L'intervista
Venticinque anni fa, Emmanuel risuonava a Tor Vergata come inno della Giornata Mondiale della Gioventù 2000, unendo migliaia di giovani sotto il messaggio di Giovanni Paolo II. Il 2 agosto 2025, Marco Mammoli, autore umbro del brano, è tornato su quel palco per il Giubileo dei Giovani, davanti a Papa Leone XIV e a una folla oceanica riunita sotto l'amore per la fede.
Cantare Emmanuel a Tor Vergata, venticinque anni dopo, è stato per Mammoli un'esperienza travolgente: "Un'emozione enorme, per dimensioni e spiritualità, difficile da descrivere. Ci vuole tempo per metabolizzarla". In un'epoca di crisi, questo mare di giovani rappresenta un baluardo contro il pessimismo: "Mi ha lasciato una grande speranza: dopo 25 anni, vedo nelle nuove generazioni la stessa gioia e bellezza del 2000. Il futuro è acceso di speranza, loro ne sono la prova".
Le radici di Emmanuel, l’incontro ad Assisi
L'inno che ha segnato un'epoca nasce "ad Assisi con i giovani della Diocesi, ho vissuto un incontro forte con Cristo. Volevo raccontare una pace difficile da contenere. In quel momento ho chiesto: 'Signore, come possiamo trasmettere tanta gioia?'. È nata una melodia semplice, veloce da imparare, ma sentita. Dopo la vittoria a un concorso, Emmanuel è diventato l'inno della Giornata Mondiale della Gioventù del 2000: un mistero che ancora mi stupisce". Oggi, il brano vive ancora: "Vedo la mia stessa gioia negli occhi dei giovani che lo cantano. È una melodia che il Signore ha scelto per toccare i cuori". Portare la sua musica davanti a Papa Leone XIV è per Mammoli un privilegio radicato nella sua identità umbra che definisce "impregnata di Santi. È una terra che parla ai giovani con un richiamo a Cristo. Io ho solo raccolto ciò che l'Umbria già offre. Attraverso la musica, voglio trasmettere un valore universale che tocca ogni angolo del mondo, facendo da ponte tra l'amore di Dio e il nostro spirito".
Il richiamo alla pace
Papa Leone XIV ha esortato i giovani a "cercare la verità" e fare "scelte radicali". Per Mammoli, questo invito è il cuore della sua missione: "Non c'è alternativa a Cristo. Il mondo cerca fuori ciò che non può trovare. Con la mia musica, scelgo di raccontare Cristo perché è dentro di me. I giovani devono ripartire da Lui, o non ci sarà futuro. Quell'oceano di giovani a Tor Vergata è una luce che tornerà nel mondo, come diceva Giovanni Paolo II: tutti cercano questa pace, ma bisogna andare dritti a Cristo".
I ricordi della giornata
Due momenti hanno segnato i ricordi di Mammoli: "Vedere Emmanuel cantato e ballato ovunque, anche dagli artisti de Il Volo, è stato un piacere personale: è un momento di gioia che ci rende tutti uguali. Ma ciò che mi ha colpito di più è stato il silenzio durante la veglia, un milione di giovani in rispettoso e assordante silenzio davanti al Santissimo. È il simbolo che la speranza non si è spenta". E in un'epoca di conflitti, l'immagine di giovani di ogni nazionalità uniti a Tor Vergata è un potente antidoto: "Nel 2000, Giovanni Paolo II ci disse: 'Non abbiate paura, non arrendetevi all’ingiustizia'. Oggi Papa Leone XIV rinnova quell'appello. La pace è possibile se si guarda Cristo negli occhi. Il Giubileo lo dimostra: giovani di ogni colore e nazionalità si sentono in sintonia. Oltre un milione di giovani ne sono la prova, nessun evento ha questa portata".
Poi, il ritorno a casa con una nuova consapevolezza: "Non lasciamoci ingannare dal male che fa rumore. Il bene si muove silenzioso, ma lascia il segno. Emmanuel è vivo perché parla di Cristo, e Cristo fa di noi tutti uguali".
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