Martedì 14 Ottobre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

LIVE

logo radio

Progetto

Gubbio, risarcimenti per le vittime sul lavoro. Avvocato Minelli: "Servono maggiori garanzie"

La proposta del legale che sollecita le forze politiche a lavorare per un disegno di legge

26 Aprile 2025, 13:00

Avvocato Ubaldo Minelli

Il 29 maggio la Corte di Assise di Perugia pronuncerà la sentenza in merito al processo Greenvest-Green Genetics. Lo scoppio del laboratorio per la trasformazione della cannabis light, avvenuto il 7 maggio 2021 a Canne Greche di Gubbio, provocò la morte di due persone, Elisabetta D’Innocenti e Samuel Cufaro, e altre due, Alessio Cacciapuoti e Kevin Dormicchi, riportarono lesioni gravissime. L’avvocato Ubaldo Minelli, legale della famiglia Cuffaro, dopo aver verificato la sussistenza o meno della possibilità di eventuali risarcimenti in caso di condanna degli imputati, da tempo sta lavorando a un progetto per realizzare un sistema di implementazione delle misure già in atto in quanto a risarcimento dei familiari delle vittime sul lavoro, come già accade per quelle della strada.

“In merito al presunto risarcimento non ci aspettiamo nulla - ha detto Minelli - perché fin dalle fasi iniziali del processo sappiamo che le società Greenvest e Green Genetics sono completamente prive di polizze e di coperture assicurative per la propria responsabilità civile nei confronti dei propri dipendenti, dei collaboratori e/o di terzi. Non solo. Nel corso delle indagini preliminari, insieme agli altri colleghi difensori di parte civile, ho effettuato visure ed accertamenti sulla capacità e sulle condizioni economico patrimoniali degli imputati, le cui risultanze sono desolanti. E’ possibile, o meglio, è probabile se non certo, che i miei assistiti nulla otterranno”.

E ancora: “Le società, i titolari e gli amministratori di Greenvest e Green Genetics non hanno beni immobili, mobili, azioni, titoli, risparmi e liquidità che possano essere aggrediti in caso di condanna. Ribadisco, tuttavia, che lo scopo dei familiari di Samuel, genitori e sorelle, nel costituirsi parte civile, non è stato quello di natura economica e pecuniaria che i latini chiamano ‘pretium doloris’. Da tempo sto riflettendo - prosegue - sul fatto che in molti casi i familiari di vittime di infortuni lavorativi mortali, al termine di lunghissimi percorsi giudiziari, non riescono ad ottenere alcun risarcimento. Ritengo che per salvaguardare i principi di rango costituzionale di sicurezza e solidarietà sociale e a sostegno delle vittime di un infortunio lavorativo mortale, lo Stato debba garantire l’efficienza del sistema oltre che con il fondo di garanzia per tutelare i lavoratori che perdano la propria vita nel luogo di lavoro anche con un sistema di implementazione delle misure già in atto".



"Un sistema in analogia al Fondo di Garanzia per le vittime della strada, istituito con legge numero 990 del 1969, che - come detto - implementi i dispositivi di garanzia della copertura dei rischi della collettività nel mondo del lavoro, non risarcibili con gli ordinari meccanismi contrattuali di tutela e di salvaguardia del lavoratore. Una misura di garanzia aggiuntiva al fondo che intervenga in forza sussidiaria rispetto al mercato del lavoro. Sarebbe il caso che tutte le forze politiche, di ogni colore, prendano a cuore tale problematica e si facciano promotrici di un disegno di legge idoneo. Ho in animo di contattare esponenti politici e sindacali della nostra regione per un’incisiva opera di sensibilizzazione da estendere poi a livello nazionale”.

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie