Attualità
Metà delle assunzioni pianificate in Umbria non si riescono a coprire. A dirlo è una recente analisi dell’Agenzia Umbria Ricerche, firmata da Elisabetta Tondini e Mauro Casavecchia, che fotografa il cosiddetto “paradosso delle competenze”: il lavoro c’è, ma mancano i profili adeguati. Nel 2024 il 55% delle posizioni richieste dalle imprese umbre è rimasto senza risposta, un dato superiore alla media nazionale e in forte crescita rispetto al 2018, quando si fermava al 29,1%.
Il primo fronte critico riguarda gli operai specializzati. Nei primi sette mesi del 2025 le imprese umbre hanno segnalato difficoltà di reperimento nel 63% dei casi. Nel settore delle costruzioni la situazione diventa drammatica: per gli operai addetti alle rifiniture l’irreperibilità raggiunge l’81,4%. Le carenze colpiscono anche meccanica ed elettrotecnica. Figure come saldatori, manutentori, operatori di macchine Cnc e tecnici dell’automazione sono sempre più rare, rallentando interi comparti produttivi.
Nemmeno i profili ad alta specializzazione sono al riparo. In Umbria, il 61% delle assunzioni di dirigenti, specialisti e tecnici resta insoddisfatto. I casi più eclatanti riguardano la sanità e la ricerca: i tecnici della salute sono difficili da trovare nell’83% dei casi, mentre per gli specialisti in scienze della vita il tasso di reperibilità sfiora il 91,2%. Anche i laureati in ingegneria elettronica, informatica ed energia risultano molto richiesti ma scarsamente disponibili, proprio nei settori chiave della transizione digitale ed ecologica.
Alla radice c’è il disallineamento tra sistema formativo e mercato del lavoro. In Umbria la domanda di figure con qualifica professionale è più alta della media nazionale (42,5% contro 38,2%), ma paradossalmente anche i laureati mancano: nel 2024 più della metà delle imprese umbre (53,7%) ha segnalato difficoltà a reperirli, contro il 50,9% della media italiana. Gli Its (Istituti tecnici superiori) mostrano un altissimo tasso di occupazione, circa l’80% dei diplomati lavora entro un anno, con punte del 95% in meccatronica, ma restano poco conosciuti e con numeri insufficienti. Nel 2025 l’Its Umbria Academy metterà a disposizione 275 posti, un contributo prezioso ma non sufficiente a colmare il gap. Tra gli altri motivi anche l’invecchiamento della forza lavoro e la diminuzione del ricambio, molti operatori con esperienza stanno uscendo dal mercato.
La Regione Umbria ha varato un Piano triennale 2025-2027 per l’istruzione tecnologica superiore, con oltre 15 milioni di euro destinati a rafforzare i percorsi Its. L’obiettivo è ridurre il mismatch e sostenere settori strategici come meccatronica, Ict, energia, agroalimentare e sostenibilità. “Il dato del 55% di assunzioni scoperte non è un dettaglio statistico: è la spia di una perdita di competitività - si evidenzia dalla ricerca -. Le aziende faticano a crescere, a innovare e talvolta a restare sul territorio. Per una regione già segnata da emigrazione giovanile e invecchiamento demografico, ridurre il paradosso delle competenze è una priorità non solo economica, ma sociale: trattenere energie, attrarre investimenti e garantire futuro”.
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