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Assisi, Riccardo Stefanelli (ad Cucinelli) sull'intelligenza artificiale: "Una rivoluzione giusta nel segno del dialogo"

Gabriele Burini

02 Settembre 2024, 11:35

Riccardo Stefanelli

Riccardo Stefanelli, ad del Gruppo Brunello Cucinelli

L’intelligenza artificiale sia “utilizzata come arca, non come diluvio”. Riccardo Stefanelli, amministratore delegato del Gruppo Brunello Cucinelli, utilizza una metafora biblica per parlare di quella che, a suo modo di vedere, è una grande opportunità per il mondo che ci circonda. E che, in un certo senso, si ricollega al messaggio di San Francesco. Ne parlerà proprio ad Assisi domenica 15 settembre, durante il panel Comunicazione e AI: Assisi Act nell’ambito del Cortile di Francesco.
- Dottore, ma quale contributo può dare il francescanesimo al mondo d’oggi?
Un contributo essenziale, fondamentale e importantissimo: abbracciare il messaggio di Francesco significa valutare pienamente l’importanza di una lettura armonica di tutti gli aspetti che riguardano il nostro mondo. Oggi siamo tutti consapevoli di quanto non è possibile affrontare nuove sfide senza una piena accettazione dell’armonia tra tutte le componenti della nostra vita. E sicuramente il messaggio di Francesco è sempre andato in questa direzione. Credo che la sua essenza sia comunque il dialogo, quindi ben vengano occasioni come queste.
- Al Cortile di Francesco lei affronterà il tema dell’intelligenza artificiale nel mondo della comunicazione...
L’intelligenza artificiale, per usare una metafora biblica, deve essere utilizzata come arca e non come diluvio, quindi deve essere vissuta come un’opportunità positiva di grande cambiamento e trasformazione, ma allo stesso tempo di aiuto e di supporto alla nostra vita. Questo panel è un momento di discussione per fare in modo che l’intelligenza artificiale venga utilizzata in maniera positiva e per abbracciarla senza paure, sapendo che l’aspetto fondamentale è come noi la raccontiamo, come la utilizziamo per fare in modo che la narrazione stessa sia positiva.
- Durante l’incontro verrà presentato il manifesto Assisi Act, di cosa si tratta?
L’obiettivo è quello di fare in modo che il dialogo porti a una serie di conclusioni che possono ispirare chi poi sarà tenuto a decidere sulla stesura delle leggi e che sarà tenuto a utilizzare quotidianamente l’intelligenza artificiale. E’ una rivoluzione così importante che non potrà essere regolata fino in fondo da delle normative, ma sarà importante stilare delle linee guida.
- Ma l’intelligenza artificiale porta più rischi o benefici?
Io sono abbastanza ottimista. I rischi ci sono come in ogni cosa, ma è l’attitudine con cui ci poniamo di fronte a questa trasformazione che farà di essa un’opportunità oppure un rischio. I benefici sono già molto evidenti, mentre i rischi sono alimentati dalle paure di una tecnologia che conosciamo poco. Credo che la strada migliore sia iniziare in maniera molto diffusa a utilizzarla, digerirla e metabolizzarla, facendo in modo che il suo utilizzo porti alla consapevolezza che è un’opportunità.
- Passando alla sua esperienza lavorativa, lei è entrato nel Gruppo Brunello Cucinelli nel 2006. Quanto è cambiato il suo lavoro e il mondo della moda in 18 anni?
Al di là delle dimensioni dell’azienda e del mercato, non siamo cambiati nei principi che ci hanno sempre guidato e ispirato, e quindi quell’idea di umana sostenibilità e capitalismo umanistico che sono sempre state le nostre radici. Non è cambiato nemmeno il modello di business: continuiamo a ideare, creare e realizzare prodotti di alta qualità fatti in Italia e soprattutto fatti in un modo da valorizzare la dignità delle persone e restituendo quello che abbiamo ricevuto dal nostro territorio.
- Utilizzate l'intelligenza artificiale nel vostro lavoro?
Sì, di recente abbiamo anche presentato il nostro sito basato sull’intelligenza artificiale che non ha pagine e si compone in maniera diversa di fronte a ciascun utilizzatore. Gli utenti si troveranno davanti un sito che è generato sui contenuti della nostra azienda, ma che cambia a seconda delle domande che gli si fanno. Segue il desiderio del visitatore e abbandona il concetto di pagina in un matrimonio che ci piace molto tra intelligenza artificiale e manualità.
- Passando invece alla sua esperienza nel Cda del Milan, dove è entrato un anno fa, ci dice come è nata questa opportunità?
Nasce dalla conoscenza e dall’amicizia con la nuova proprietà del fondo RedBird che fa riferimento a Gerry Cardinale, il quale immagina il mondo dello sport come qualcosa che va oltre il semplice evento sportivo, provando a costruirci intorno uno spettacolo più ampio e cercando di fare in modo che il brand della squadra acquisisca una propria reputazione, oltre naturalmente i successi. Per fare questo, uno dei mondi più affini è quello della moda e del lusso, per cui c’è stato questo ingaggio. Io non mi occupo della gestione dell’azienda, sono un semplice consigliere e non ho deleghe, però mi piace vedere questo nuovo approccio a cui noi, come tradizionali tifosi delle squadre di calcio, non siamo propriamente abituati.
- Tra l’altro il Milan è stato uno dei primi club in Italia a utilizzare gli algoritmi per fare calciomercato. Se ci pensiamo, è tutto collegato a quanto abbiamo detto fin qui sull’intelligenza artificiale...
E’ vero, il senso è che ognuno di noi nel gestire la propria azienda valuta i propri dati e alla luce di quelli prende delle decisioni. Forse per troppo tempo nel mondo del calcio si è valutato meno questo aspetto. L’impostazione è quella di portare un po’ più analisi dei dati e delle informazioni che si hanno sui calciatori che supportano poi delle scelte che però sono pienamente umane. Quindi, non manca mai la parte umana che, tornando all'inizio, è il messaggio che dovremmo riuscire a dare grazie agli incontri, ai dialoghi del Cortile di Francesco perché questa tecnologia sarà sempre un supporto all'uomo e mai il contrario.

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