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Solennità di San Francesco, i vescovi abruzzesi nei luoghi del Santo ad Assisi

Monsignor Domenico Sorrentino: "Questi luoghi vera novità del centenario; la festa nazionale sia l’occasione per ritornare al suo messaggio più autentico"

Annalisa Ercolani

03 Ottobre 2025, 18:29

Solennità di San Francesco, i vescovi abruzzesi nei luoghi del Santo ad Assisi

I vescovi della regione Abruzzo, giunti ad Assisi in occasione della solennità di San Francesco

"Grande intuizione di Papa Francesco, un santuario di grazia che sta facendo cose incredibili, soprattutto nei confronti dei giovani". Con queste parole il vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, si è rivolto ai vescovi dell’Abruzzo, arrivati ad Assisi per la solennità di San Francesco e per la tradizionale offerta dell’olio alla lampada votiva sulla tomba del Santo.

I presuli, accolti venerdì 3 ottobre, hanno visitato la Sala dei Vescovi, l’antico episcopio ai tempi di San Francesco, la Sala della Spogliazione e la Chiesa di Santa Maria Maggiore, dove è custodito il corpo del beato Carlo Acutis.

Già alla vigilia, nella conferenza stampa a Palazzo Chigi per la presentazione del Comitato nazionale per l’ottavo centenario francescano (1226-2026), monsignor Sorrentino aveva ribadito l’importanza del messaggio di Francesco e la novità dei luoghi del palazzo vescovile, oggi al centro di un progetto di recupero archeologico e spirituale.

"Stiamo riscoprendo la storia del Santo – ha detto il vescovo – nei luoghi stessi in cui abito. Qui sperimentiamo non solo la memoria di Francesco, ma anche la grazia di Carlo Acutis che, come Francesco e con Francesco, rappresenta il futuro della Chiesa".

Il vescovo ha lanciato infine un appello: "Avere una festa nazionale di San Francesco senza misurarsi con il suo messaggio, la sua personalità e i suoi valori, rischia di essere superficiale. Francesco è amato, ma è molto di più dell’amabilità. Occorre ripartire dalla festa nazionale per tornare davvero ai suoi valori. E il Cantico – come ricordo anche nel mio libro – non va solo letto, ma cantato, sentito e assimilato".

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