Moda
Sergio Galeotti e Giorgio Armani
Giorgio Armani, l'iconico stilista italiano che ha ridefinito l'eleganza moderna, è scomparso oggi - giovedì 4 settembre - all'età di 91 anni, come annunciato dalla sua maison, il Gruppo Armani. "Con infinito dolore, il Gruppo Armani annuncia la scomparsa del suo creatore, fondatore e instancabile forza trainante: Giorgio Armani", si legge nella nota. "Il Signor Armani, come era sempre chiamato con rispetto e ammirazione da dipendenti e collaboratori, si è spento serenamente, circondato dai suoi cari". La notizia ha suscitato un'ondata di tributi da tutto il mondo. Nato a Piacenza l'11 luglio 1934, Armani ha costruito un impero da oltre 2,3 miliardi di euro, rivoluzionando la moda con le sue giacche destrutturate, il tailleur androgino e il concetto di "quiet luxury". Ma dietro il soprannome di "Re Giorgio" c’è una storia personale poco conosciuta, un incontro casuale che ha segnato l'inizio del suo viaggio verso la leggenda.
Nel 1966, durante una breve vacanza a Forte dei Marmi, un giovane Giorgio Armani, allora impiegato come designer freelance, si trovava fermo in macchina quando notò un uomo dal sorriso magnetico. Quell'uomo era Sergio Galeotti, un architetto toscano che sarebbe diventato il suo compagno di vita e socio in affari. "È stato il suo sorriso a colpirmi", ha ricordato Armani in un'intervista al Corriere della Sera, un raro momento in cui lo stilista, noto per la sua riservatezza, si è aperto sulla sua vita personale. Quel momento fortuito non fu solo l'inizio di una relazione profonda, ma anche il catalizzatore per la nascita della Giorgio Armani S.p.A., Galeotti, con il suo spirito imprenditoriale, convinse Armani a lasciare il lavoro presso altre case di moda, come Cerruti, e a fondare un proprio marchio. Nel 1975, i due crearono la Giorgio Armani S.p.A. a Milano, un'impresa audace finanziata anche dalla vendita della Volkswagen Beetle di Armani. La prima collezione di prêt-à-porter maschile, presentata nell'ottobre dello stesso anno, segnò l'inizio di una rivoluzione: le giacche senza struttura, i tessuti morbidi e i colori sobri come il "greige" e il "blu Armani" ridefinirono l'eleganza maschile e femminile, conquistando il mondo.
(Sergio Galeotti)
La partnership con Galeotti non durò a lungo: nel 1985, Sergio morì prematuramente a causa di una malattia, lasciando Armani a gestire da solo l'azienda. "È stato un colpo emotivo enorme", ha raccontato Armani, ma la sua determinazione non vacillò. Armani si rivelò non solo un designer di talento, ma anche un abile uomo d'affari, rifiutando offerte di acquisizione da grandi conglomerati del lusso e mantenendo il controllo totale della sua maison. La sua indipendenza divenne un marchio di fabbrica, rendendo il Gruppo Armani una delle poche realtà del lusso a rimanere interamente nelle mani del suo fondatore.
L'influenza di Armani si è estesa ben oltre il guardaroba. Con oltre 200 film, tra cui American Gigolo (1980), che consacrò Richard Gere come icona di stile, Armani ha inventato il concetto di moda da red carpet. Ha vestito star come Julia Roberts, Jodie Foster e Lady Gaga, e ha collaborato con brand come L'Oréal per profumi leggendari come Acqua di Giò. Il suo impero si è espanso in hotel di lusso, arredamento con Armani Casa, e persino nella pallacanestro, come patron dell'Olimpia Milano. Negli ultimi anni, Armani è rimasto attivo nonostante il declino della salute. La sua assenza alle sfilate di Milano Men's Fashion Week di giugno 2025 è stata la prima in assoluto nella sua carriera. Eppure, fino agli ultimi giorni, ha continuato a supervisionare ogni dettaglio, dalle campagne pubblicitarie ai capelli delle modelle in passerella. Pochi giorni prima della sua morte, in un'intervista al Financial Times, ha delineato un piano di successione che prevede il passaggio graduale delle responsabilità a collaboratori fidati come Leo Dell'Orco e membri della sua famiglia, garantendo la continuità del suo stile.
Un addio a Milano
Il Gruppo Armani ha annunciato che una camera ardente sarà allestita a Milano, presso l'Armani/Teatro in via Bergognone 59, sabato 6 e domenica 7 settembre, dalle 9:00 alle 18:00. Seguirà una cerimonia privata in data da definirsi. Nel frattempo, il mondo si prepara a celebrare il 50esimo anniversario del marchio durante la prossima Milano Fashion Week, con un'esposizione alla Pinacoteca di Brera, la prima dedicata alla moda in quel museo. Intanto sono arrivati i primi messaggi di affetto e commemorazione, a partire dalla premier Giorgia Meloni: "Con la sua eleganza, sobrietà e creatività ha saputo dare lustro alla moda italiana e ispirare il mondo intero. Un'icona, un lavoratore instancabile, un simbolo dell'Italia migliore. Grazie di tutto".
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