Giovedì 09 Ottobre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

LIVE

logo radio

Attualità

Regione Umbria su accordo tra Israele e Hamas: "La pace di oggi non è un punto d'arrivo"

Le parole della presidente Stefania Proietti e dell’assessore Fabio Barcaioli in seguito alla firma della prima fase del piano

Claudia Boccucci

09 Ottobre 2025, 18:23

Regione Umbria su accordo tra Israele e Hamas: "La pace di oggi non è un punto d'arrivo"

"È un passo che il mondo attendeva da tempo, un segnale di speranza che auspichiamo si traduca in una pace duratura che faccia cessare per sempre le armi e gli atti di violenza atroce", ha dichiarato la presidente Proietti, ricordando l'attacco terroristico del 7 ottobre 2023 che ha innescato due anni di conflitto devastante in Palestina. "Certa di interpretare il comune sentire della comunità regionale, dell’Umbria, terra vocata alla pace e al dialogo, alla vigilia della marcia PerugiAssisi non possiamo che gioire per questo primo risultato raggiunto che permetterà di guardare al futuro con altri occhi".

"Finalmente è stata ascoltata la voce di chi, come le piazze di tutta Italia, da tempo a parole e con gesti sta chiedendo la fine delle ostilità, la fine della violenza contro gli innocenti, la fine di un genocidio in favore finalmente della pace 'disarmata e disarmante'". Ma la presidente non nasconde le sfide ancora da affrontare: "La pace di oggi non è un punto d’arrivo ma l’inizio di un percorso di riconciliazione che richiede coraggio e responsabilità da parte di tutti. Di fronte a una tragedia che ha causato decine di migliaia di vittime e distrutto un intero territorio, è tempo di restituire centralità alla dignità umana, al diritto internazionale e al dialogo fra i popoli. Nessuna vittoria militare potrà mai compensare il dolore di un bambino, di una madre o di una popolazione a cui è stata negato il diritto di esistere".

"L'Umbria - ha proseguito Proietti ,- continuerà a farsi portavoce di un messaggio di pace autentico, fondato sulla giustizia e sul rispetto reciproco in cui il riconoscimento della Palestina sarà essenziale. La nostra regione è pronta a contribuire con le proprie reti di solidarietà, con le scuole, le università e le associazioni umanitarie, affinché il silenzio delle armi apra la strada alla ricostruzione morale e materiale di Gaza e del popolo palestinese tutto anche in Cisgiordania". L'auspicio finale è "che le parti rispettino i termini dell'accordo con il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani, il cessate il fuoco a Gaza e finalmente lo stop alla grave crisi umanitaria, e che tutto questo sia propedeutico alla soluzione di due Stati per due popoli".

A unirsi alle parole della presidente è stato anche l'assessore Fabio Barcaioli che ha definito l'intesa "una tregua fragile, ma speriamo che venga rispettata. Gaza merita una vera pace". "Per ora abbiamo soltanto una tregua, e già chiamarla così è un atto di fiducia verso il futuro", ha spiegato, citando le parole del ministro israeliano delle Finanze, Bezalel Smotrich, pronunciate poche ore fa: "Subito dopo il ritorno degli ostaggi, Israele riprenderà a impegnarsi con tutte le sue forze per l'eradicazione di Hamas e il disarmo di Gaza, in modo che non rappresenti più una minaccia". Una dichiarazione che, secondo Barcaioli, rischia di "svuotare di senso ogni tentativo di dialogo". L'accordo, osserva l'assessore, lascia irrisolte le ferite profonde del conflitto: "Tutti i punti più delicati, dalla smilitarizzazione di Hamas al riconoscimento dello Stato palestinese, dal futuro della Striscia e della Cisgiordania alla commissione di inchiesta sui crimini di guerra, sono stati rinviati a data da definirsi". Sul piano politico, la linea del governo israeliano appare immutata: "I partiti dell’estrema destra continuano a esercitare un potere determinante. Le parole del ministro Smotrich riflettono un equilibrio interno costruito sulla paura e sulla vendetta. Il rischio è un ritorno alla violenza, ancora più devastante, non appena saranno rilasciati gli ostaggi".

Eppure, "Oggi è un giorno importante perché la popolazione di Gaza finalmente ha qualcosa per cui festeggiare, per cui sperare. Questa sospensione delle armi è una boccata d’aria in mezzo al fumo delle macerie". Rivolgendosi alla comunità internazionale, l'assessore lancia un appello: "Non possiamo considerare chiusa questa pagina, non possiamo ancora gioire. Serve un impegno politico costante e coraggioso, capace di costruire un futuro di convivenza e di diritti. È tempo di smettere di contare le vittime e di iniziare a contare le vite che si possono ancora salvare".

 

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie