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Assisi, l'ad del Gruppo Aboca Massimo Mercati: "Cercare nella natura il nostro benessere"

04 Settembre 2024, 12:15

Massimo Mercati

Massimo Mercati, ad Gruppo Aboca

La sua storia personale e professionale si sposa alla perfezione con il messaggio di San Francesco. Visto che l’azienda di cui è amministratore delegato, precisamente il Gruppo Aboca (che ha il suo cuore ben piantato in Valtiberina) si occupa di cura della salute attraverso prodotti al cento per cento naturali che rispettano l’organismo e l’ambiente. E la sua esperienza da imprenditore, che ha come filosofia quella di vedere l’azienda come una comunità di persone all’interno di varie comunità, finirà proprio al centro di una tavola rotonda inserita nel programma del Cortile di Francesco (dall’8 al 22 settembre e promosso dai frati del Sacro Convento), a cui il nostro protagonista, l’umbro di nascita Massimo Mercati, parteciperà insieme ad altre persone di impresa e con un ricercatore di grande spessore. Ma andiamo per ordine.
- C’è un filo conduttore ben preciso dietro alla chiamata di Assisi. Con la sua visione d’impresa così ampia che trova tanti punti comuni con la vita del Poverello. Ne illustri qualcuno.
Il tema che verrà affrontato e per il quale sono stato invitato è Benessere e Longevità che è anche il titolo preciso dell’evento. Dal momento che il concetto che porterò all’attenzione generale è appunto il lavoro svolto dall’azienda Aboca e quindi la sua visione dello stare bene oggi. Che cerca esclusivamente nella natura le risposte per la salute dell’uomo. Noi abbiano sviluppato un’azienda che parte dalla coltivazione di piante medicinali per poi arrivare al prodotto terapeutico senza l’utilizzo di sostanze chimiche. Arrivando ad avere un indice terapeutico dove si ha un prodotto che rispetta sia l’organismo dell’uomo che l’ambiente. Totalmente naturali. Ecco che, oltre che con Francesco, tutto si intreccia in modo perfetto con i temi della Laudato si’ del Papa e cioè che non possiamo essere sani in un pianeta malato.
- Il segnale è arrivato forte e chiaro. Ma non finisce qui. Massimo Mercati ha altro da sottolineare.
Per vedere poi quale sarà il nostro benessere futuro bisognerà mutare i nostri atteggiamenti mentali. Serve cambiare dall’interno, capire come relazionarsi e come collaborare con l’altro.
- Il suo percorso di vita ha degli elementi che si incrociano concretamente con il Poverello? Esiste un Francesco ricorrente nella sua vita?
Intanto Francesco è il nome di mio nipote, che adoro. E due particolari ambiti della vita di San Francesco stimolano la discussione. Il primo è il suo rapporto con il padre. Come Francesco io sono la seconda generazione e ho sempre provato a comprendere cosa significhi avere la responsabilità ed essere ubbidiente. Il secondo è come sono riuscito ad inserirmi all’interno di Aboca, usando il suo pensiero. Papà mi ha sempre insegnato che noi siamo una piccola parte in un grande contesto da dove possiamo percepire l’immensità. Effettivamente questo senso di gioia, espressione massima del Cantico delle creature, è qualcosa che mi porto sempre dentro. E’ prezioso per me.
- Qual è a suo avviso il contributo che oggi Francesco e i francescani possono dare al mondo?
Mi auguro che i loro approfondimenti e quelli del Pontificato di Bergoglio continuino a fare breccia affinché si possa aprire questo nuovo dibattito sulla diversa visione tra uomo, natura e livelli socio-economici. E molto si sta facendo su tale fronte. Servono basi ancora più solide, non solo spirituali.
- Il suo rapporto con la città di Assisi continua ad essere a dir poco speciale.
Insieme con la Fondazione progetto Valtiberina, che ho creato insieme ad altre forze del territorio, stiamo sviluppando con successo il Festival dei cammini di Francesco. Percorsi comuni, quindi, che ci portano ad avere con Assisi un legame sempre più stretto e ricco di buoni propositi.
- Alla tavola rotonda inserita all’interno del Cortile di Francesco parteciperanno tantissimi giovani. Cosa spera di trasmettere alle nuove leve?
Cercherò semplicemente di far capire a tutti loro che quel messaggio di Francesco di partecipazione e di unità con la natura e con gli altri, oggi è una verità scientifica e allo stesso tempo una necessita di natura economica. Niente di più. Insomma, l’intento è far comprendere realmente il senso dell’interconnessione delle relazioni cambiando l’approccio del pensiero. Interrogarsi su questo è fondamentale.

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