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Dal 10 luglio le foto e i video di Instagram tratte dagli account per professionisti possono essere visibili nei risultati di ricerca di Google ed altri motori di ricerca. Questo significa in sostanza che i contenuti realizzati da aziende o da influencer potranno comparire tra i risultati di Google qualora contengano delle specifiche parole chiave.
La scelta di Meta non è casuale ma segue una specifica logica, quella di rimanere rilevanti in un'era digitale in cui Instagram e i social media in generale stanno perdendo la loro funzione originaria. Adam Mosseri, capo di Instagram, non ha mai nascosto negli ultimi anni la paura che la piattaforma diventi obsoleta facendo la fine del suo fratello più anziano Facebook.
Secondo un report condotto da Pew Research nel 2024 Instagram è il terzo social più usato al mondo, solo dopo YouTube e TikTok. La diffusione di quest'ultima piattaforma tra la Generazione Z avrebbe ridefinito il ruolo di Instagram, non più come luogo in cui si posta frequentemente, ma come fonte di informazione ed intrattenimento.
In effetti stando ad un sondaggio del 2024 realizzato in collaborazione tra Forbes Advisor e Talker Research il 46% della Gen Z e il 35% dei Millennial preferisce cercare informazioni tramite i social media invece che attraverso i tradizionali motori di ricerca.
Quindi adesso la domanda da porsi è: Instagram smetterà di essere un social che dà importanza all'estetica? No, ma i brand che hanno tanti follower, che siano aziende o content creator, potrebbero iniziare a indicizzare i propri contenuti come descrizioni e hashtag in ottica SEO per comparire nei motori di ricerca.
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