbria ha adottato misure rigorose per garantire la legalità e la trasparenza, prevenendo infiltrazioni mafiose e episodi di malcostume. Grazie alla piattaforma digitale Ge.Di.Si., è possibile monitorare in tempo reale i cantieri, rafforzando i controlli su sicurezza, lavoro nero e concorrenza sleale.

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