Sport
Jannik Sinner e Alex Schwazer, foto da Instagram
Nel cuore delle Dolomiti è nato il primo italiano a raggiungere la vetta del ranking ATP. Jannik Sinner, vincitore di tre titoli Slam, è un prodotto della sua terra. Una regione di appena 537.000 abitanti, ha scolpito nella storia anche i nomi della sciatrice Isolde Kostner, il marciatore Alex Schwazer e la leggenda dello slittino Armin Zöggeler. Ma cosa rende questa terra così fertile per lo sport? La risposta è soprattutto di origine culturale.
L'Alto Adige è una terra di confine dove le culture italiana e germanica si fondono, creando un'identità forte e resiliente. Qui il legame con la natura e la tradizione del lavoro duro sono profondamente radicati. "Siamo montanari, bisogna lavorare sodo", ha dichiarato Sinner durante Wimbledon, riassumendo la filosofia di una regione dove il successo non è mai un dono, ma la conseguenza di sacrificio e dedizione. Jannik è figlio di un cuoco e una cameriera, dai quali ha imparato presto l'importanza dell'impegno quotidiano. Un approccio che si riflette nel suo tennis: metodico, instancabile, sempre in evoluzione. La sua è un'attitudine che accumuna gli atleti altoatesini. A partire da Alex Schwazer, campione olimpico di marcia a Pechino 2008, che ha descritto i suoi conterranei come persone dotate di "un misto di testardaggine, resilienza e severità con noi stessi". Una dedizione che, come ha ammesso, può essere un'arma a doppio taglio, portando a una ricerca ossessiva della perfezione che a volte può rivelarsi pericolosa.
(Alex Schwazer, Pechino 2008)
Jannik Sinner e Alex Schwazer incarnano due traiettorie opposte dell'ethos altoatesino, un misto di disciplina ferrea e introspezione montanara. Sinner, a 24 anni, ha scalato il tennis mondiale con un'ascesa impeccabile: numero 1 ATP, tre titoli Slam (Australian Open e US Open 2024, Wimbledon 2025) e un record di 87 vittorie Slam. La sua freddezza sotto pressione, come dimostrato nella gestione del caso Clostebol—una positività al doping risolta senza squalifica—riflette un controllo mentale che anche Rick Macci, ex allenatore di Serena Williams, ha definito "straordinario". Dall'altra parte Schwazer incarna una parabola più tormentata. Oro nella 50 km di marcia a Pechino 2008, la sua carriera è implosa dopo la squalifica per doping pre-Rio 2016. Tuttavia, il suo ritorno alle gare ad Arco di Trento nel 2024 e il progetto di diventare preparatore atletico mostrano una resilienza radicata nella testardaggine altoatesina. La loro divergenza emerge anche nel rapporto con le istituzioni sportive. Sinner ha goduto del sostegno della Federazione Italiana Tennis, che lo ha protetto durante il caso Clostebol, mentre Schwazer, abbandonato dalla FIDAL, ha criticato il sistema antidoping: "Jannik è certamente innocente, ma nella giustizia sportiva conta solo la politica". Il legame viscerale con la famiglia e la dualità - successo contro redenzione - riflettono la capacità dell'Alto Adige di produrre atleti che, pur su strade diverse, incarnano una dedizione inflessibile.
L'Alto Adige non si esaurisce in Sinner e Schwazer, ma continua a generare atleti che portano avanti la sua eredità. Giovani tennisti come Alexander Weis (455° nel ranking ATP) e Lara Pfeifer (541° nel ranking WTA) testimoniano un sistema sportivo solido, sostenuto dalla Federazione Tennistica Provinciale Südtirol. L’ambiente alpino, con la sua durezza, è un fattore determinante. Sinner, che fino a 13 anni gareggiava nello sci agonistico, ha attribuito alla montagna la sua capacità di gestire la pressione. Allo stesso modo, Schwazer ha forgiato la sua resistenza fisica e mentale sui sentieri montani di Vipiteno, un'esperienza che lo ha reso capace di dominare la marcia. Questa regione, con la sua cultura bilingue e il culto del lavoro quotidiano, non produce solo campioni, ma narratori di storie universali. Sinner incarna l'aspirazione a una perfezione costante, mentre Schwazer rappresenta la lotta per il riscatto, un percorso che, pur segnato da errori, riflette la stessa tenacia, frutto di un Alto Adige che insegna a cadere e rialzarsi.
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