Patrimonio
Una scritta in caratteri latini quasi scomparsa è stata riportata alla luce dopo migliaia di anni. E già questa sarebbe di per sé una notizia. Se poi la scritta è stata vergata con inchiostro composto da sostanze di natura organica sulla tavola II B delle Tavole eugubine allora il rilievo è di caratura internazionale. Non a caso i ricercatori l’hanno definita una “scoperta epocale”. Il ritrovamento era stato annunciato mesi fa durante la Festa delle Tavole Eugubine, negli scorsi giorni nella sala dell’ex refettorio della biblioteca comunale Sperelliana di Gubbio è stato spiegato tutto con dovizia di particolari.
Si tratta di una frase su più righe che è in pratica il riassunto del contenuto della tavola. “Una specie di piccolo indice” ha detto il glottologo Alberto Calderini dell’Università degli Studi di Perugia. Dopo l’introduzione del direttore del Museo civico Roberto Borsellini, interessanti gli interventi del chimico Aldo Romani, di Augusto Ancillotti e Riccardo Massarelli dell’Irdau, e di Francesca Rosi del Cnr – Scitec Giulio Natta su come è stata riportata alla luce, sul tipo di strumentazione usato.
Quattro gli argomenti sintetizzati nella scritta e presenti in forma estesa nella Tavola: il sacrificio riparatorio, il sacrificio del cagnolino, il sacrificio per le Semenie Decurie e il sacrificio del vitello vufru.

L'esame eseguito su una delle Tavole eugubine
Questo il testo ricostruito dall’equipe multidisciplinare di studiosi che si sono avvalsi di innovative tecniche in indagine iperspettrale: “Questa è la tavola per cui si fa il sacrificio del cagnolino (sul quale si è soffermata l’attenzione del professor Augusto Ancillotti, uno dei più grandi studiosi delle Tavole) il giorno prima delle “intermensas sesta” (e del vitello) uofrum e alle Semenie Decurie e se qualche portentum sia stato osservato nell’extispicium”. Viene da pensare: l’esigenza di fare un riassunto in latino stia a significare che in epoca augustea erano in pochissimi coloro che riuscivano ancora a leggere e comprendere il contenuto? Il progetto è il risultato di una collaborazione scientifica di alto livello tra il Museo civico di Palazzo dei Consoli, l’Università degli Studi di Perugia, il Cnr – Scitec Giulio Natta e l’Irdau – Istituto di ricerca e documentazione sugli antichi umbri, che da tempo operano insieme per la valorizzazione e la conoscenza del patrimonio archeologico e storico della città.
Dopo aver portato i saluti del sindaco Vittorio Fiorucci e dell’amministrazione comunale, a margine dell’evento l’assessore alla Cultura Paola Salciarini ha detto: “La Tavole eugubine ancora oggi ci parlano perché continuano a farci scoprire qualcosa di più di ciò che c’è inciso. Le Tavole eugubine rappresentano un elemento identitaria della nostra comunità e l’amministrazione comunale continua a promuovere la conservazione e la valorizzazione di questo importantissimo documento della civiltà degli antichi umbri”. “Si tratta di un risultato di grande rilievo scientifico e culturale - ha proseguito - che conferma il ruolo centrale di Gubbio come luogo di ricerca, studio e conoscenza delle civiltà antiche dell’Italia centrale. Le Tavole eugubine continuano a rivelare nuovi elementi e significati, e questa scoperta testimonia il valore della collaborazione tra istituzioni e centri di ricerca come l’Irdau, l’Università di Perugia, il Cnr. Quindi un lavoro in sinergia che ha prodotto e produrrà significativi risultati”.
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