Il personaggio
Il 6 agosto 1926, una giovane donna di New York, Gertrude "Trudy" Ederle, entrò nella storia come la prima donna a completare a nuoto la traversata del Canale della Manica, sfidando onde, freddo e pregiudizi dell'epoca. Figlia di immigrati tedeschi, Trudy superò ogni ostacolo grazie alla sua determinazione, al supporto della famiglia e alla guida della sua allenatrice, Charlotte Epstein. Dietro la sua impresa si celano aneddoti e curiosità che hanno contribuito alla riuscita di un traguardo mai tentato prima.
La sordità non è mai stata un ostacolo
Trudy nacque a New York il 23 ottobre 1905, da genitori immigrati tedeschi. Da bambina, un'infezione da morbillo le causò una parziale sordità, peggiorata con il tempo. Nonostante ciò, il nuoto divenne il suo rifugio trovando nel mare un modo per "sentire" il mondo con un ritmo diverso.
Olimpiadi 1924, il trampolino di lancio
Prima del Canale, Trudy era già una stella. Alle Olimpiadi di Parigi 1924, a soli 18 anni, vinse un oro nella staffetta 4×100 stile libero e due bronzi nei 100 e 400 metri stile libero. La scarsa considerazione verso le atlete la spinse a puntare a un'impresa impossibile da ignorare: attraversare il Canale della Manica.
Gli occhialini su misura
Trudy indossò occhialini impermeabili fatti su misura, una novità assoluta per l'epoca. Realizzati con vetro e sigillati con cera, le permisero di vedere chiaramente nonostante onde e sale, dandole un vantaggio rispetto a chi nuotava quasi alla cieca.
Il cibo durante la traversata
Durante le 14 ore e 31 minuti di nuoto, Trudy non poteva fermarsi, così - dalla barca di supporto - riceveva brodo di pollo caldo, pezzi di zucchero e cioccolato, che afferrava tra una bracciata e l'altra. Alimenti semplici ma calorici la sostennero contro freddo e fatica.
Un record anche maschile
Trudy non solo fu la prima donna a completare la traversata, ma batté il record maschile di oltre due ore, finendo in 14 ore e 31 minuti. Prima di lei, solo cinque uomini ci erano riusciti, e il miglior tempo apparteneva a Enrique Tiraboschi (16 ore e 33 minuti). La sua velocità, grazie al crawl americano, dimostrò che le donne potevano superare gli uomini in imprese estreme.
La parata di New York, due milioni di tifosi
Al ritorno a New York, Trudy fu accolta come un'eroina. Il 27 agosto 1926, una parata lungo Broadway attirò circa due milioni di persone. Ticker-tape, cori e applausi la consacrarono icona, anche se la fama svanì rapidamente negli anni successivi.
Un'eredità dimenticata e poi riscoperta
Dopo il 1926, Trudy affrontò difficoltà personali: la sua sordità peggiorò e la Grande Depressione la costrinse al ritiro dalle competizioni. Per decenni la sua storia fu quasi dimenticata, ma è stata riscoperta grazie a libri e al film La ragazza del mare (2024), che ha riacceso l'interesse per la sua vita.
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