Attualità
Nestlé taglia sull’occupazione. Il gigante alimentare svizzero nei prossimi due anni sforbicerà circa 16mila posti di lavoro a livello globale nel quadro di un piano di riduzione dei costi.
Un progetto che toccherà tutti, nessuno escluso. Anche se l’impatto potrà differenziarsi in base a ogni singolo Paese. Al momento non ci sono numeri per quantificare l’impatto sullo stabilimento di San Sisto, la Perugina, ma a richiesta specifica del Corriere dell’Umbria all’ufficio relazione esterne di Nestlé Italia è arrivata questa risposta ufficiale: “In merito alla richiesta, possiamo confermare che la riduzione della forza lavoro annunciata si applicherà alle geografie e alle funzioni su scala globale. Interesserà i prossimi due anni e potrà avere un impatto diverso in ciascun paese. In questa fase, non siamo in grado di fornire numeri specifici ma confermiamo che il piano sarà improntato, come sempre, al dialogo e al confronto nell’ambito del sistema di relazioni industriali del gruppo”, fanno sapere dalle relazioni esterne del gruppo elvetico.
Cgil e Cisl del settore alimentare stanno valutando eventuali impatti. La riduzione del personale è stata annunciata dal Ceo Philipp Navratil, nominato a settembre dopo il licenziamento di Laurent Freixe. Nei primi nove mesi il fatturato è calato dell’1,9% a 65,9 miliardi di franchi svizzeri. La crescita organica delle vendite è stata del 3,3%, con un andamento positivo in tutte le zone e nelle attività gestite a livello globale. La crescita interna reale si è rafforzata allo 0,6%, mentre i prezzi sono rimasti stabili al 2,8%. Le fluttuazioni dei cambi hanno avuto un impatto negativo del 5,4% e le acquisizioni nette un impatto positivo dello 0,1%. Il taglio dell’organico riguarderà circa 12.000 impiegati in diverse funzioni e aree geografiche, con un risparmio annuo di un miliardo di franchi entro la fine del 2027 (il doppio rispetto al piano originale di 0,5 miliardi), con i relativi costi di ristrutturazione una tantum che dovrebbero essere pari al doppio del risparmio annuo. Prevista un’ulteriore riduzione di circa 4.000 dipendenti nell’ambito delle iniziative di produttività nella catena di fornitura.
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