Progetto
Il 29 maggio la Corte di Assise di Perugia pronuncerà la sentenza in merito al processo Greenvest-Green Genetics. Lo scoppio del laboratorio per la trasformazione della cannabis light, avvenuto il 7 maggio 2021 a Canne Greche di Gubbio, provocò la morte di due persone, Elisabetta D’Innocenti e Samuel Cufaro, e altre due, Alessio Cacciapuoti e Kevin Dormicchi, riportarono lesioni gravissime. L’avvocato Ubaldo Minelli, legale della famiglia Cuffaro, dopo aver verificato la sussistenza o meno della possibilità di eventuali risarcimenti in caso di condanna degli imputati, da tempo sta lavorando a un progetto per realizzare un sistema di implementazione delle misure già in atto in quanto a risarcimento dei familiari delle vittime sul lavoro, come già accade per quelle della strada.
“In merito al presunto risarcimento non ci aspettiamo nulla - ha detto Minelli - perché fin dalle fasi iniziali del processo sappiamo che le società Greenvest e Green Genetics sono completamente prive di polizze e di coperture assicurative per la propria responsabilità civile nei confronti dei propri dipendenti, dei collaboratori e/o di terzi. Non solo. Nel corso delle indagini preliminari, insieme agli altri colleghi difensori di parte civile, ho effettuato visure ed accertamenti sulla capacità e sulle condizioni economico patrimoniali degli imputati, le cui risultanze sono desolanti. E’ possibile, o meglio, è probabile se non certo, che i miei assistiti nulla otterranno”.
E ancora: “Le società, i titolari e gli amministratori di Greenvest e Green Genetics non hanno beni immobili, mobili, azioni, titoli, risparmi e liquidità che possano essere aggrediti in caso di condanna. Ribadisco, tuttavia, che lo scopo dei familiari di Samuel, genitori e sorelle, nel costituirsi parte civile, non è stato quello di natura economica e pecuniaria che i latini chiamano ‘pretium doloris’. Da tempo sto riflettendo - prosegue - sul fatto che in molti casi i familiari di vittime di infortuni lavorativi mortali, al termine di lunghissimi percorsi giudiziari, non riescono ad ottenere alcun risarcimento. Ritengo che per salvaguardare i principi di rango costituzionale di sicurezza e solidarietà sociale e a sostegno delle vittime di un infortunio lavorativo mortale, lo Stato debba garantire l’efficienza del sistema oltre che con il fondo di garanzia per tutelare i lavoratori che perdano la propria vita nel luogo di lavoro anche con un sistema di implementazione delle misure già in atto".
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