Scuola
L’Umbria si piazza al primo posto in Italia nei risultati delle Prove Invalsi 2025 per le terze medie. È quanto emerge dal Rapporto nazionale Invalsi, presentato mercoledì scorso a Roma. Nelle rilevazioni del grado 8 – ovvero il terzo anno della scuola secondaria di primo grado – l’Umbria registra la percentuale più alta in assoluto di studenti con esiti positivi sia in Italiano che in Matematica, superando tutte le altre regioni italiane. A commentare questo risultato è Patrizia Basili, coordinatrice provinciale e membro della direzione nazionale della Gilda degli Insegnanti: “Siamo orgogliosi dei risultati ottenuti dalle scuole umbre – dichiara – e grati del lavoro quotidiano portato avanti dai nostri insegnanti. È la conferma della qualità del nostro sistema scolastico”.
La buona performance degli studenti umbri non si ferma alla scuola media. Anche alla scuola primaria, infatti, gli alunni della seconda e quinta classe si collocano stabilmente tra la seconda e la quarta posizione a livello nazionale, sempre in entrambe le discipline chiave: Italiano e Matematica. Più in linea con la media nazionale, invece, i risultati delle scuole secondarie di secondo grado, ovvero il secondo e quinto anno delle superiori.
Il Rapporto 2025 ha coinvolto oltre 2,7 milioni di studenti in tutta Italia, dalle classi seconde della primaria fino all’ultimo anno delle superiori. I dati confermano una ripresa solo parziale dopo il crollo dovuto alla pandemia: “Purtroppo – osserva ancora Basili – il graduale indebolimento delle competenze in Italiano e Matematica, segnalato negli ultimi anni, non ha mostrato segnali di recupero. È preoccupante che i tanti fondi investiti con il Pnrr non sembrino aver inciso in modo significativo sul rafforzamento delle competenze di base”. Un segnale positivo viene tuttavia dalla lotta alla dispersione scolastica: in base alle stime Invalsi, la quota di studenti che abbandonano la scuola prematuramente è scesa all’8,3% nel 2025, contro il 25% registrato nel 2001. “È un traguardo importante – riconosce Basili – ma dobbiamo guardare anche a ciò che non funziona: l’aumento, di circa il 4%, degli studenti con livelli molto bassi conferma un consolidamento verso il basso dello standard culturale”.
Per la rappresentante della Gilda, la strada da seguire è chiara: “Occorre restituire centralità agli insegnamenti fondamentali: grammatica, aritmetica, lettura e scrittura. La didattica laboratoriale, la frammentazione dell’orario e il moltiplicarsi di progetti extra-curricolari stanno erodendo le basi dell’apprendimento”.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy