Attualità
La Basilica di San Benedetto dopo la ricostruzione
Fino a poco tempo fa era difficile immaginare un futuro in cui la Basilica di San Benedetto potesse tornare ad essere il simbolo di Norcia. Era il 30 ottobre 2016, quando una terribile scossa ridusse in macerie gran parte dell'edificio, facendo precipitare il campanile direttamente nella cripta sottostante. Oggi, a nove anni di distanza da quella tragedia, la stessa data – il 30 ottobre – non verrà più associata al solo dolore di un'intera nazione, ma anche al ricordo di una ricostruzione storica. Ed è così che il soffitto, interamente ricoperto in legno scuro, e l'altare, arricchito da due bassorilievi moderni, si uniscono a una serie di affreschi ritrovati lungo la navata.
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Non tutto è andato perduto. Dalle rovine, infatti, sono venute alla luce opere artistiche di inestimabile pregio, sepolte per secoli sotto strati di muri a sacco, edificati nei vari restauri di rifacimento post sisma che si sono susseguiti nel corso degli anni. Tra questi tesori emersi, il pezzo più emblematico è un affresco del 1458 posizionato sul transetto sinistro poco prima del presbiterio, raffigurante la Vergine in trono al fianco di San Benedetto, che regge tra le braccia la città di Norcia. Non lontano, all'inizio della navata laterale sinistra, è stata rinvenuta un'altra rappresentazione della Madonna in trono. Scendendo in sacrestia e nella cripta, adiacente all'antica dimora di San Benedetto, si erge un maestoso muro di epoca romana in opus reticolatum, sul quale è stato ritrovato un frammento raffigurante San Pietro che tiene in mano le chiavi del Paradiso, metafora di transizione e salvezza.
Ed è nella giornata di ieri – lunedì 27 ottobre - che il Corriere dell'Umbria ha potuto accedere al cantiere ormai concluso, dove gli addetti ai lavori completavano gli ultimi dettagli. A fare da guida sono stati l'arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo, insieme al commissario governativo per la rinascita delle zone colpite dal sisma 2016, Guido Castelli e il sindaco di Norcia, Giuliano Boccanera. I lavori per la basilica, iniziati il 16 dicembre 2021, segnano una tappa decisiva nel percorso di ripresa dell'intero cratere sismico. "La ricostruzione - ha illustrato Castelli - rappresenta un punto di svolta per tutta la ricostruzione post sisma. Documenta il cambio di passo di tutta la ricostruzione e genera fiducia, creando un clima positivo che oltrepassa il cratere. In queste settimane stiamo raggiungendo i 7 miliardi di ricostruzione privata erogati, di cui il 65% liquidati negli ultimi tre anni. A Norcia sono rientrate a casa 730 famiglie, circa duemila persone. Sei pratiche su 10 hanno visto la fine dei lavori. Diverse attività commerciali storiche hanno riaperto, si stanno concludendo e termineranno entro l’anno gli interventi al municipio, al teatro e al polo scolastico. Da qui alla prossima estate finiranno tanti altri cantieri. La rinascita della basilica è una svolta importante anche in termini di turismo. Poi, a metà novembre si concluderà l'iter legislativo sulla Zes, un'opportunità da cogliere per le aree interne".
Tra i molteplici significati che la ricostruzione porta con sé, l'arcivescovo Boccardo si è focalizzato su un messaggio in particolare: "Le macerie non hanno ultima parola. Far capire alle persone che ancora sono fuori casi che ricostruire è possibile, è un segnale importante". Il lavoro collettivo è stato la chiave, perché "si riesce a costruire e ricostruire quando ci si mette insieme – continua Boccardo .- In una società sempre più individualista, un'operazione come questa ci dice che se si condivide un fine per il bene di tutti si riesce a raggiungerlo". E in questo nuovo capitolo appena iniziato, la regola benedettina dell'ora et labora risuona più che mai come un mantra da non dimenticare. "È un messaggio a questa Europa alla ricerca di un'anima che non può essere solo economica, finanziaria e armata. Serve un sogno spirituale", ha concluso l'arcivescovo.
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