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Intervista alla responsabile del centro anti tabagismo dell’Asl, Busciantella Ricci: "Nel 70% dei casi si guarisce"

13 Luglio 2025, 11:30

Intervista alla responsabile del centro anti tabagismo dell’Asl, Busciantella Ricci: "Nel 70% dei casi si guarisce"

Sono prevalentemente donne, dai cinquant’anni in su, di estrazione medio-alta, spesso con una laurea in tasca. E’ questo l’identikit dell’utente medio del centro anti-fumo Il mio respiro libero dalla sigaretta di Foligno, servizio dell’Asl 2 nato nel 2016, che offre un aiuto a tutti coloro che non riescono, da soli, a staccarsi dal pacchetto di sigarette. A tratteggiare il profilo dei fumatori pentiti è la dottoressa Tiziana Busciantella Ricci, referente del centro anti-fumo cittadino: “A rivolgersi a noi sono soprattutto donne, generalmente istruite, insegnanti, pensionate. Ma non mancano nemmeno gli uomini che, tuttavia, riescono meno frequentemente a concludere il percorso di disintossicazione”.

Un percorso che si sviluppa in otto settimane, un incontro ogni sette giorni, della durata di novanta minuti ciascuno. Tra i partecipanti dell’ultimo gruppo anche una ottantenne, consapevole che non è mai troppo tardi per smettere di fumare. La cattiva notizia, però, è che nella maggior parte dei casi chi sceglie di farsi aiutare nell’improba lotta contro la dipendenza da nicotina raramente lo fa in tempi precoci. Spesso si corre ai ripari quando la malattia è già in corso. A chiedere supporto anche i futuri papà che per salvaguardare la salute del nascituro decidono di dire basta al fumo.

- Dottoressa, quali sono le motivazioni che spingono i fumatori a scegliere di eliminare le sigarette dalla propria vita?

La spinta maggiore è data dalla paura ma in qualche caso alla base c’è anche una motivazione economica.

- Vale a dire?

Succede che qualcuno con difficoltà finanziarie decida di smettere di fumare perché non riesce più a pagarsi il vizio del fumo.

- Smettere di fumare, insomma, non è solo un investimento in salute ma rappresenta anche un consistente risparmio per il portafoglio…

Direi proprio di sì. Anche se, ripeto, è la paura lo stimolo più potente.

- E le sigarette elettroniche?

Il fenomeno della sigaretta elettronica è in costante ascesa. Si tratta di una dipendenza a tutti gli effetti, analoga a quella delle sigarette tradizionali.

- Che siano le e-cig o le classiche bionde, qual è l’età-soglia della prima sigaretta?

I ragazzi iniziano a fumare durante l’adolescenza, intorno ai 14 anni, talvolta anche prima, anche a 12 anni.

- Baby fumatori, poco o per nulla consapevoli dei danni a breve e lungo termine che causa loro il consumo di tabacco…

Sì, cominciano a pensarci intorno ai cinquant’anni. Chi sceglie di iniziare il percorso di disintossicazione è invece ben informato sugli effetti del fumo sulla sua salute, di quanto impatto abbiano le sigarette su patologie mortali come quelle oncologiche.

- Ma come funziona, dottoressa, il percorso di disassuefazione dal fumo?

I primi quattro incontri sono vòlti a una progressiva riduzione del numero di sigarette. Segue l’astinenza dal fumo per ventiquattr’ore e infine negli ultimi quattro incontri il counseling psicologico di rafforzamento della volontà attraverso sessioni di respirazione o tecniche dissuasorie. Da ultimo, tutti gli ex fumatori, una volta terminato il percorso, vengono seguiti con un ciclo di quattro incontri di monitoraggio.

- Utilizzate farmaci contro il tabagismo?

No. Il nostro approccio segue le linee della terapia cognitivo-comportamentale tesa a modificare la condotta dei pazienti, gestendo il desiderio di fumare e le situazioni che lo scatenano.

- Qual è la percentuale di successo?

Tra coloro che concludono il percorso si attesta intorno al 70%.

Un risultato incoraggiante, nonostante sia ancora troppo esiguo il numero di coloro che scelgono di farsi aiutare (le statistiche nazionali parlano di 3 fumatori su 100) a fronte di un’ormai nota correlazione tra fumo e patologie respiratorie, cardiovascolari e tumorali.

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