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L'esempio di Rasimelli e Sartore, gli algoritmi e il Brt

Claudio Sampaolo

10 Ottobre 2025, 19:30

L'esempio di Rasimelli e Sartore, gli algoritmi e il Brt

 

L’ingegnere Ilvano Rasimelli, figura di spicco del Pci degli anni ’60 (è stato senatore  e presidente della Provincia) è spesso ricordato, da chi ha buona memoria, per la sua visione futurista della città, per le idee rivoluzionarie nei dieci anni da assessore all’urbanistica (teleferica e autostrada urbana, per dire), ma anche e forse soprattutto, molto più pragmaticamente, per aver firmato un atto fondamentale come la variante al famigerato Piano Regolatore del 1962. L’atto fu approvato all’unanimità (succedevano anche questi miracoli), e mise fine ad una serie di errori di valutazione che stavano portando Perugia verso il baratro (“avevano stimato una città futura di 245mila abitanti, autorizzando strade e cubature esorbitanti dappertutto”) e che ancora stiamo pagando.

 

Abbiamo ripescato una lunga intervista che Rasimelli ci concesse nel 2010, proprio per arrivare dritti alla stretta attualità, a come si programma, come si studia, come si pensa ai sistemi di mobilità alternativa alle auto.

 

Noi abbiamo il Minimetro, sul quale, personalmente, la pensiamo come Rasimelli (“E’ sbagliato il tracciato, dal punto di vista urbanistico, ed utilizza una tecnologia da campi da sci”) e avremo il Brt, per il quale, purtroppo, gli studi sull’appetibilità, sul gradimento, sono stati affidati ad algoritmi, per giunta basati su formule astruse che nessuno ha capito. Per essere più chiari: le stime, che parlavano di 16mila biglietti al giorno su una popolazione di 25/30mila abitanti (già riviste al ribasso, a progetto approvato e lavori assegnati, peraltro), assolutamente fuori da ogni realtà, sono state il pilone sul quale si è basato il progetto. Forse sarebbe bastato chiedere un parere, cominciando dagli abitanti di Castel del Piano, andando anche porta a porta e ponendo la domanda giusta. Non un semplice “vorrebbe avere un autobus ogni dieci minuti per andare a Perugia?”. Avrebbero tutti detto di sì. Raccontando la verità sarebbe stato molto diverso, anti-algoritmo se si può dire: oggi esistono due linee, A e B, alternate, con frequenza oraria di 10-15 minuti, nessuno le usa, eppure arrivano a Fontivegge in 25’-30’ mentre il Metrobus/Brt ne impiegherà circa 35-40 e, secondo l’ultimo annuncio ufficiale, da Castel del Piano ne partirà uno ogni mezzora. Già sarebbero bastati questi dati per lasciar perdere.

 

La speranza, dunque, è che l’annunciato studio sulla mobilità cittadina, voluto da Pierluigi Vossi, si basi un po’ più sulla concretezza e meno sugli studi fantasmagorici effettuati davanti al computer. Magari, seguendo la “traccia” lasciata da Mariano Sartore, urbanista illuminato, che attraverso il suo osservatorio regionale della mobilità era riuscito ad ottenere la stima quasi esatta di quanta gente arrivava ogni giorno a Perugia dal territorio comunale, persino a che ora si muoveva e con quali mezzi.

 

Oppure ripensando ad un’altra traccia, quella lasciata da Rasimelli coi suoi progetti di grande fascino, tutti dettagliati al millesimo ed al centimetro, come l’autostrada urbana da San Sisto all’acropoli, con tanto di galleria sotto Piazza Grimana, come la teleferica da Fontivegge a Piazza Italia, nonché i bus elettrici per salire in centro lasciando i grandi mezzi fuori dalle mura urbiche.

Sogni di uno che aveva una passione infinita per Perugia, per le sue pietre, per i suoi umori. “Tutto merito di Aldo Capitini – spiegò -  che mi ha onorato di essere suo allievo. Nel mio libro ‘Un Rompiscatole’ c’è la sua bellissima dedica. Dice: Ilvano Rasimelli fu mio scolaro privato per anni e anni, e anche compagno di entusiasmi per la nostra città, per la  sua urbanistica, che studiavamo dall’alto del campanile sopra la mia casa”.

La casa di Capitini era Palazzo dei Priori. Ricordiamocelo tutti.

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