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Asterisco di genere sulla mail del Comune, è polemica: Squarta attacca, ribatte Ermenegildi Zurlo

L'eurodeputato FdI: "Le istituzioni devono parlare il linguaggio della realtà". Il capogruppo Pd: "Polemicuccia quotidiana e post untuoso"

Alessandro Antonini

27 Maggio 2025, 21:13

Asterisco di genere sulla mail del Comune, è polemica: Squarta attacca, ribatte Ermenegildi Zurlo

La mail del Comune postata da Squarta

Asterisco di genere in una mail della pubblica amministrazione ai cittadini, scoppia la polemica. Ad alimentarla è l'eurodeputato umbro di FdI Marco Squarta. “Gentilissim*." È così che si apre un’email del Comune di Perugia che mi è stata fatta vedere da un cittadino. Un dettaglio, all’apparenza. Ma le parole non sono mai solo parole. Al posto di “signore” o “signora”, un asterisco. Non una scelta neutra. Non una svista. Ma un messaggio chiaro: per il Comune non esistono più uomini e donne. Esistono solo formule impersonali, linguistiche, ideologiche", scrive Squarta su Fb. "Io credo - continua l'esponente di centrodestra - con convinzione e con rispetto, che questo non sia accettabile. Le istituzioni devono parlare il linguaggio della realtà. E la realtà è fatta di persone. Uomini e donne, madri e padri, figli e figlie. Cancellare tutto questo con un simbolo non è un atto di inclusione. È un modo per rendere tutto indistinto, senza radici, senza identità. Credo in una politica che tiene insieme, che non alza muri ma tende la mano. Una politica che difende senza urlare, che rispetta senza cedere, che parla con il linguaggio della verità. E oggi sento che non possiamo più tacere. Serve coraggio. Il coraggio di dire che c’è un limite che non va superato. Che non si può cancellare l’essere uomo o donna dalle istituzioni. Che non si può riscrivere la realtà per compiacere una visione ideologica che non appartiene alla nostra storia, alla nostra cultura, alla nostra gente. Basta con questa idea che tutto è relativo, che tutto è fluido, che nulla ha più un significato preciso. Le parole contano. Le identità contano. Le radici contano".

Ribatte a stretto giro il consigliere comunale capogruppo Pd Lorenzo Ermenegildi Zurlo.
"La polemicuccia quotidiana - scrive anche lui su Fb - ce la regala l'onorevole Marco Squarta che ci dispensa un post untuoso in cui si dispera perché il Comune di Perugia utilizza un linguaggio inclusivo nelle sue comunicazioni. Lo fa nelle stesse ore in cui il governo italiano guidato dal suo partito si rifiuta di unirsi ad altri venti stati europei nella condanna della legge con cui Orban ha vietato il Pride in Ungheria. Come al solito, la “libertà di espressione” che dicono di voler difendere è solo la libertà di esprimere le opinioni che piacciono a loro, in perfetta coerenza, del resto, con l’ascendenza politica del partito. Ora, non so se effettivamente si sia accorto del linguaggio inclusivo solo dopo un anno o se ha tenuto il post “in canna” per quando avrebbe avuto bisogno di distrarre i suoi elettori da una nuova dentata elettorale della destra umbra, ma voglio rassicurarlo: nessuno ha intenzione di cancellare il suo “essere uomo”. Fa bene a preoccuparsi, invece, perché vogliamo cancellare il fatto che “essere uomo” voglia dire guadagnare di più, essere rispettati maggiormente sul lavoro, avere voce in capitolo su qualunque cosa, essere lo standard del genere umano. Perché alla fine la vera preoccupazione è sempre la stessa: difendere il privilegio maschile. Se così non fosse, si accorgerebbe di come chiamare una donnail presidente del consiglio” o “il sindaco” cancelli effettivamente l’essere donna di chi ricopre quei ruoli, ma questo (stranamente) non lo preoccupa".

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