L'intervista
Il giornalista e scrittore Marco Pontoni (Foto Intermodo)
Trasferirsi in Umbria, aprire un b&b e farne un presidio culturale: non è una trama da romanzo, ma la scelta di vita di Marco Pontoni. Classe 1965, giornalista originario di Bolzano, una lunga esperienza nell’ufficio stampa della Provincia autonoma di Trento e del Parco Naturale Adamello Brenta, è autore di diversi libri, l’ultimo dei quali si intitola In Umbria – Un viaggio sentimentale fra San Francesco e Bob Dylan (per non dire degli altri), edito da Bertoni. Lo presenterà al Gecko Fest di Spina (7 settembre), alla Libreria Le Volte di Perugia (11 settembre), a Fratta Todina (26 settembre) e in ottobre a Umbria Libri.
Dal febbraio 2024 vive a Mercatello di Marsciano con Manuela Riva, con cui ha fondato il bed and bookfast, un b&b a tema letterario dove la cultura si respira tra scaffali e colazioni fatte in casa.
– Marco, cosa l’ha affascinato dell’Umbria al punto da farne il suo sfondo narrativo e di vita?
Penso che in qualche modo mi abbia “chiamato”. All’inizio volevamo solo cambiare vita, e il Centro Italia ci sembrava un buon punto di partenza. Quando siamo arrivati nella zona di Marsciano è scattata una scintilla: il mix tra paesaggio, cordialità delle persone e genius loci ha fatto il resto. Da lì è nato anche il desiderio di conoscere l’Umbria attraverso i suoi autori, artisti e personaggi. Leggendo Patrizia Cavalli o Jacopone da Todi ho iniziato a sentirmi a casa. Credo nei legami invisibili, quelli che attraversano tempo e spazio.
– Quale personaggio o luogo l'ha ispirato di più nella scrittura del libro?
Ognuno ha portato qualcosa. Con Properzio, ad esempio, parlo d’amore e del rapporto fra artista e potere. Con San Francesco, del valore della pace, ispirandomi al fioretto del lupo di Gubbio. Con Suze Rotolo e Bob Dylan, esploro la Perugia e la New York degli anni ’60. Ogni figura è legata a un luogo: il Sacro speco di Narni o Tuoro sul Trasimeno, dove nel libro incontriamo i fantasmi dei legionari romani sconfitti da Annibale.
– Che riscontri ha avuto dai lettori umbri?
Positivi. Qualcuno si chiede perché non abbia incluso certi luoghi o persone. Ma non volevo fare né una guida né un saggio storico. È un romanzo. Ho dato spazio alla libertà letteraria, come nel capitolo in cui immagino Lawrence Ferlinghetti, poeta ed editore beat, a Spoleto, tracciando un parallelo tra il ponte dell’acquedotto umbro e quello di Big Sur in California. La scrittura è anche invenzione.
– Com’è nata l’idea di un b&b a tema libri proprio a Mercatello?
Fin da subito volevamo un progetto legato ai libri, non solo una struttura ricettiva. Non potendo competere sul lusso, abbiamo puntato sull’originalità. Per ora sembra funzionare.
– Perché proprio Mercatello?
Abbiamo trovato una casa da ristrutturare, che in passato ospitava anche la scuolina del paese. Poi abbiamo scoperto che sul colle dietro casa, Monte Vibiano, è nato l’imperatore Treboniano Gallo. Ci è sembrato di buon auspicio. La sua storia incuriosisce sempre gli ospiti.
– Come avete integrato i libri negli spazi?
Ogni camera è dedicata a un romanzo: Cime tempestose, L’amica geniale, Il nome della rosa. Organizziamo anche passeggiate letterarie e piccoli corsi di scrittura. Io ho studiato alla scuola Holden, e mi piace trasmettere ciò che ho imparato.
- Qual è la reazione dei visitatori a questa formula così letteraria e intima?
Finora le reazioni sono sempre state positive, lo testimoniano le recensioni che riceviamo, che oggi sono una cartina tornasole. Devo confessare che oltre alla proposta letteraria una buona parte del merito va alle colazioni che prepara Manuela, che in passato ha fatto esperienza con questo lavoro in un agriturismo in Trentino.
– Che tipo di ospiti attira questa formula letteraria?
Amanti della lettura, ma anche chi cerca silenzio e raccoglimento. Tra i nostri ospiti: scrittori come Fabio Genovesi, docenti universitari, studenti interessati alle passeggiate letterarie. Alcuni semplicemente desiderano rallentare.
– Avete già ospitato eventi culturali?
Sì. Il 30 agosto avremo Simonetta Lucchi, poetessa di Bolzano, che presenterà una raccolta pubblicata da Bertoni, il mio stesso editore. In futuro vorremmo aprire una sala corsi per dare continuità a questi momenti.
– Qual è la vostra visione a lungo termine?
Vorremmo tessere relazioni con realtà umbre come il Gecko Fest, l’Umbria Green Festival, librerie e biblioteche. Una menzione nel saggio Libri insieme (Laterza) di Chiara Faggiolani, docente alla Sapienza, ci ha incoraggiati a pensare in grande e ci ha aperto gli orizzonti.
– Crede che scrittura e ospitalità siano collegate?
Sì, entrambe sono narrazione. Chi scrive racconta. Chi viaggia racconta e cerca storie. Anche per questo il mio libro è un “viaggio sentimentale”.
– La scrittura le ha insegnato qualcosa che applica nel b&b?
Che le persone amano le storie. Amo raccontare, ma anche ascoltare. Spesso mi capita di dovermi trattenere per non rubare troppo tempo agli ospiti, che vogliono anche esplorare. Ma l’ascolto resta fondamentale.
– Tre libri perfetti da leggere a Mercatello?
Le poesie di Sandro Penna e Patrizia Cavalli. La fila alle poste di Chiara Valerio, per come un borgo può diventare protagonista. E un classico: La luna e i falò di Cesare Pavese, per la sua riflessione sul ritorno e le radici.
– C’è, insomma, spazio per un turismo culturale e riflessivo?
Più che mai. Il turismo lento è una risposta concreta all’overtourism. Chi viaggia oggi cerca anche silenzio: turismo culturale, il turismo contemplativo, che si sofferma anche sulle piccole cose e non solo sugli sfondi instagrammabili, può rappresentare una risposta.
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