FOLIGNO
Il telefonino spedito e sparito nel nulla
Vende un iPhone attraverso un noto sito internet ma il pacco arriva vuoto a destinazione. Del telefonino nessuna traccia, sparito. E’ accaduto a un 60enne di Foligno che nelle settimane scorse ha acquistato l’ultimo modello del melafonino di Apple, un iPhone 16. Quello vecchio, un iPhone 12 in buono stato, il folignate ha deciso di metterlo in vendita attraverso uno dei più importanti siti web del mercato online. Dopo aver ricevuto diverse offerte, il 60enne ha accettato la proposta di acquisto da parte di un utente. La procedura, in questi casi, è semplice: nel momento in cui l’offerta viene ritenuta soddisfacente, il venditore riceve un’etichetta elettronica che poi deve essere stampata e incollata sul pacchetto per spedirlo all’acquirente. Quest’ultimo, a sua volta, deve versare in un conto deposito la cifra stabilita (in questo caso 235 euro): il sito web che gestisce la trattativa tiene bloccato su quel conto il denaro fino a che l’oggetto in vendita non viene ricevuto dall’acquirente: se è tutto ok, i soldi finiscono sul conto del venditore.
Fatto sta che a due giorni di distanza dalla spedizione, attraverso un locker automatico che si trova a Foligno, il venditore riceve un messaggio dall’acquirente: il pacchetto è arrivato vuoto, del telefonino non c’era traccia. Sulle prime il folignate 60enne ha pensato che si trattasse di una truffa, ma l’acquirente a riprova di quanto accaduto ha presentato una formale denuncia ai carabinieri: ha riferito che nella tabaccheria (a Marano sul Panaro, provincia di Modena) in cui era arrivato il pacchetto, sia lui che la titolare dell’attività si sono trovati davanti un pacco privo di contenuto.
Il venditore, a quel punto, ha contattato il servizio che si occupa delle consegne, proprietario del locker di Foligno. La risposta è stata secca: la responsabilità in casi del genere è del sito che gestisce le compravendite online. Quindi, sempre il venditore, ha aperto un reclamo inviando una mail in cui era spiegato l’accaduto. Poco dopo è arrivata la risposta: per poter procedere a una risoluzione era necessario produrre un video che certificasse il confezionamento del pacchetto. In più anche le foto dell’imballaggio, prima e dopo la chiusura del pacco stesso. Video che il 60enne non aveva realizzato, ignaro del fatto che gli sarebbe potuto servire. E poi: chi si mette a registrare un video mentre confeziona un pacchetto? E ancora, ma se una volta fatto il video lo stesso venditore svuota il pacco e lo richiude, a che serve aver registrato l’operazione? Comunque, dopo un acceso scambio di messaggi tra il 60enne e i gestori del sito web, si arriva a una conclusione: per il risarcimento dei soldi occorre presentare denuncia e produrre la ricevuta di acquisto del bene. Il folignate, quindi, compie queste due operazioni e invia la documentazione. Caso risolto, dopo 48 ore sul conto corrente del venditore arrivano i 235 euro. Del telefonino, ovviamente, nessuna traccia, sparito nel nulla. Anzi, rubato da qualcuno nel tragitto tra Foligno e la tabaccheria di Marano sul Panaro.
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