GIORNATA SPECIALE
Chi oggi compra un Corriere dell’Umbria nell’edicole di Terni, trova in omaggio un’edizione speciale patinata del nostro Mag di 84 pagine e copertina rigida, dedicata ai 100 anni della Ternana Calcio che si celebrano oggi a Terni. Lo stesso Mag può essere scaricato in Digital Paper gratuitamente dalla nostra app dal nostro sito Internet. Questo il saluto del nostro direttore Sergio Casagrande, contenuto iniziale di questo speciale:
Cento anni. Una maglia che non scolorisce, anche se una lunga storia di gioie e dolori l’ha lavata a 90 gradi. La Ternana arriva al suo compleanno tondo come un pallone e graffiato come le ginocchia di chi non ha mai avuto paura di scivolare. Perché per i suoi giocatori del presente e del passato il soprannome è un programma: Fere. Ovvero fiere e belve sempre pronte a lottare e a farlo con quei due colori che nessuno confonde: rosso e verde, combinazione rarissima nel calcio che conta e marchio di fabbrica nel calcio che resiste.
D’altronde Terni è la città dell’acciaio, non dei velluti. E proprio per questo certe volte questa città ha prodotto calcio con le scintille: basti ricordare l’eresia laica di Corrado Viciani, il gioco corto che negli anni ’70 fece sobbalzare i manuali: possesso, pressing alto, triangoli a ripetizione. Con quel credo, nel 1972, la Ternana fu la prima umbra a bussare alla porta della Serie A. E ci tornò due stagioni dopo, contro pronostico e contro comodità. Non è leggenda: è cronaca. Anzi, è storia del calcio.
La casa? Il Liberati, cattedrale operaia inaugurata nel ’69, piena fino all’ultimo gradino quando passavano le grandi: 35mila anime in un Ternana-Roma da album di famiglia. Murales, ferro, voce: uno stadio che non si limita a contenere tifosi. Li fabbrica. I fasti e le rughe, insieme: una Serie B vinta; una semifinale di Coppa Italia che profuma ancora di impresa; una Supercoppa di Serie C sollevata nel derby che valeva anche orgoglio regionale. Poi cadute, risalite, la solita altalena che da queste parti non è un parco giochi ma un mestiere. E in mezzo, sempre loro: i tifosi. Quelli che riempiono la Curva, che si portano la Ternana addosso come una seconda pelle, che fanno da paraurti quando la strada diventa sterrata.
Ora si apre il secondo secolo. E come ogni campionato che comincia, c’è un album nuovo: la prima pagina è bianca. Il resto dipende da come la squadra terrà la penna: corta nei passaggi, lunga nelle ambizioni.
Le Fere e i suoi tifosi hanno imparato che non esiste risultato definitivo: esiste solo la prossima partita, il prossimo gradino del Liberati, il prossimo bambino che scopre perché quei due colori ti restano addosso. E permettimi una parentesi personale: ho una grande simpatia per questa squadra, dovuta a una storia di famiglia intrecciata con quella di Terni nei tempi più difficili della città e a uno zio di mio papà, lo zio Aldo, che – seppure veneziano di origine – per tanti anni è stato tra i rossoverdi più rossoverdi di Villaggio Italia. Auguri, Ternana. Che il nuovo secolo sia scritto con inchiostro buono: vittorie per far festa e, perché così vogliono la vita e anche il calcio, qualche inciampo che serva a ricordare chi si è. E quel filo d’acciaio che tiene insieme tutto – squadra, città, curva – da un 1925 che oggi sembri ieri e domani nello stesso tempo. Le pagine del Mag del vostro Corriere dell’Umbria sono qui, oggi, in allegato nelle edicole di tutta la provincia di Terni. Sfogliatele, leggetele e conservatele voi, vere Fere rossoverdi.
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