L'INTERVISTA
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Andrea Covotta
Andrea Covotta è il responsabile della Struttura Rai Quirinale, pochi sanno però che lui ha iniziato la sua avventura professionale in Umbria, proprio al Corriere dell'Umbria.
- Che cosa ricordi dell’Umbria e cosa devi all’Umbria?
Il ricordo principale dell'Umbria è il mio arrivo a Perugia nel lontano 1 agosto 1987. Lo ricordo con molto molto piacere perchè al Corriere dell’Umbria devo tantissimo. È stata la mia vera palestra, la mia vera formazione e da allora che è cominciato il mio cammino che poi, anni dopo, mi ha portato a dirigere la Struttura Rai Quirinale.
- Come ti è nata la passione per il giornalismo?
Sin da ragazzo, avevo una duplice passione: una per la politica e una per il calcio. Andavo a vedere e mi appassionavano molto i consigli comunali del mio paese, Ariano Irpino, il paese in cui ho vissuto anche se sono nato a Roma però sono vissuto sempre lì fino all’università. E quindi ho cominciato per gioco a fare gli articoli sui giornalini scolastici, poi il percorso che hanno fatto tutti. E’ una passione che ho sempre avuto, passione che poi è diventata una professione.
- Sei responsabile della struttura del Quirinale. Quali sono i tuoi compiti? Lo puoi spiegare ai nostri lettori?
La struttura del Quirinale ha un rapporto in convenzione con la presidenza della Repubblica, si occupa di tutti gli avvenimenti nazionali e internazionali che avvengono nel palazzo del presidente della Repubblica. Noi curiamo tutta la parte che riguarda le immagini, innanzitutto, della presidenza. Le forniamo a titolo gratuito a tutte le televisioni e giornali che ne fanno richiesta. Abbiamo un rapporto sinergico con l’ufficio stampa del Quirinale. Abbiamo giornate molto particolari come quella del 31 dicembre, del 2 giugno, del 25 aprile, del 1 maggio: sono tappe importanti per la presidenza e noi costruiamo insieme all’ufficio stampa quello che è il percorso televisivo e anche radiofonico.
- Andrea, hai una giornata tipo?
E’ un po’ difficile avere una giornata tipo con il presidente della Repubblica, perchè può avere impegni interni, ma anche esterni. Per esempio, io dal 1 marzo al 10 marzo sono stato in Giappone al seguito del presidente Sergio Mattarella, quindi descrivere una giornata tipo è impossibile.
- Com’è il presidente Mattarella lontano dalle telecamere? Tu che idea ti sei fatta visti i rapporti che hai con lui?
Il rapporto vero è con l’ufficio stampa del Quirinale e con i collaboratori del presidente della Repubblica. Naturalmente in qualche occasione mi è capitato anche di avere un rapporto diretto con il presidente Sergio Mattarella, che devo dire è esattamente come appare, ossia una persona mite che esercita il suo grado di autorevolezza senza mai essere autoritario.
- Hai mai avuto problemi per un servizio non gradito?
No, onestamente no. Devo dire che il rapporto, anche di amicizia, che mi lega ai componenti dell’ufficio stampa ha fatto sì che in tutti questi cinque anni, perché sono lì da settembre del 2019, non ho mai avuto nessun tipo di problema né con i colleghi, nè con la Rai e né tantomeno con l’ufficio stampa del Quirinale.
- Tu hai fatto una lunga carriera alla Rai. Da fuori si dice sempre che i giornalisti sono lottizzati, che in qualche modo subiscono i diktat dei politici. Se ti dovessi confessare, cosa diresti al tuo confessore?
Negare il rapporto tra la Rai e la politica significherebbe negare l’evidenza. Però anche qua, io devo dire che ho fatto tante cose in Rai, ho fatto il redattore politico-parlamentare, ho seguito per tanti anni anche Palazzo Chigi, con presidenze diverse, sia di centrosinistra con Romano Prodi e Massimo D’Alema, che di centrodestra con Silvio Berlusconi. Ho fatto il giornalista parlamentare, il capo del politico, il vice direttore e confermo che in questi ruoli c’è un rapporto diretto con la politica, ma questo non impedisce di fare il proprio mestiere e di farlo bene. Per chi fa il giornalismo radiotelevisivo di servizio pubblico la stella cometa è il rispetto del proprio ascoltatore. Il politico più ostico? Umberto Bossi. Mi dispiace tanto che adesso stia passando un periodo poco felice della sua vita, ma Bossi è stato un personaggio molto molto particolare. Me lo ricordo segretario della Lega appena sbarcato a Roma, bisognava prendere le misure perchè lui era molto, molto diffidente verso i giornalisti. Era difficile rapportarsi con lui, anche se strada facendo sono riuscito a crearci un buon rapporto. Il più gioviale? Pierferdinando Casini. L’ex presidente della Camera, ancora oggi è parlamentare, era il contrario di Bossi. Casini tuttora tende a fidarsi di chi ha di fronte: ti mette comunque a tuo agio e alla fine un titolo lo tiri fuori sempre.
- Come vedi l’Umbria da Roma?
L’Umbria è una regione sempre molto importante e molto particolare, nel senso che è una regione piccola però spesso precorre i tempi. Prendiamo le ultime elezioni regionali, l’Umbria ha dato un segnale in controtendenza, qui ha vinto il centrosinistra. L’Umbria è sempre una luce che può illuminare anche a livello romano. Avrò sempre l’Umbria nel cuore: mi sono formato al Corriere dell’Umbria, grato a vita a questa meravigliosa regione.
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