Mondo
La decisione, votata con sette favorevoli e quattro contrari, mette in discussione l'uso delle tariffe come strumento chiave della politica economica dell'amministrazione Trump, aprendo la strada a un ricorso alla Corte Suprema, già annunciato dal presidente. Le tariffe resteranno in vigore fino al 14 ottobre, termine concesso per presentare l'appello alla massima giurisdizione americana
La Sentenza
La Corte d'Appello ha stabilito che l'International Emergency Economic Powers Act (Ieepa) del 1977, invocato da Trump per giustificare i dazi, non conferisce al presidente l'autorità di imporre tariffe in risposta a un'emergenza nazionale. "La legge conferisce al presidente un'autorità significativa per intraprendere una serie di azioni in risposta a un'emergenza nazionale dichiarata, ma nessuna di queste azioni include esplicitamente il potere di imporre tariffe, dazi o simili, o il potere di tassare”, si legge nella sentenza riportata da Ansa. I giudici hanno sottolineato che l'Ieepa, storicamente utilizzata per sanzioni o congelamento di beni, non autorizza un'azione tariffaria illimitata, come quella adottata da Trump, primo presidente a utilizzarla in questo modo. La sentenza mette in discussione i dazi imposti su paesi come Cina (20%), Canada e Messico (25%), motivati ufficialmente per contrastare il traffico di fentanyl e i flussi migratori, oltre a quelli "reciproci" del 10% su tutti i partner commerciali per ridurre il deficit della bilancia commerciale statunitense.
La Reazione di Trump
La risposta di Trump non si è fatta attendere. In un post su Truth Social, il presidente ha definito la Corte "partigiana" e la sentenza "erronea", avvertendo che, se confermata, "distruggerebbe letteralmente gli Stati Uniti d'America", "Se questi dazi venissero eliminati, sarebbe un disastro totale per il Paese. Ci renderebbe finanziariamente deboli e dobbiamo essere forti", ha scritto, sottolineando l’importanza delle tariffe per proteggere produttori, agricoltori e lavoratori americani. Trump ha annunciato un ricorso alla Corte Suprema, dove la maggioranza conservatrice potrebbe ribaltare la decisione, e ha ribadito che i dazi sono essenziali per "rendere l'America di nuovo ricca, forte e potente". L'amministrazione Trump aveva già affrontato una battuta d'arresto a maggio, quando la US Court of International Trade aveva dichiarato i dazi illegali, decisione poi sospesa in appello. La Casa Bianca aveva denunciato un "golpe giudiziario" e promesso di utilizzare ogni strumento per difendere la politica dell'"America First".
Gavin Newsom: "Trump Viola la Legge Ogni Giorno"
La sentenza ha riacceso lo scontro politico, con il governatore della California Gavin Newsom che - come riportato da Ansa - ha colto l'occasione per attaccare Trump. "Se è un giorno che finisce con la lettera 'y', è un giorno in cui Trump viene trovato colpevole di aver violato la legge!", ha scritto su X, ironizzando sulla frequenza delle controversie legali del presidente. Newsom, che si profila come uno dei principali oppositori di Trump, ha definito il presidente "il più grande fallito d'America" e ha accusato le sue politiche economiche di danneggiare i cittadini comuni. Secondo il governatore, i dazi hanno già causato miliardi di dollari di perdite alla California, minacciando 64.000 posti di lavoro nel solo Stato, che rappresenta il 14% del PIL statunitense ed è il maggiore importatore del Paese. La California aveva già intentato una causa contro i dazi lo scorso aprile, chiedendone l'annullamento.
Impatti economici in California
La California, con il suo vasto settore agricolo e i legami commerciali con Messico, Canada e Cina, è particolarmente vulnerabile agli effetti dei dazi. Secondo le stime di Sacramento, le tariffe imposte da Trump hanno già inflitto danni significativi all'economia dello Stato, aumentando i prezzi per i consumatori e minacciando l'export agricolo. Newsom ha sottolineato che "mentre Trump giocava a golf o pubblicava post su Truth Social, l'economia nazionale è diventata stagnante in tempi record".
Prospettive globali e reazioni internazionali
La decisione della Corte d'Appello ha avuto ripercussioni immediate sui mercati finanziari, con un balzo dei futures di Wall Street, segno di un cauto ottimismo per la possibile riduzione delle tensioni commerciali. La Cina ha sollecitato gli Stati Uniti a "cancellare tutti i dazi unilaterali impropri", mentre l'Unione Europea, tramite la vicepresidente della Commissione Teresa Ribera, ha ribadito la sua linea dura: nessuna concessione sugli standard digitali in cambio di accordi sui dazi. La sentenza rappresenta una battuta d'arresto per la strategia commerciale aggressiva di Trump, ma la battaglia è lungi dall'essere conclusa. Con il ricorso alla Corte Suprema all'orizzonte, il futuro delle tariffe e delle relazioni commerciali internazionali rimane incerto, con implicazioni che potrebbero ridisegnare gli equilibri economici globali.
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