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I killer non sono mai stati così amati come in questo momento. L’assassino è da sempre fonte di fascinazione per la cultura popolare, basti pensare alle centinaia di lettere che Ted Bundy e Jeffrey Dahmer hanno ricevuto in carcere tra la fine degli anni ’70 ’e gli anni 90 da parte di diverse donne che si definivano loro fan.
Eppure nell’ultimo decennio l’interesse generale per gli assassini è incrementato, lo testimoniano diversi prodotti, dai podcast ai prodotti seriali dedicati al true crime.
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Il podcast Elisa True Crime è ormai da diverso tempo in cima alle classifiche italiane, consolidandosi come uno dei prodotti più amati dagli italiani, tanto che perfino Netflix Italia ha recentemente coinvolto la podcaster per una serie di contenuti a tema sul proprio canale YouTube.
Allo stesso modo, serie come Monster (Netflix), True Detective (HBO) e Onlly Murders in The Building (Dinsey) rispettivamente alla terza, quarta e quinta stagione, continuano a macinare visualizzazioni sulle piattaforme di streaming.
Dopo la pubblicazione nelle scorse settimane della terza stagione della serie antologica Monster di Ryan Murphy legata al serial killer Ed Gein e una quarta stagione in pre-produzione ambientata nel XIX secolo dedicata all’assassina Lizzie Borden, anche Netflix Italia si è lanciata nel true crime con una sua produzione: Il mostro.
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Rilasciata nella giornata di mercoledì 22 ottobre, Il mostro racconta le indagini legate ad una serie di omicidi seriali compiuti nella campagna toscana tra il 1965 e il 1985 per mano del cosiddetto “Mostro di Firenze” . La serie diretta da Stefano Sollima è subito balzata in testa alla classifica delle serie più viste in Italia e anche la critica sembra convinta da questo nuovo prodotto italiano.
Recentemente il fascino dell’assassino ha raggiunto anche l’industria fast fashion. Nel mese di settembre, il colosso cinese Shein è finito in una controversia per un’immagine generata con l’intelligenza artificiale. Sul sito del marchio era apparso un modello particolare, un sorridente Luigi Mangione, assassino del CEO di UnitedHealthcare, con indosso una camicia a maniche corte bianca con fiori blu. Inutile dire che la camicia è andata sold out in tempo lampo.
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Il true crime non lascia scampo neanche al mondo della musica. Lo scorso mese il cantautore ventenne statunitense D4vd, nome d’arte di David Anthony Burke, è finto sotto indagine per l’omicidio della quindicenne Celeste Rivas Hernandez, dopo che il cadavere della ragazza era stato trovato all’interno della sua auto. Nei giorni successivi alla notizia, la canzone Romantic Homicide e l’intero catalogo musicale del cantante hanno raggiunto nuovi picchi sulla classifica globale di Spotify. L’ennesimo caso di ibristofilia o il tentativo di comprendere la psiche di un possibile assassino?
‘Romantic Homocide’ by d4vd is the biggest gainer on the Global Spotify chart, up 102 spots to #42 with 2.157 million streams.
— Pop Base (@PopBase) September 19, 2025
It also rises 63 spots to #13 on the US Spotify chart with 849k streams. pic.twitter.com/yFGT7iYBOZ
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