LA SCOPERTA
Foto Instagram NASA Solar System Exploration
Sul cratere Jezero di Marte, grazie al rover Perseverance, la Nasa ha identificato composti organici e minerali compatibili con processi biologici, aprendo nuove prospettive nella ricerca di segnali di vita extraterrestre. La scoperta, pubblicata su Nature e realizzata da un team internazionale con anche il contributo dell’Inaf italiano, riguarda molecole di carbonio, vivianite e greigite: sostanze che sulla Terra indicano spesso ambienti adatti alla vita microbica.
Gli scienziati parlano di possibili biofirme nel materiale raccolto da Perseverance, in particolare nella zona Bright Angel, sede di antichi depositi fluviali. Il rover ha prelevato un campione denominato “Sapphire Canyon”, contenente concentrazioni di carbonio e minerali in strutture denominate “poppy seeds” e “leopard spots”. Queste combinazioni, e la rilevanza della vivianite e greigite osservate, ricordano ambienti terrestri dove prosperano i microbi.
Pur trattandosi di indizi promettenti, come si legge sull'articolo di tgcom24, gli studiosi sono cauti: le molecole potrebbero derivare sia da processi biologici che da reazioni puramente chimiche. Per avere una conferma, i trenta campioni raccolti da Perseverance dovranno essere riportati sulla Terra grazie alla futura missione Mars Sample Return, attualmente in stallo a causa dei costi e della complessità. L’eventuale prova di vita microbica su Marte avrebbe un impatto enorme per la comprensione dell’universo e rilancerebbe l’intero settore astrobiologico internazionale.
L’interesse globale e la partecipazione europea confermano il valore strategico della scoperta. Mentre la comunità scientifica attende l’analisi dettagliata dei campioni, la presenza di carbonio e minerali abitabili resta uno degli indizi più forti mai raccolti sull’esistenza di condizioni favorevoli alla vita marziana.
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