Esteri
Da stamattina il termine "shutdown" è apparso nei titoli dei media di tutto il mondo, costringendo molti italiani a ricercare il suo significato. A partire dalla mezzanotte locale (le 6 in Italia di stamattina) gli Stati Uniti sono entrati ufficialmente in shutdown, ovvero in modalità chiusura di tutte le attività governative e federali non essenziali.
Alle origini di questa pratica vi è un mancato accordo tra i democratici e i repubblicani, scaturito dal fatto che i democratici del Senato hanno bocciato la proposta di legge dei repubblicani, che prevedeva di mantenere aperto il governo federale ed evitare il blocco di tutte le attività pubbliche considerate non essenziali. Facendo un passo indietro, occorre ricordare che per finanziare i dipartimenti governativi e le agenzie federali, ogni anno il Congresso degli Stati Uniti deve approvare una legge sulla spesa pubblica entro il primo ottobre, data che segna l'inizio dell'anno fiscale. Nel caso in cui democratici e repubblicani non dovessero trovare un accordo entro quella data, scatta lo shutdown. Da un lato il vicepresidente J.D. Vance ha accusato il Partito Democratico di bloccare il popolo americano con richieste che impediscono il raggiungimento di un accordo, dall'altro lato i leader democratici non riconoscono il proprio contributo nella proposta repubblicana.
Lo scorso novembre erano circa 3 milioni considerando anche le forze dell'ordine. Questo significa che centinaia di migliaia di persone stanno per subire il "furlough", vale a dire la sospensione senza stipendio, che verrebbe pagato loro solo una volta approvata la legge di spesa. Per quanto riguarda le forze armate e i lavoratori impegnati in servizi essenziali (servizi ospedalieri, il controllo delle frontiere e quello del traffico aereo), continueranno a lavorare ma senza retribuzione.
Quando l'economia è solida, uno shutdown non comporta particolari ripercussioni. Tuttavia, essendo questa rallentata e appesantita dalle incertezze, uno stop delle attività governative finirebbe solo per aggiungere maggiore caos e instabilità. In un mercato del lavoro oggettivamente sempre più precario, Trump ha già minacciato ulteriori licenziamenti federali: "Più a lungo dura uno shutdown, più mette in discussione alcuni dei principi fondamentali che regolano la capacità del governo di funzionare", ha spiegato il Presidente al New York Times. In sintesi, tutto dipende dalla durata: se lo shutdown dovesse essere breve, l'economia globale non subirebbe sbalzi traumatici. Se la chiusura dovesse invece protrarsi, si verificherebbero un calo nella domanda di export europeo e rischi per la stabilità finanziaria mondiale. Lo scenario peggiore porterebbe a una condizione che né gli Stati Uniti né l'Unione Europea potrebbero permettersi.
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