GRAFFITI
In Giappone si utilizza l'adesivo Koreisha, che significa letteralmente "marchio di conducente anziano"
Parlare di utopie concrete ci ha sempre affascinato, un po’ perché riteniamo che bisognerebbe costantemente sognare e pensare in grande, un po’ perché il termine esiste, non è un ossimoro. C’è stato persino un Festival, a Città di Castello, andato avanti per decenni, che partiva proprio da questo neologismo, creato nel 1987 da Alex Langer, comunque la si pensi un visionario che ha lasciato molte tracce sulle quali discutere e confrontarsi. Tipo: l’ecologia è una fede, uno stile di vita, oppure una moda, o addirittura una truffa (questa è di Trump…)? E le pale eoliche, le auto elettriche, i pannelli fotovoltaici, sono tutti strumenti utili o grandi utopie, persino poco concrete (per dire: le auto non si vendono perché costano troppo e da noi non ci sono stazioni di ricarica sufficienti)? Proseguendo con un tema di stretta attualità: le zone 30, le Città 30, sono idee del solito “partito delle Ztl” (Pci ed eredi) o sono piuttosto un segnale concreto di voler cambiare le cose (meno velocità, meno inquinamento, meno morti) raccolto in modo bipartisan da molte amministrazioni comunali? Anche a Perugia, a questo proposito, c’è molta carne al fuoco e, come ha spiegato la sindaca Ferdinandi, una lunga serie di lavori da finire per accedere ai finanziamenti del Pnrr (non solo Brt, dunque) che, di fatto, impediscono di mettere in campo qualsiasi altro progetto che comporti un impegno, non finanziario, ma di uomini e mezzi.
Qualcosa si può provare a fare, però, anche solo simbolicamente, anche a costo zero.
Per esempio, guardando al Giappone, copiando una bellissima idea che pensa anzitutto alla popolazione anziana. La più fragile. E chissà se la nutrita delegazione umbra arrivata ad Osaka per l’Expo avrà avuto il tempo di notare come molte autovetture circolavano con un curioso adesivo, che raffigura un quadrifoglio stilizzato, appiccicato nella parte posteriore, vicino alla targa. È un “Koreisha” che significa letteralmente “marchio di conducente anziano” ed è obbligatorio fin dal 1997 per chi ha più di 75 anni, ma vivamente consigliato anche agli over 70.
Questo perché nonostante controlli severi per i rinnovi della patente (il Giappone ha il più alto numero di anziani al mondo, ma anche da noi guidano regolarmente splendidi novantenni), certe improvvise mancanze, qualche riflesso un po’ appannato, una distrazione improvvisa possono essere meglio “assorbite” se si ha conoscenza del fatto che abbiamo davanti a noi una persona diversamente giovane. Quindi occorre portare pazienza, fare attenzione, non dare in escandescenza se rallenta e frena in continuazione, anche prima di una curva in salita. Perché poi, a sorpasso effettuato, ed a clacson maltrattato, potremmo scoprire che alla guida c’è una persona che somiglia molto a nostro padre o nostro nonno (mamma/nonna) e non è una bella sensazione.
In Giappone una cosa del genere non potrebbe mai succedere, ma intanto hanno imposto una serie di adesivi (ci sono anche per i neopatentati, noi abbiamo la “P”, posticcia e non obbligatoria e tanto basta), tra i quali il quadrifoglio a quattro colori che rappresenta i concetti di speranza, esperienza e vulnerabilità. Costa 50-60 centesimi (100 yen) e chi non lo adotta è passibile di una sanzione di circa 20 euro (4.000 yen).
Sarebbe bello se Perugia, se l’amministrazione comunale, potesse mandare un segnale in questo senso al resto d’Italia. Anche regalando l’adesivo ai nostri over 75, con una spesa irrisoria (10-15mila euro) che inciderebbe per lo zero virgola zero nel bilancio.
Certo, in Giappone succede anche che “i guidatori usano le quattro frecce per ringraziare chi dà la precedenza”. Ma di questa vera utopia, semmai, ne parleremo nella prossima vita.
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