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Regionali tagliati dalla Direttissima. Pendolari sempre più esasperati: scatta la petizione

In pochi giorni raccolte quasi 2 mila firmecontro la decisione di escludere da dicembre alcuni treni dalla linea veloce

Catia Turrioni

02 Agosto 2025, 13:00

Regionali tagliati dalla Direttissima. Pendolari sempre più esasperati: scatta la petizione

I pendolari dell'Umbria sull'orlo di una crisi di nervi. Tra ritardi, cancellazioni e un sistema di trasporto ferroviario che sembra sempre più in tilt, la situazione sta diventando insostenibile. L'estate 2025 si sta rivelando nera soprattutto (ma non solo) per chi ogni giorno si affida ai treni regionali, con disagi che si moltiplicano e un clima di crescente frustrazione tra cittadini, studenti e lavoratori. E nei prossimi mesi la situazione rischia di peggiorare.

Tanto che è stata lanciata una petizione online sul sito change.org che in pochi giorni ha raccolto quasi duemila firmeper impedire che, a partire da dicembre 2025, i treni regionali della linea Terni–Orte–Roma siano esclusi dalla linea Direttissima, la tratta più veloce e più efficiente.

La misura è figlia della delibera numero 178/2024 dell'Autorità di regolazione dei trasporti (Art), che stabilisce un requisito minimo di velocità pari a 200 km/h per l'accesso alla Direttissima. Una soglia che taglia fuori i convogli regionali attualmente in servizio, limitati a una velocità massima di 160 km/h. Il risultato? Una deviazione forzata dei treni sulla linea convenzionale, più lenta e congestionata, con un aumento stimato dei tempi di percorrenza fino a 30–40 minuti.

Nel mirino non c'è solo l'allungamento dei tempi, ma l'intera visione della mobilità pubblica che ne emerge. Secondo i promotori della petizione, si tratta di una scelta tecnica "priva di visione sociale", che rischia di produrre l'effetto opposto rispetto agli obiettivi di sostenibilità e riequilibrio territoriale: incentivare il ritorno all'auto privata, aggravare il traffico lungo la direttrice nord della Capitale e aumentare le disuguaglianze tra chi vive dentro e fuori il raccordo anulare.

Non si tratta solo di un problema di efficienza. In gioco c'è la tutela del diritto alla mobilità equa, accessibile e sostenibile anche per i territori extra-metropolitani. A rendere ancora più incomprensibile la tempistica della misura, c'è il fatto che la Regione Umbria ha recentemente investito oltre 50 milioni di euro per l'acquisto di nuovi treni POPcapaci di viaggiare a 200 km/h. Tuttavia, questi convogli non saranno pronti per l'entrata in vigore della nuova norma. Di fatto, quindi, i pendolari rischiano di pagare un prezzo altissimo in attesa di un futuro ancora incerto.

La petizione – indirizzata al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, all'Art, a Rfi e Trenitalia – avanza richieste chiare: una moratoria immediata sull'applicazione della delibera, il mantenimento delle attuali tracce orarie almeno nelle fasce di punta e l'urgente apertura di un tavolo interistituzionale con le Regioni, le aziende ferroviarie e le rappresentanze dei pendolari.

Nel frattempo, i disagi quotidiani si intensificano. Da mercoledì e fino al 6 settembre, per lavori di potenziamento infrastrutturale, la circolazione tra Foligno e Terni, e tra Fabriano e Castelpiano, sarà sospesa. I treni regionali subiranno rallentamenti e saranno attivati bus sostitutivi per molte tratte, tra cui Terni-Foligno, Terni-Rieti, Terontola-Foligno, Foligno-Ancona e Terni-Orte.

Non mancano le cancellazioni: dall'Intercity 599, che da Milano arriva a Terni, ai Frecciargento Roma-Ravenna, con fermate a Spoleto, Foligno e Terni, fino al collegamento da Roma Termini delle 17.25, che salta del tutto. L'avviso ai viaggiatori diffuso da Trenitalia evidenzia che i bus sostitutivi faranno fermata nei piazzali antistanti alle stazioni, ad eccezione di Perugia dove la sosta è prevista in piazzale Minimetrò e Foligno in cui il bus ferma in viale Mezzetti.

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