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Umbertide, metalmeccanici in piazza: a rischio 6 mila posti di lavoro

Mobilitazione dei sindacati per scongiurare la perdita dei posti di lavoro nell'Altotevere

23 Novembre 2024, 08:52

Umbertide, metalmeccanici in piazza: a rischio 6 mila posti di lavoro

La manifestazione dei lavoratori in piazza Matteotti a Umbertide

Allarme rosso per il settore metalmeccanico. Sono stati circa 70 i lavoratori che sabato 22 novembre, con bandiere e striscioni, hanno preso parte al presidio organizzato da Cgil e Fiom in piazza Matteotti a Umbertide. A preoccupare il sindacato è la situazione in cui versano le imprese presenti nel territorio altotiberino e della provincia di Perugia, colpite dalla crisi, nata a livello europeo e che ha avuto ricadute fortissime anche nel territorio umbro.

Non a caso è stata scelta Umbertide come sede della manifestazione: nella zona industriale della città e nella vicinissima frazione montonese di Santa Maria di Sette hanno sede le più importanti industrie metalmeccaniche dell’Umbria settentrionale e l’indotto è notevole. In totale sono all’incirca 4mila le persone occupate nel settore. Gli effetti della crisi a livello provinciale, come affermano dal sindacato, rischiano di essere drammatici, con migliaia di posti di lavoro a rischio. La situazione, attualmente, è tutt’altro che rosea. A preoccupare sono il ricorso massiccio alla cassa integrazione e la situazione dei lavoratori interinali, che in questo momento risultano i più colpiti. Per questo motivo Cgil e Fiom chiedono a gran voce alle istituzioni locali e al governo centrale misure mirate per la salvaguardia dell’automotive. La proposta che sarà avanzata alla nuova giunta regionale, sarà quella di creare una agenzia che guidi la transizione energetica. A entrare più nel dettaglio è il segretario della Fiom di Perugia, Marco Bizzarri: “Stimiamo un rischio intorno ai 5mila o 6mila posti di lavoro. Chiediamo che si colmi un gap di ritardo che si è accumulato nel tempo in un settore che ora versa in una condizione drammatica”.

Per il segretario provinciale della Cgil, Simone Pampanelli, quello in corso è “il problema dei problemi. Nella legge di bilancio il governo ha tagliato 4,6 miliardi al fondo sull'automotive, che sarebbero serviti per compiere una transizione industriale, per riconvertire le aziende e per formare i lavoratori. Nel nostro Paese siamo passati dalla capacità di costruire 1,5 milioni di macchine alle circa 350mila del 2024. In questo territorio c’è un’emergenza lavoro che si sente tantissimo. Partiamo da qui per avanzare delle proposte che siano in grado di risolvere la situazione”. Così Riccardo Coccolini, responsabile provinciale automotive della Fiom: “Il quadro è complesso e complicato. Faremo di tutto per portare la questione al centro dell’attenzione”. Prossimo giorno di lotta fissato per il 29 novembre, giorno in cui è stato organizzato lo sciopero generale contro la prossima finanziaria. A chiamare tutti a raccolta è stata la segretaria della Nidil Cgil di Perugia, Vanda Scarpelli: “E’ il momento di alzare la testa e di far sentire la nostra voce”.

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