La lettera di cordoglio
Il Gruppo Armani ha annunciato la scomparsa del suo fondatore con una lettera carica di emozione, firmata dai dipendenti e dalla famiglia: "Con infinito cordoglio, il gruppo Armani annuncia la scomparsa del suo ideatore, fondatore e instancabile motore: Giorgio Armani. Il Signor Armani, come è sempre stato chiamato con rispetto e ammirazione da dipendenti e collaboratori, si è spento serenamente, circondato dai suoi cari. Infaticabile, ha lavorato fino agli ultimi giorni, dedicandosi all'azienda, alle collezioni, ai diversi e sempre nuovi progetti in essere e in divenire. In questa azienda ci siamo sempre sentiti parte di una famiglia. Oggi, con profonda commozione, sentiamo il vuoto che lascia chi questa famiglia l'ha fondata e fatta crescere con visione, passione e dedizione", scrivono i dipendenti, promettendo di portare avanti il Gruppo Armani nel rispetto della sua visione.
Le origini di un mito
Nato il 11 luglio 1934 a Piacenza, Giorgio Armani è cresciuto in un contesto modesto ma ricco di valori che avrebbero plasmato la sua estetica. Come raccontato nella sua autobiografia Giorgio Armani, il padre Ugo - un uomo elegante nonostante le ristrettezze economiche - è stato una fonte d'ispirazione. "Mio padre era un uomo taciturno, elegante con poco – come si diceva allora – nei momenti in cui non era obbligatorio portare la divisa", scriveva Armani, ricordando l’immagine del genitore in orbace e gabardine grigio-azzurra. Altrettanto fondamentale è stata la sorella Rosanna, figura centrale nella sua vita personale e professionale. "Sul lavoro non sono mancati gli scontri, ma sempre affettuosi e risolti con una risata e una totale condivisione di idee", raccontava, sottolineando un rapporto di complicità e rispetto. Dopo gli studi in medicina, abbandonati per seguire la sua vera passione, Armani iniziò la sua carriera come vetrinista presso La Rinascente a Milano. Fu un apprendistato umile ma cruciale, che gli permise di affinare il suo gusto per l'estetica. Negli anni '60 lavorò per Nino Cerruti, affinando le sue competenze nel design maschile, prima di fondare, nel 1975, la Giorgio Armani S.p.A. insieme al compagno e socio Sergio Galeotti. Da quel momento, il suo nome divenne sinonimo di eleganza senza tempo.

Un impero di stile
Con un approccio rivoluzionario, Armani ha ridefinito il concetto di moda, introducendo una silhouette fluida e rilassata che ha liberato uomini e donne dai rigidi codici dell'epoca. La sua celebre giacca destrutturata, priva di imbottiture e rigidezze, è diventata un simbolo di modernità. Per le donne, ha creato un guardaroba che celebrava forza e raffinatezza, con tailleur impeccabili e abiti da sera che hanno conquistato star come Michelle Pfeiffer, Jodie Foster e Cate Blanchett, solo per citarne alcune. L’impero Armani si è esteso ben oltre la moda, abbracciando lifestyle, design, hotellerie e persino la ristorazione. Dalle linee prêt-à-porter a Emporio Armani e Armani Exchange, fino alle creazioni di Alta Moda con Armani Privé, il marchio ha rappresentato un'idea di bellezza totale. Tra i suoi contributi più celebri, il restyling del guardaroba maschile e femminile per il cinema: da American Gigolo (1980), che consacrò Richard Gere come icona di stile, a Il Cavaliere Oscuro e The Wolf of Wall Street, Armani ha vestito il grande schermo con una classe ineguagliabile.
Il legame con Milano
Milano, la città che Armani ha scelto come casa e centro creativo, è stata al cuore della sua vita e del suo lavoro. La sua dedizione alla comunità milanese si è concretizzata in numerosi progetti filantropici, come il sostegno alla cultura e alle istituzioni locali. Tra questi, il celebre Armani/Teatro, uno spazio dedicato alla moda e all’arte, e il Silos Armani, un museo che celebra la sua carriera e il suo contributo alla moda. "Milano è la mia casa, il mio punto di partenza e di ritorno", dichiarava spesso, sottolineando un legame indissolubile con la città.
Un'eredità senza tempo
Con oltre cinquant'anni di storia, il Gruppo Armani rimane un simbolo di eccellenza italiana. La sua indipendenza, in un’industria dominata da grandi conglomerati, è stata una scelta coerente con la visione di Armani, che ha sempre privilegiato la qualità e l’autenticità. Oggi, mentre il mondo piange la sua perdita, il suo lascito è più vivo che mai. Come recita la lettera dei dipendenti e della famiglia: "È proprio nel suo spirito che insieme, noi dipendenti e i familiari che sempre hanno lavorato al fianco del signor Armani, ci impegniamo a proteggere ciò che ha costruito e a portare avanti la sua azienda nella sua memoria, con rispetto, responsabilità e amore".