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In Umbria vive in povertà un bambino su cinque

I dati Istat parlano anche di un vuoto culturale: solo il 49,5% dei ragazzi legge e il 59,9% pratica sport

18 Ottobre 2025, 08:45

In Umbria vive in povertà un bambino su cinque

In Umbria, un bambino su cinque è in povertà relativa. Il disagio non è soltanto economico, ma anche culturale. Lo confermano anche i dati Istat più recenti: il 49,5% dei ragazzi umbri legge libri nel tempo libero e poco più della metà – il 59,9% – pratica sport, una percentuale in calo costante. In Umbria, un bambino su otto vive in povertà assoluta. Uno su cinque è in povertà relativa. Sono numeri freddi che raccontano storie fatte di rinunce, silenzi, sogni interrotti. Lo confermano anche i dati più recenti: il 49,5% dei ragazzi umbri legge libri nel tempo libero (meno della media nazionale), e poco più della metà – il 59,9% – pratica sport, una percentuale in calo costante. Cifre che parlano di una povertà che non è solo economica, ma educativa, culturale, relazionale. Una povertà che ruba il futuro ancor prima di cominciare a immaginarlo. E’ in questo scenario che, ieri, si è celebrata la Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà, istituita dall’Onu per ricordare che chi è povero non deve essere invisibile, che ha diritto ad essere ascoltato, sostenuto, messo nelle condizioni di partecipare e cambiare il proprio destino. E proprio in questa cornice si inserisce l’impegno della Fondazione L’Albero della Vita, che da più di un decennio lavora in tutta Italia - e anche a Perugia - per contrastare la povertà minorile con interventi concreti e quotidiani.


Nella sola città di Perugia, la Fondazione è attiva nei quartieri di Ponte Pattoli, Ponte San Giovanni, Ponte Felcino e Ponte Valleceppi con laboratori e attività che spaziano dal potenziamento scolastico per i bambini, all’educazione finanziaria per le mamme, fino ai percorsi di lettura condivisa tra genitori e figli. Obiettivo: offrire stimoli, costruire relazioni, accendere desideri. Perché quando si è piccoli, il rischio maggiore non è solo vivere senza ciò che serve, ma crescere senza sognare.
Proprio per celebrare questa giornata, ieri sono state previste due iniziative speciali: una gita educativa per le mamme, alla scoperta delle piante urbane grazie alla collaborazione con le associazioni Eureka e Pianeta Nuovo, e un laboratorio di lettura per genitori e bambini 0-6 anni nella sede di Ponte Felcino. Un modo semplice ma potente per rafforzare il legame genitore-figlio e avvicinare i più piccoli alla narrazione delle emozioni.


Dal 2014 ad oggi, il Programma nazionale contro la povertà minorile portato avanti dalla Fondazione ha sostenuto migliaia di famiglie in sei città italiane (oltre Perugia, anche Catanzaro, Genova, Milano, Napoli e Palermo), grazie a una rete che mette insieme scuole, enti locali, volontari e donatori. Quattro i pilastri dell’intervento: aiuto economico, supporto educativo, costruzione di comunità solidali e orientamento al lavoro. “La povertà minorile è un’emergenza invisibile - denuncia Salvatore Angelico, presidente della Fondazione - E’ inaccettabile che ci siano bambini che non possano invitare un amico a casa, fare sport o vivere esperienze capaci di generare fiducia. Serve un’azione collettiva, serve uno scatto di responsabilità da parte di tutti”.

Anche gli anziani a rischio

Se i bambini vivono in condizione di precarietà, non è migliore la condizione degli anziani. La consigliera Bianca Maria Tagliaferri (Umbria domani-Proietti presidente) ha annunciato di aver “predisposto, da diversi mesi, una proposta di legge per l’istituzione del garante della persona anziana nella Regione Umbria”, e di aver “lavorato insieme alle strutture dell’Assemblea legislativa perché la legge fosse pronta a integrarsi armonicamente con il nuovo quadro normativo delle figure di garanzia”.
Bianca Maria Tagliaferri, prima firmataria dell’iniziativa, ha sottolineato come la proposta nasca dalla consapevolezza della profonda trasformazione demografica che interessa la regione.

In Umbria, infatti, il 27,3% della popolazione residente ha superato i 65 anni e presenta un indice di vecchiaia (che misura il rapporto tra anziani e bambini) del 246,6% equivalente a 25 anziani ogni 10 bambini. Con questo quadro, l’Umbria si attesta al quinto posto fra le regioni più anziane d’Italia (dati Istat). “Di fronte a questa realtà -ha spiegato la vice presidente dell’Assemblea legislativa - è indispensabile un’attenzione istituzionale specifica, capace di garantire la tutela dei diritti e il benessere delle persone anziane, promuovendo politiche di inclusione e di invecchiamento attivo. Il garante della persona anziana rappresenta una risposta concreta a tali esigenze: una figura indipendente che possa monitorare le condizioni di vita, contrastare fenomeni di marginalizzazione e solitudine, e proporre interventi mirati a migliorare la qualità della vita degli over 65”.

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