L'INDAGINE
Umbri poveri ma felici. Magra consolazione, si dirà, eppure l’ultimo rapporto sul benessere equo e sostenibile (Bes) elaborato dall’ufficio statistico della Regione Umbria – che mette a confronto gli indicatori Istat regionali con quelli del Centro e dello Stivale – dice proprio questo. Dodici i focus: il Cuore verde va meglio su 9, tra cui salute, istruzione e ambiente, mentre va male su redditi, servizi e innovazione. “La misurazione del progresso di una società non può più limitarsi ai soli indicatori economici”, esordisce il rapporto.
Partendo dalla salute: in Umbria, la speranza di vita alla nascita nel 2023 si attesta a 83,7 anni contro gli 83,5 del Centro e gli 83,1 dell’Italia, mentre la mortalità evitabile nel 2021 si assesta a 17,5 decessi per 10 mila abitanti tra 0 e 74 anni di età, un valore inferiore a quello nazionale (19,2) e a quello del Centro (18,7).
Anche nella mortalità infantile, 1,2 morti per 1.000 nati vivi, l’Umbria presenta un dato migliore sia dell’Italia (2,6) che del Centro (2,1). Elemento negativo la mortalità per demenze e malattie del sistema nervoso degli anziani che nel 2021 (34,5 per 10 mila) supera di 1,2 punti il dato nazionale: indicatore in peggioramento rispetto al 2019.
L’Umbria nel 2022 presenta una percentuale di bambini che usufruiscono dei servizi per l’infanzia pari al 19,1%, contro il 16,8% nazionale e il 23,5% del Centro. Nella partecipazione al sistema scolastico dei bambini di 4-5 anni l’Umbria presenta una situazione migliore sia dell’Italia che del Centro e pari al 96% contro il 94% e 91,6%. La percentuale di persone di 25-64 anni con almeno il diploma raggiunge il 73,7% nel 2023, l’Italia è a 65,5% e il Centro a 70,8%, mentre quella di laureati nella fascia 25-39 anni arriva al 33,2%, superiore alla media dell’Italia (30,0%) ma inferiore alla media del Centro (34,5%). I Neet, i giovani che non lavorano e non studiano, calano dal 2019 attestandosi al 10,5%, percentuale inferiore di 5,6 punti a quella italiana e di 1,8 punti rispetto a quella del Centro. Bene anche sulla formazione continua e sulle competenze alfabetiche e numeriche degli studenti di terza media.
Alla voce tasso di occupazione delle persone in età 20-64 anni l’Umbria presenta nel 2023 un valore pari al 71,8%, superiore al valore dell’Italia (66,3%) e del Centro (70,9%); fra le due province spicca il valore di quella di Perugia con una percentuale pari al 73,6% superando di 7,4 punti percentuali quella di Terni. Anche il tasso regionale di mancata partecipazione al lavoro (10,0 per cento) denota uno svantaggio minore rispetto all’Italia (-4,8 punti percentuali) e al Centro (-0,8 punti percentuali). Nel tasso di occupazione giovanile delle persone in età 15-29 anni, l’Umbria nel 2023, presenta una percentuale (34,6%) inferiore all’Italia (34,7%) e al Centro (35,4%) con Perugia (36,6%) che supera entrambe le medie di confronto staccando nettamente Terni (28,7%) mentre nel tasso di mancata partecipazione al lavoro nella stessa fascia d’età non ci sono differenze di rilevo tra le due province che si posizionano entrambe meglio delle medie di confronto.
Qui andiamo male. Nel 2022, con un reddito procapite pari a 20.103 euro l’Umbria presenta un valore inferiore sia all’Italia (21.089 euro) che al Centro (21.998 euro). Nello stesso anno, in Umbria, la retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti assicurati Inps è pari a 20.222 euro (al lordo Irpef), quasi 2.600 euro in meno della media italiana e quasi 1.900 euro al di sotto della media del Centro con la Provincia di Terni che supera leggermente quella di Perugia. Dati che si ripetono negli anni. L’importo medio annuo pro-capite dei redditi pensionistici in Umbria (20.270 euro) è di pochissimo inferiore al livello italiano (20.312) e lo supera nella provincia di Terni (20.760). Valore regionale simile al Centro nell’indicatore relativo ai pensionati con pensioni di importo inferiore ai 500 euro lordi mensili), che si attesta al 9% (-0,2 punti percentuali rispetto alla media nazionale). Tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti bancari alle famiglie nel 2023: 0,8% di incidenza dei prestiti a soggetti dichiarati insolventi o difficili da recuperare, +0,2 punti rispetto all’Italia e al Centro.
Bene. Sul fronte diffusione delle organizzazioni no profit, l’Umbria presenta 84 organizzazioni ogni 10 mila abitanti, dato superiore sia all’Italia (61), che al Centro (67,8). Nel 2023, in Umbria, la quota di scuole accessibili, ossia di edifici scolastici che risultano totalmente privi di barriere fisico-strutturali, è pari al 42,6% degli edifici scolastici della regione, una percentuale bassa ma comunque superiore a quella del Centro (39,3%) e dell’Italia (40,3%).
Per l’indicatore relativo alla partecipazione elettorale, l’Umbria nel 2024, rileva una quota pari al 60,8%, superiore sia alla media italiana (49,7%) che a quella del Centro (52,5%). L’indicatore presenta una diminuzione di quasi 7 punti
percentuali rispetto al 2019, in linea con il decremento nazionale e del Centro. Un miglioramento si registra dal 2019 al 2023 per quanto riguarda la quota di donne elette nei consigli comunali dove la percentuale in Umbria nel 2023 si attesta al 39,1%, superiore sia all’Italia (33,4%) che al Centro (33,9%) mentre, nello stesso anno, la partecipazione dei giovani (con meno di 40 anni) alla rappresentanza politica a livello comunale è pari in Umbria al 23,5% contro il 24% della media nazionale e il 21,9% del Centro. L’Umbria presenta poi un dato (79,3%) più elevato rispetto all’Italia e al Centro nella capacità di riscossione delle amministrazioni comunali.
Valori migliori dell’Italia per 5 indicatori su 6. Nel 2022 0,2 omicidi ogni 100 mila abitanti, contro lo 0,6 dell’Italia e lo 0,4 del Centro. Sono 303 i furti in abitazione ogni 100 mila abitanti, dato superiore sia alla media italiana (227) che a quella del Centro (268). Denunce di borseggio: 88 per 100 mila abitanti contro le 219 dell’Italia e le 317 del Centro. II tasso regionale di denuncia di rapina (19,6 per 100 mila) è meno della metà sia rispetto al dato nazionale (43,5) che a quello del Centro (41,3), e resta più basso che nel 2019, in controtendenza rispetto ai più generali andamenti degli altri comparti territoriali considerati.
Nella densità di verde storico, l’Umbria, nel 2022, presenta un dato pari a 4,2 mq per 100 mq di superficie comunale urbanizzata, dato superiore sia all’Italia (1,7) che al Centro (1,4). Mentre per quanto riguarda l’indicatore relativo alla densità del patrimonio museale, l’Umbria, nel 2022, presenta 0,92 musei ogni 100 kmq, dato inferiore sia alla media nazionale (1,62) che alla media del Centro (3,35), comunque un valore in aumento rispetto al 2019 (0,65).
Valori superiori alla media italiana si registrano nell’indicatore relativo alla disponibilità di verde urbano dove si annota un valore pari a 101,2 mq per abitante contro i 32,8 dell’Italia e i 27,5 del Centro. L’Umbria nel 2022 presenta il 5,3% di impermeabilizzazione del suolo da copertura artificiale, valore inferiore a quello dell’Italia pari al 7,1% e del Centro (6,8%). Nella raccolta differenziata dei rifiuti urbani l’Umbria, nel 2022, presenta livelli migliori sia della media italiana che del Centro. Sia Terni che Perugia hanno raggiunto il target del 65% di raccolta differenziata fissato per legge. Male l’aria: concentrazione elevata sia di Pm10 che di Pm2,5, non bene la dispersione idrica:49,7%, percentuale superiore sia alla media italiana (42,4%) e del Centro (43,9%).
L’Umbria presenta livelli peggiori della media italiana e del Centro anche nell’indicatore relativo alle aree protette: è al 17,5%, contro il 21,7% dell’Italia e il 20% del Centro. Produzione di energia da rinnovabili in calo ma resta di 2,2 punti percentuali al di sopra della media-Italia e 6,2 punti sopra il Centro.
Ok solo un indicatore su 4. Valore superiore alla media italiana e del Centro per i Comuni che offrono almeno un servizio interamente online per le famiglie, con una percentuale pari, nel 2022, al 61% contro il 53,6% dell’Italia e il 57% della media del Centro. L’Umbria con 53,6 domande per milione di abitanti, presenta una propensione alla brevettazione inferiore al Centro (70,2). Oltre 12 laureati su mille se ne vanno, peggio di 4 punti e mezzo dell’Italia mentre il Centro ha saldo positivo (4,3).
Nel settore dedicato alla qualità dei servizi presenta una situazione migliore della media nazionale in due indicatori sugli otto presenti. Bene solo su raccolta differenziata e presenza di medici specialisti. Male i trasporti: nel 2022 nei comuni capoluogo l’offerta di tpl è stata 1.853 posti-km per abitante, poco più di un terzo del valore del Centro e meno della metà della media nazionale. Idem sulla copertura di internet veloce (2023): 55,8% con il 59,6% in Italia e il 63,7% nel Centro. Nel numero dei posti letto negli ospedali, l’Umbria presenta nel 2022 30,8 posti ogni 10 mila abitanti, contro i 32,7 dell’Italia e i 33,5 del Centro. Male anche la mobilità sanitaria.
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