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Macchinario salvavita all'ospedale di Perugia

Francesca Marruco

25 Ottobre 2025, 10:43

Macchinario salvavita all'ospedale di Perugia

L'acceleratore lineare di ultima generazione, capace di innalzare dal 50 al 75 per cento le guarigioni dei pazienti adulti sottoposti a trapianto di midollo osseo, di trattare i tumori con una precisione senza precedenti perché risparmia i tessuti sani, è realtà. È stato inaugurato ieri pomeriggio nel reparto di Radioterapia oncologica dell'ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, che all'acquisto del macchinario – uno dei cinque esistenti in Italia – aveva destinato fondi da lui direttamente gestiti. Radixact, questo il nome dell'acceleratore lineare, combina in un'unica apparecchiatura una macchina per la terapia radiante, un sistema di tomografia computerizzata e un controllo in tempo reale dei movimenti degli organi, permettendo così di individuare tumori anche molto piccoli e seguirne lo spostamento dovuto alla respirazione.

È entrato in funzione dall'inizio di settembre e permette di trattare 25 pazienti al giorno. Le caratteristiche del macchinario – costato poco più di sette milioni – consentono di somministrare dosi elevate di radiazioni in un'unica soluzione, anche in più sedi contemporaneamente. Radixact è particolarmente indicato per i tumori del polmone in stadio avanzato, non operabili, e per quelli del distretto testa-collo. La sua capacità di risparmiare i tessuti sani lo rende prezioso nel trattamento dei tumori pediatrici, per la possibilità di preservare i tessuti sani nei piccoli pazienti.

Ma è il connubio tra l'eccellenza del macchinario e quella dei team dell'ematologia perugina a fare la differenza: la Radioterapia oncologica di Perugia è tra i pochi centri ad aver sviluppato la tecnica TMLI (Total Marrow, Lymphoid Irradiation) per la preparazione di pazienti che verranno sottoposti a trapianto di midollo osseo, che consente di irradiare in modo mirato ossa e linfonodi. Questa innovazione ha reso possibile effettuare trapianti anche in pazienti oltre i 70 anni e aumentare le dosi in pazienti non in remissione, riducendo il rischio di recidiva.

Al taglio del nastro, oltre al ministro Schillaci, c'era tutta la politica: il sottosegretario all'Interno, Emanuele Prisco, il presidente della Commissione Affari sociali, Sanità e Lavoro del Senato, Franco Zaffini, la governatrice dell'Umbria, Stefania Proietti, l'europarlamentare Marco Squarta, la ex presidente Donatella Tesei, l'ex assessore Paola Agabiti, i consiglieri regionali FdI Matteo Giambartolomei ed Eleonora Pace e l'assessore di Perugia, Francesco Zuccherini. Accanto alla politica, la direttrice regionale alla Salute, Daniela Donetti, il direttore generale dell'ospedale, Antonio D'Urso, i primari dei reparti coinvoltiCynthia Aristei, direttrice della Radioterapia Oncologica; Mauro Marchesi, direttore del Dipartimento di Oncologia; Francesco Arcioni, direttore facente funzioni della Oncoematologia Pediatrica; Maria Paola Martelli, direttrice di Ematologia – e Franco e Luciana Chianelli, che a lungo hanno chiesto l'acquisto di questo importante macchinario.

Era stato proprio in occasione di una visita al residence, che contribuisce a rendere Perugia un'eccellenza nel campo, che il ministro – a cui il senatore Zaffini aveva sottoposto la questione – aveva fatto una promessa. E ora è realtà.

"Elogio la grande professionalità dei medici – ha detto il ministro –, degli infermieri e di tutti gli operatori sanitari. Investire nelle innovazioni tecnologiche è l'azione migliore per garantire le cure più efficaci: i progetti tecnici e la ricerca scientifica avanzata consentono di mettere a disposizione strumenti sempre più all'avanguardia per rendere ancora più celeri le diagnosi, soprattutto in campo oncologico".

"L'azienda ospedaliera di Perugia – ha dichiarato il senatore Zaffini – è un ospedale di riferimento, non solo per la regione Umbria, ma rappresenta una eccellenza in Italia nel campo dell'ematologia che potrà ancora migliorare grazie a questo macchinario. Sono orgoglioso di aver contribuito attivamente alla riuscita di questo progetto per la mia regione e per gli umbri".

"Sono orgogliosa di assistere a questa inaugurazione che vede la sanità pubblica investire nell'innovazione tecnologica – ha dichiarato la governatrice Proietti, che oltre al ministro ha voluto ringraziare Zaffini, la ex presidente Tesei e i coniugi Chianelli –. Con l'arrivo dell'acceleratore, la Radioterapia rafforza ulteriormente la sua posizione di riferimento nei percorsi di trattamento di precisione e nella ricerca clinica internazionale. I risultati raggiunti sono il frutto di un grande lavoro di squadra che coinvolge medici universitari e ospedalieri, tecnici di radiologia, infermieri, operatori socio-sanitari, fisici sanitari, figure fondamentali nel percorso di cura dei pazienti oncologici".

Il dg dell'ospedale, Antonio D'Urso, ha detto: "Mi piacerebbe che sia la prima di tante inaugurazioni che faremo per rinnovare il parco tecnologico di questa azienda ospedaliera".

La professoressa Cyntia Aristei, direttrice di Radioterapia, è intervenuta a nome di tutti i primari spiegando le specifiche tecniche e ringraziando chi ha reso possibile l'acquisto e l'utilizzo di quella che è stata definita una "macchina super performante e super accessoriata".

Il sottosegretario Prisco, in una nota, ha sottolineato che "Negli ultimi due anni il Governo Meloni ha messo in campo un piano di rafforzamento della sicurezza negli ospedali italiani, riconoscendo la tutela del personale sanitario come priorità nazionale. A Perugia, già dai primi mesi del 2023, la Questura ha potenziato i posti di Polizia negli ospedali".

Dopo il taglio del nastro e la conferenza stampa, il ministro Schillaci ha fatto un veloce passaggio al residence Chianelli. Franco Chianelli ha detto: "Quando ho saputo di un acceleratore lineare di ultima generazione che, grazie alla sua millimetrica precisione, colpisce solo le cellule malate, preservando quelle sane e aumentando la guarigione negli adulti sottoposti a trapianto di midollo osseo dal 50 al 75 per cento, non potevo restare indifferente. Ho bussato a tutte le porte, dalla presidenza della Regione alla Direzione regionale della Sanità, alle Fondazioni bancarie, ho inviato lettere, anche dei pazienti in attesa di trapianto, organizzato convegni, tavole rotonde e dibattiti, e ho ricevuto solo promesse, ma non mi sono mai arreso perché la vita non ha prezzo. E finalmente oggi raggiungiamo un traguardo straordinario di cui sono felice ed orgoglioso".

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